L'ultimo tassello liquido di un mosaico di altissima qualità: è il Teroldego rotaliano Doc Superiore Riserva 2016 di Mezzacorona. La cantina della Piana Rotaliana, che raggruppa circa 1600 soci e da sola copre il 40% della produzione trentina, l'ha inserito in Musivum, il suo progetto di valorizzazione dei vitigni più pregiati.
Il Teroldego rotaliano di Mezzacorona si svela
«Presentiamo il Teroldego rotaliano, un vino emblema del nostro gruppo e della nostra zona - ha raccontato il presidente di Mezzacorona Luca Rigotti - Era l'ultimo vino di Musivum rimasto in affinamento. Un prodotto d'eccellenza, indirizzato a esaltare le potenzialità del territorio, l'eccellenza trentina e il lavoro certosino dei nostri soci, che di anno in anno ha portato al miglioramento della qualità dell'uva, che si trasforma in qualità dei vini».
Mezzocorona dispone di 260 ettari di Teroldego rotaliano sui 450 della Docg. Fanno capo a 250 conferitori, con una media di un ettaro lavorato a testa. Nel progetto Musivum sono entrati 3 ettari di 9 conferitori. Tra questi c'è Maso Menestrina, dove è stata fatta la presentazione da parte di Mauro Varner. Umberto Pichler ha invece presentato l'intero progetto e le caratteristiche della Docg. A Roberto Anesi, già Miglior sommelier d'Italia, è invece spettato il compito di descrivere la selezione 2016.
Mirta Menestrina accanto a una vigna di 90 anni
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Mauro Varner durante la presentazione
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Il pranzo in abbinamento è stato infine preparato da Peter Brunel, una stella Michelin con il suo ristorante di Arco di Trento e membro di Euro-Toques, l'associazione europea dei cuochi. Ad aprire Manzo e Teroldego con olio gardesano, avocado, sesamo nero, aglio orsino e riduzione di Teroldego. Poi L'Ovo, uovo pochet, patata, trentingrana e paprika dolce affumicata, entrambi abbinati a un Rotari Flavio Trentodoc Riserva 2013. A seguire Riso, pere antiche, rafano, lumache, animelle e vitello e in accompagnamento un Musivum Pinot Grigio Trentino Doc Superiore 2016. E ancora Merluzzo, mango, mela, peperoncino trentino, nocciole e tartufo estivo e Piccione e oro, spugnole, foie gras e rapa fermentata, abbinati con un Musivum Teroldego rotaliano Doc Superiore Riserva 2016. A chiudere, L'alberto del limone e il cioccolato insieme a un Castel Firmian Dabèn Moscato Rosa Trentino Doc 2017 e con il caffè un Tiramisu trentino.
Peter Brunel con un gin tonic al Teroldego
Il progetto Musivum
Lanciato nel 2019 (ma avviato con la vendemmia 2015), il progetto Musivum, traduzione latina di mosaico, ha completato la sua gamma con il Teroldego rotaliano Doc Superiore Riserva 2016. L'ultimo arrivato si aggiunge ad altre cinque varietà già proposte: Müller Thurgau Trentino Doc Superiore e Pinot Grigio Trentino Doc Superiore, lanciati nel giugno 2019, Chardonnay Sudtirol-Alto Adige Doc della Kellerei Salurn, cantina associata al Gruppo Mezzacorona, presentato nell'ottobre 2019, Gewürztraminer Trentino Doc Superiore, del maggio 2020, e Marzemino Trentino Doc Superiore della cantina di Ala, presentato il 13 maggio scorso.
Il progetto ha visto coinvolti viticoltori e vigneti distribuiti in tutte le aree viticole del Trentino e della zona della Bassa Atesina collegata a Mezzacorona: Piana Rotaliana, Colline di Faedo, Sorni e Pressano, Val di Cembra, Trento, Vallagarina, Ala, Salorno, Pochi, Magrè, Montagna.
L’obiettivo, come hanno voluto puntualizzare il presidente del Gruppo Mezzacorona Luca Rigotti insieme con il direttore generale Francesco Giovannini, quello di esaltare proprio in questo “mosaico di vigneti” la ricchezza del territorio, dei frammenti straordinari che per posizione, terreno, gestione, possono essere considerati come delle vere e proprie “pietre preziose" incastonate nel tessuto viticolo gestito dai viticoltori Mezzacorona.
Dall'iniziativa sono nati vini caratterizzati da una qualità all'altezza della migliore tradizione Mezzacorona, ma con il valore aggiunto dell'unicità e originalità del prodotto. Si tratta infatti di un totale di circa 20 ettari selezionati ricercando il miglior vigneto per caratteristiche specifiche.
Francesco Giovannini e Luca Rigotti
Il Teroldego e la vendemmia 2016
Tornando all'ultimo tassello del mosaico di Musivum, il Teroldego rotaliano Doc Superiore Riserva 2016 è frutto di territorio, tradizione e di un'annata straordinaria.
