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Ed ecco il settimo Appius forse il più grande di tutti

È Appius 2016 della cantina San Michele Appiano, il vino da sogno del winemaker Hans Terzer. Il meglio dei vitigni in questa cuvée di grande prestigio: Chardonnay, Pinot Grigio, Pinot Bianco e Sauvignon Blanc.

di Alberto Lupini
direttore
 
18 novembre 2020 | 13:19

Ed ecco il settimo Appius forse il più grande di tutti

È Appius 2016 della cantina San Michele Appiano, il vino da sogno del winemaker Hans Terzer. Il meglio dei vitigni in questa cuvée di grande prestigio: Chardonnay, Pinot Grigio, Pinot Bianco e Sauvignon Blanc.

di Alberto Lupini
direttore
18 novembre 2020 | 13:19
 

Siamo ormai a quota 7. Quella che era nata come sperimentazione per diventare il più importante vino bianco italiano, un blend dei vitigni più tipici dell’Alto Adige, è ormai più che un progetto: con l’edizione 2016 Appius si conferma sicuramente al vertice della qualità europea. Lode e onore al suo winemaker. L’enologo Hans Terzer che con questa settima cuvée conferma i primato della Cantina San Michele Appiano.

Hans Terzer - Ed ecco il settimo Appiusforse il più grande di tutti

Hans Terzer

Esclusiva cuvée di uve bianche ma senza Gewürztraminer
Causa Covid-19, il vino lo abbiano degustato in un incontro in diretta online che non ha nuociuto certo al test su questo grande vino che rappresenta un po’ l’apice degli anni di esperienza di Terzer che, non a caso, lo definisce un vino da sogno. Come per le passate edizioni sono le uve bianche a comporre l’esclusiva Cuvée, con la netta predominanza dello Chardonnay (58%) a cui si aggiungono Pinot Grigio (22%), Pinot Bianco (12%) e Sauvignon Blanc (8%). Per quest’anno è stato escluso il Gewürztraminer, pure per anni considerato uno dei vinitigni simbolo dell’Alto Adige, ma il risultato non certo perso, anzi.

Come è stato un piccolo ma sensibile miglioramento anche la scelta di non fare svolgere la malolattica a tutto il vino, in particolare alla parte di Pinot grigio, che da una più spiccata acidità che promette lunga vita a un vino che potrebbe durare anche 10-15 anni e che, certo, potrebbe essere al meglio fra un paio di anni.

Del resto l’esperienza dei precedenti Appius è proprio quella che col tempo migliorano, e non poco. Tutto secondo gli indendimenti di Terzer...

Fresco, diretto ed elegante
Dal colore giallo paglierino brillante, Appius 2016 al naso appare fresco, diretto ed elegante, quasi provocatoriamente pungente, salvo esprimere la complessità di erbe, fiori e frutta bianca matura, soprattutto pesche e pere. In bocca è equilibrato e fresco. L’acidità da forza e facilita la beva con la sua mineralità. Insomma, un grande vino che non si può sintetizzare in poche righe e che si presenta come uno dei campioni del suo territorio e per il suo creatore forse il più importante di tutti i vini che ha realizzato.

La stella nell'etichetta, simbolo di libertà poetica
Come sempre Appius è anche un’occasione per fare cultura attraverso la sua etichetta, realizzata dalla Life Circus di Bolzano.Sulla Cuvée Appius 2016 spicca la rappresentazione di una stella lucente, simbolo della libertà poetica di Terzer, capace di segnare la rotta e determinare la via. La stella inoltre simboleggia anche il progetto stesso di Appius, il più ambizioso della Cantina San Michele Appiano, una sintesi tra consapevolezza e perpetua ricerca tra le più talentuose singolarità dell’annata, in cui i diversi monovitigni sono spigoli che nel loro brillare portano lucentezza alla complessità della Cuvée. L’etichetta permette sempre la libera interpretazione dei wine lover, che possono attribuirvi un proprio intimo significato. Ogni edizione di Appius è limitata; quest’anno le bottiglie disponibili sono 6mila, alcune anche in grande formato.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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