La Piana Rotaliana è una tra le più rinomate aree vitivinicole del Trentino. Si allunga tra l’Adige ed il torrente Noce a nord di Trento, ed è circondata su tre lati dalle Alpi che la proteggono dai venti freddi in arrivo da Nord.
Questa è la terra d’origine del Teroldego Rotaliano, un rosso Doc, considerato il “principe” dei vini trentini, un vino sontuoso molto apprezzato dalla nobiltà asburgica. Qualcuno lo eleva addirittura al rango di re e lo chiama Sua Maestà il Teroldego.
La tradizione lega il suo nome a Tiroler Gold, cioè “oro del Tirolo”, da cui Teroldego e poi Teroldego Rotaliano, per rendere ancor più evidente il suo stretto rapporto con la zona d’origine: uno spicchio di terra di un migliaio di ettari che comprende i territori di Mezzolombardo, Mezzocorona ed una porzione di San Michele all’Adige. Qui sono nate numerose aziende vitivinicole e distillerie di grande qualità, molte ancora a conduzione familiare.
I 160 anni di Cantina Donati
Una di queste si trova a Mezzocorona (Tn) al numero 41 della via intitolata a Cesare Battisti, il politico ed irredentista trentino, che definì la Piana Rotaliana “il più bel giardino vitato d’Europa”. Si sta parlando della cantina Marco Donati, una delle più antiche del Trentino e punto di riferimento della tradizione enologica del territorio.
La sua avventura in campo vitivinicolo è iniziata 160 anni fa, precisamente nel 1863, quando Luigi Donati, il capostipite, acquistò dai Conti Spaur un palazzo del ‘400 circondato da vigneti di gran pregio, che erano anche stati, per lungo tempo, nelle pertinenze del coppiere dei Conti del Tirolo.
Oggi l’azienda è gestita da Marco Donati, la quinta generazione, assieme alla moglie Emanuela ed alla figlia Elisabetta.
«La storia della Cantina Donati - racconta la giovane Elisabetta Donati, la sesta generazione di famiglia - è iniziata nel 1863 con il mio quadrisavolo Luigi ed oggi, 160 vendemmie la legano alla terra trentina. L’attività oggi prosegue con mio padre Marco, mia mamma Emanuela e con me che rappresento la sesta generazione e la prima donna della famiglia Donati ad entrare in azienda, per continuare un percorso, fino ad oggi seguito solo da uomini. Da mio padre – continua Elisabetta - ho appreso una tradizione centenaria che cerco ogni giorno di coniugare con le caratteristiche moderne di una cantina di eccellenza, dove si producono vini di alta qualità, interpreti di questo territorio straordinario e capaci di emozionare ad ogni sorso».
La famiglia Donati
Tutto a mano, vendemmia compresa
Tali risultati derivano, prima di tutto, da un’attività quotidiana tra i filari, perché come ama ripetere il patron Marco Donati il “buon vino è frutto, prima di tutto, di un meticoloso lavoro nel vigneto”.
Il leit motiv della famiglia è “Fare meno, per fare meglio” con l’obiettivo di raggiungere, in maniera naturale, un perfetto equilibrio vegeto-produttivo nelle vigne. Viene praticata la “lotta fitosanitaria integrata” per ridurre il numero degli interventi tra i filari. Inoltre tutte le lavorazioni, compresa la vendemmia, vengono eseguite rigorosamente a mano da un team di esperti.
Tutti elementi questi che caratterizzano la “quotidianità” di Marco, Emanuela ed Elisabetta e fanno da cornice alla loro passione nel produrre vini di qualità, nel rispetto della vite e dell’ambiente, perchè come dice sempre Marco Donati: uva sana... da terre sane.
Teroldego Doc “Sangue di Drago” premiato dalla Guida dei Vini d’Italia 2022
Tale ventaglio di attività ha trovato la sintesi perfetta nel Teroldego Doc “Sangue di Drago”, un vino caldo e morbido, che si impone per i profumi di mora e frutta secca e per i toni inconfondibili di prugna matura, che accarezzano il palato.
È ottenuto esclusivamente con i grappoli del vigneto centenario che si distende attorno al maso Donati, ai piedi di quel che resta di Castel San Gottardo, un diroccato complesso medievale, non più raggiungibile, che si trova a nord ovest di Mezzocorona, a strapiombo sull’abitato.
Il suo nome, “Sangue di Drago”, è ispirato da una antica leggenda che ha come protagonisti il drago Basilisco, flagello implacabile di tutta la zona e dei suoi impauriti abitanti ed un giovane cavaliere il Conte Ugo Firmian, rampollo di una nobile famiglia del luogo. Si narra che il conte riuscì ad uccidere il mostro, che dimorava nelle grotte attorno a Castel San Gottardo, ed alcune gocce del suo sangue caddero nel terreno rotaliano dove poco dopo iniziarono a germogliare i primi ceppi di questo vitigno autoctono a cui la famiglia Donati è particolarmente legata.