Il Teroldego è infatti un vitigno dalla storia affascinante che ha la sua culla nella regione Trentino ed in particolare nella Piana Rotaliana. Qui, nel cuore della Valle dell’Adige a nord della città di Trento, si trova “il giardino vitato più bello d’Europa", come lo definirono Goethe e Cesare Battisti. La Piana Rotaliana è stata per millenni crocevia di culture e tradizioni in quanto terra di confine. In questo contesto, il vitigno Teroldego ha trovato l’ambiente ideale.
L'unicità della Piana è nella sua stessa origine: un conoide scaturito dai sedimenti alluvionali del torrente Noce, con un soprassuolo molto fertile di sabbia e limo sotto il quale si trova un profondo strato drenante di ghiaia e ciottoli che lo rende permeabile, asciutto e arieggiato.
Per queste ragioni, si tratta di un territorio da secoli vocato per il Teroldego, che ne è diventato il vino simbolo.
In questo contesto già di per sé fortunato si inserisce l'eccezionalità della vendemmia 2016, che ha evidenziato le potenzialità enologiche del vitigno. Le condizioni ambientali favorevoli per tutto il periodo vegetativo hanno garantito uve con un quadro fenolico importante. In particolare, l'assenza di precipitazioni e le forti escursioni termiche durante l'ultima fase di maturazione, hanno permesso di ottenere uve con un’ottima concentrazione zuccherina e aromatica.
Un prodotto d'eccellenza assoluta
Le uve sono state raccolte rigorosamente a mano intorno alla fine di settembre. Dopo diraspatura e delicata pigiatura, la vinificazione è stata effettuata in piccoli recipienti dove la fermentazione alcolica, con aggiunta di lieviti selezionati, è stata condotta a 26-28°C per circa 18-20 giorni, con ripetuti rimontaggi e delestages per estrarre tutto il patrimonio aromatico e polifenolico presente nella buccia.
Il vino ha poi riposato ed è maturato per 14-16 mesi in botti di legno mentre solo una piccola parte affinava in anfore di terracotta. Il connubio del legno con la terracotta ne esalta il profilo aromatico e favorisce l'evoluzione della struttura tannica, conferendo un carattere vellutato, morbido e setoso. Infine il Teroldego Rotaliano Musivum ha sostenuto un lungo affinamento in bottiglia per oltre tre anni prima di poter essere apprezzato in tutta la sua eleganza e ricchezza.
Ne è nato un grande vino, ricco, importante, elegante e piacevole. Per avere 6 anni è fresco pur essendo maturo. C’è grande pulizia al naso, si avverte un frutto rosso maturo (ribes, mirtillo e ciliegia). Al gusto colpisce l’aromaticità di pepe, ginepro e balsamico che si mixano regalando intensità e durata.
È un vino destinato a lunga vita e con possibilità di abbinamenti anche importanti con le cucine saporite e ricche. Versatilità e modernità sono forse le sue caratteristiche più nette.
Ne sono state prodotte 4800 bottiglie, il cui prezzo medio per l'Horeca sarà compreso tra gli 80 e i 100 euro. Verranno commercializzate soltanto le annate migliori. Per esempio, non uscirà la vendemmia 2017.
La sostenibilità nel calice
Mezzacorona non è però soltanto simbolo di qualità, ma anche di attenzione estrema all'ambiente, come ricordato da Luca Rigotti. «Il lavoro dei nostri soci è da tempo improntato anche alla sostenibilità - ha proseguito il presidente - E questo ci ha permesso, con un impegno ormai ventennale, di avere oggi (dal 2016, ndr) vini certificati SQNPI (la certificazione ministeriale che attesta l'utilizzo di una filiera di qualità e sostenibile, ndr) e di presentare il nostro bilancio di sostenibilità, giunto alla quarta edizione. Si tratta di un documento che dà la misura del lavoro che abbiamo fatto e ci fa capire dove possiamo migliorare ancora. In più, ci garantisce di dar conto a società e consumatori quanto lavoro facciamo ogni giorno per la sostenibilità».
Mezzacorona nel mondo
Mezzacorona ha la capacità di rimanere una realtà fortemente territoriale nonostante la sua dimensione sia ormai globale. «Esportiamo in 60 Paesi nel mondo e l'export rappresenta l'80% del nostro mercato - ha precisato Rigotti - Abbiamo 2800 ettari in Trentino, una società commerciale a New York e una in Germania, due mercati per noi molto importanti. Abbiamo poi due cantine in Sicilia con 1000 ettari, di cui 700 vitati. Un progetto che ci permette di completare la nostra gamma. Restiamo una realtà territoriale, che punta alla valorizzazione del territorio, dell'ambiente, del lavoro agricolo e del turismo. Anche questo nostro ultimo progetto vuole rafforzare l'immagine del Trentino ed è per noi punto di forza e motivo d'orgoglio».