Chianti Classico in divenire. Il 22 novembre presso il Museo delle culture di Milano è stato presentato il progetto sulle Unità geografiche aggiuntive (Uga) del Chianti Classico, cui il Consorzio ha lavorato da alcuni anni e che permetterà di indicare in etichetta il luogo specifico, compreso nel territorio di produzione, da cui nascono i vini.
La presentazione del progetto Uga al Museo delle culture di MIlano
Gran Selezione 2019, debutto a luglio
«Da 30 anni – ha spiegato il presidente del Consorzio Giovanni Manetti – si pensa di suddividere il Chianti Classico in Unità geografiche. Gli ultimi 8 sono stati decisivi. Quelle aggiuntive sono state approvate dall’assemblea dei soci lo scorso 18 giugno ed entreranno effettivamente in vigore non appena la proposta verrà recepita dal Mipaaf. Il prossimo primo di luglio debutterà l’annata 2019 di Gran Selezione; ci auguriamo con l’etichetta Uga che segnala il villaggio di provenienza».
In una prima fase, le Unità geografiche aggiuntive saranno applicate alla sola tipologia Gran Selezione, con la disponibilità e l’apertura all’utilizzo anche per le altre due tipologie (Riserva e Annata) in un prossimo futuro: una scelta di importanza strategica per rafforzare l’intento delle Uga di rappresentare le eccellenze del territorio, potendo così competere, in modo più incisivo, con i più grandi vini del mondo.
I Chianti Classico Gran Selezione futuri Uga
Il valore del territorio
Il nuovo disciplinare del Gallo Nero, che comprenderà insieme alle Unità geografiche aggiuntive altre importanti nuove regole, è ispirato dalla precisa volontà dei produttori di valorizzare ulteriormente le caratteristiche distintive del Chianti Classico, verso un pubblico sempre più attento al valore del territorio, luogo di origine di un vino, e alle diverse sfumature che il terroir regala a ogni bottiglia. L’introduzione del nome del villaggio in etichetta servirà a intercettare e soddisfare l’interesse dei consumatori che desiderano approfondire la conoscenza del rapporto fra i vini del Gallo Nero e la loro terra di origine. Nel Chianti Classico ci sono almeno 11 tipi diversi di suolo.
Il fattore umano e le aree vocate
«Altrettante sono le Unità geografiche riconosciute – ha sottolineato Manetti – I fattori caratterizzanti sono il microclima, la natura del suolo, la posizione, l’altitudine, ma anche i fattori umani come la voglia di stare insieme e il riconoscersi in un luogo. Le parole chiave: riconoscibilità enologica, storicità e notorietà». L’insieme di questi criteri ha portato a stabilire le aree vocate per l’ulteriore valorizzazione della Denominazione: San Casciano, Greve, Montefioralle, Lamole, Panzano, Radda, Gaiole, Castelnuovo Berardenga, Vagliagli, Castellina e San Donato in Poggio.
Giovanni Manetti e Luciano Ferraro
Preservare il contesto ambientale
«C’è sempre più territorio dentro la bottiglia – ha annotato Giovanni Manetti – E quello del Chianti Classico è un territorio davvero unico: 70mila ettari, il 65% dei quali coperto da boschi e con solo un decimo di areale dedicato alla viticoltura, che oggi per oltre il 52,5% segue i dettami dell’agricoltura biologica, certificata. Un territorio capace di esprimersi al massimo in tutte le declinazioni del Gallo Nero. Il vino, come spesso ho affermato, rispecchia il territorio come un’immagine fotografica in negativo, e per questo è così importante sia preservare il suo contesto ambientale e paesaggistico che poterlo raccontare al consumatore, nelle sue varie sfaccettature, anche attraverso l’etichetta».
Sangiovese al 90%
Il Chianti Classico produce in media ogni anno tra i 35 e i 38 milioni di bottiglie di cui 2 milioni di Gran Selezione (circa il 6%), vino prodotto da vigna singola o da selezione delle migliori uve solo di proprietà aziendale. Invecchiamento minimo di 30 mesi, di cui 3 di affinamento in bottiglia. Per il 90% l’uva deve essere Sangiovese, che rispecchia a pieno il territorio.
Si riempiono i calici
La degustazione
Per celebrare il progetto Unità geografiche aggiuntive il presidente Manetti e il giornalista Luciano Ferraro hanno guidato la degustazione di 11 Chianti Classico Gran Selezione di future Uga, annate 2015, 2016, 2017, 2018.
Nei calici: Belvedere Campoli Conti Guicciardini Il Tabernacolo 2015 (Uga San Casciano), Castello Vicchiomaggio La Bolle 2016 (Uga Greve), Castello di Verrazzano Sassello 2015 (Uga Montefioralle), Lamole di Lamole Vigneto di Campolungo 2016 (Uga Lamole), Fontodi Vigna del Sorbo 2018 (Uga Panzano), Castello di Albola Santa Caterina 2017 (Uga Radda), Rocca di Montegrossi San Marcellino 2016 (Uga Gaiole), San Felice Poggio Rosso 2016 (Uga Castelnuovo Berardenga), Dievole Vigna di Sessina 2016 (Uga Vagliagli), Castello di Fonterutoli 2018 (Uga Castellina), Antinori Badia a Passignano 2018 (Uga San Donato in Poggio).
Consorzio Vino Chianti Classico
Via Sangallo 41 - Loc. Sambuca - 50028 Barberino Tavarnelle (Fi)
Tel. 055 8228522
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