I vini di Cantina Donati
Un retrogusto di meraviglia
Non può mancare una visita all’azienda, in compagnia dei titolari, per conoscere la storia della cantina e scoprire la leggendaria origine del Teroldego.
Apprezzata novità degli ultimi mesi una audioguida dotata di cuffie che “accompagna” il visitatore nell’intero percorso, per renderlo ancora più interessante con un mix di storie, aneddoti, curiosità e suggestioni che lasciano alla fine un “ottimo retrogusto di meraviglia”.
«L’esperienza del raccontare in cuffia la storia dell’azienda, dal vigneto alla cantina sotterranea con barricaia - spiega Elisabetta Donati - è una piccola innovazione che abbiamo introdotto recentemente, per rendere ancora più interessante la visita di chi arriva in cantina e vuole conoscere il lungo percorso dei nostri vini, dalla vigna alla bottiglia».
La prima tappa è nel vigneto storico dove le viti più vecchie sono state piantate nel 1921 e continuano ad essere produttive, in modo più limitato, ma con una qualità sempre notevole. Si prosegue con la cantina sotterranea ed annessa storica barricaia costruite a fine ‘800. Qui all’interno di una antica botte, una sorta di caveau, è conservata una preziosa collezione di bottiglie (alcune del 1863) ed altri pezzi rari che raccontano la storia dell’azienda e testimoniano la “cultura” del vino della famiglia Donati ed il suo radicamento nel territorio trentino.
Solo uva di propria coltivazione
«Due sono le particolarità che ci contraddistinguono da sempre: la prima – sottolinea con piacere Elisabetta - è la costante ricerca dei terroir più appropriati per la massima espressività di ogni cultivar. Ciò per assicurarsi qualità ed unicità dei vini prodotti, vendemmia dopo vendemmia. La seconda riguarda i nostri vini, espressione di uve che provengono esclusivamente da vigneti, dislocati in varie zone del Trentino, tutti da noi direttamente coltivati».
Quella dei Donati è una media azienda che oggi coltiva direttamente 26 ettari di vigneto, divisi in 10 diversi appezzamenti, posti ad altitudini variabili da 180 a 600 metri sul livello del mare. Questo mosaico di terroir spazia dal conoide alluvionale della Rotaliana, alle colline di Trento, dalla Valle dei Laghi, alla Vallagarina, per offrire una collezione di vini pregiati, frutto di un sapiente mix di tradizione ed innovazione, ma sempre rappresentativi del Trentino.
La produzione aziendale - circa 120.000 bottiglie espressione di cru selezionati - comprende oltre al Teroldego pluripremiato anche Lagrein, Marzemino, Nosiola, Kerner, Cabernet Sauvignon, Merlot, Sylvaner, Chardonnay, Riesling Renano, Syrah, Gewurztraminer, Moscato Rosa da vendemmia tardiva ed un delizioso Trento Doc Extrabrut Riserva “Cuvèe del Drago” prodotto con uve Chardonnay e Pinot Nero, le prime coltivate alle pendici del Monte Bordone e le seconde nelle colline della Valle dei Laghi, zone ad ottima vocazione spumantistica.
Le loro etichette vengono commercializzate per il 70% in Italia (enoteche, wine bar e migliori ristoranti dello Stivale) e per la rimanente parte in Germania, Spagna, Belgio e Olanda. A questi si sono aggiunti, da qualche anno, anche Stati Uniti e Canada.
La degustazione: un tour enologico attraverso il Trentino
Al termine della visita non può mancare una piacevole degustazione guidata, almeno di alcuni dei vini di questa cantina di eccellenza. Assaggi che si trasformano da subito in un tour enologico attraverso le varie aree vinicole del Trentino, in quanto il vino è un qualificato ambasciatore del territorio di riferimento.
Per la scelta dei vini da assaggiare non c’è che l’imbarazzo della scelta: si può partire con il Nosiola Sole Alto, colore giallo paglierino ed un profilo fresco e fruttato con leggeri sentori di mela selvatica, ma anche di albicocca e pesca ed una nota di nocciola sullo sfondo. Sempre tra i bianchi si può provare anche un calice di Sylvaner Aurora un vino fine ed elegante, dal colore giallo chiaro con riflessi verdognoli ed un fresco profumo di mela verde e pesca matura. Infine due rossi: l’ottimo Lagrein Rubino Fratte Alte e lo straordinario ed oramai mitico Teroldego Doc “Sangue di Drago”, il vino di punta dei Donati, che continua a ricevere importanti riconoscimenti: l’ultimo in ordine di tempo, quello della Guida dei Vini d’Italia 2022 del Gambero Rosso che lo ha premiato con i “Due Bicchieri”.
Azienda Agricola Donati Marco
Via Cesare Battisti 41, 38016 Mezzocorona (Tn)
Tel. 0461 - 604141