Per circa 50 anni hanno coltivato e venduto uve, così buone da essere tanto richieste ma chiaramente poco remunerative, poi nel 2007 costruirono la cantina, bella, moderna, ben attrezzata, presero uno dei migliori consulenti Riccardo Cotarella che si innamorò di quella terra anche per la passione e la volontà dei proprietari. Ci sono quindi voluti pochissimi anni per decretare il totale successo dell’azienda Baglio del Cristo di Campobello.
Lusirà 2017
È bastato avere 30 ettari di vigneti nella terra giusta, una intelligente capacità imprenditoriale, una lunga esperienza di campagna e specialmente un’intensissima passione per le proprie zolle, un instancabile lavoro, l’affiatamento di squadra. Così
Angelo Bonetta, che ormai ha superato abbondantemente la soglia degli 80 anni, e i figli
Carmelo e
Mimmo hanno fatto in un batter d’occhio di questa azienda una chicca nel mondo del vino italiano, un’azienda che vende ogni anno tutto il prodotto, che miete medaglie dorate e giudizi lusinghieri nelle guide. Purtroppo, Mimmo è scomparso prematuramente da qualche anno lasciando un profondo vuoto sia nella famiglia sia in tutti quelli che hanno avuto la fortuna di apprezzarne le qualità umane, caratteriali nonché professionali.
Mimmo, Angelo e Carmelo Bonetta
Siamo a
Campobello di Licata, nell’agrigentino, in contrada Favarotta detta “
du Cristu” perché c’è una statua di Gesù in croce molto venerata dai locali, onde il nome dato all’azienda;
terreni a circa 250-300 metri di quota, calcarei, ricchissimi di gessi anchecristallini e di sostanze minerali che infondono ai vini caratteristiche uniche,
viti reimpiantate con attenzione a partire dal 2000, maniacali cure colturali, trattamenti ridotti allo stretto necessario con una coltivazione sostenibile, una
nuovissima cantina attrezzata col meglio che c’è in giro: tini in legno-acciaio, controlli computerizzati, ovunque termoregolazione, accurata attenzione all’ordine e alla pulizia.
La statua del Cristo
Da alcuni anni l’azienda è al regime massimo di produzione:
300mila bottiglie e i Bonetta, proprio per non stravolgere il loro attento lavoro, non hanno in programma ulteriori acquisizioni. Insomma, chi acquista una bottiglia di Baglio del Cristo, anche la più economica, è sicuro di avere un vino perfetto, coccolato.
Coltivazione rispettosa e sostenibile con lotta integrata.
La cantina
La ricerca della
perfezione si ritrova anche nella comunicazione e nell’immagine con un packaging particolarmente curato ed elegante, un sito web costantemente aggiornato, un grande enologo, una vinificazione separata per particelle. Così si completa il quadro di un successo notevole.
Nove le etichette, che vanno al 35% all’estero, mercato in continua crescita. In arrivo 2 spumanti metodo Classico, 36 mesi, un rosé di Nero d’Avola e un
Grillo.
Carmelo Bonetta
Degustiamo
Lusirà 2017 Doc Sicilia il cui nome, dato da Angelo, scaturisce dal dialetto siciliano di “il Syrah”. Viti piantate nel 2000 con cloni ricavati da una loro vecchia vigna, 5mila piante/ha a cordone speronato, resa di 80 q/ha.
Vendemmia
Vendemmia ad uve mature nella seconda metà di settembre in cassette che percorrono meno di un km per recarsi in cantina dove le uve sono diraspate, pigiate sofficemente, macerate per almeno 18 giorni a temperatura controllata e continui rimontaggi per estrarre il massimo.
Affinamento di circa 14 mesi in barriques di vari roveri francesi di diversi passaggi, e leggera filtrazione, vista la sanità delle uve e della vinificazione pochi i solfiti totali, poi in bottiglia per almeno un anno. 14 i gradi alcolici. In questi giorni è messo in vendita proprio il millesimo 2017.
Calcare con gessi
Versato nel calice il
colore è granato scuro, impenetrabile, con bordi violacei; già a calice fermo esprime un
olfatto intenso, netto, pulitissimo, complesso, roteandolo tanta ciliegia, amarena, lampone, note di cioccolato, balsamiche, speziate, rinfrescate dalla liquirizia e un po’ di menta, insomma di raro fascino che vi invita a riaffondare il naso. In
bocca si rivela ancor giovane, vivace, tannini ed acidità in primo piano ma già avvolgenti e ammansiti, una certa sapidità, tanta fragranza che riporta al palato i sentori odorosi, un bel corpo concentrato, rotondo, intenso, franco, lunghissimo. Se è già splendido nella sua giovinezza tra qualche anno sarà semplicemente sublime dimostrando che
in Sicilia un internazionale Syrah può raggiungere vette altissime. Abbinamento classico da rosso strutturato ma vi consigliamo di gustarlo intimamente in salotto, sarà un’esperienza. Sono 11.115 bottiglie che allo scaffale trovate a 25 euro, ma ne valgono di più.
Per informazioni:
www.cristodicampobello.it