(Aquila del Torre, territorio e biodinamica
Sei vitigni per 65mila bottiglie all'anno)
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Sei vitigni per 65mila bottiglie all'anno)
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Vai a capire se sono i grandi vini a esaltare un piatto o se è la buona cucina a nobilitare una bottiglia. Dilemma risolto al Pont de Ferr di Milano nel corso di una degustazione enogastronomica di alto valore.
Il 18 maggio ha celebrato l’incontro tra l’agricola
Aquila del Torre, nel verde delle colline della Doc Friuli Colli Orientali, e la creatività del cuoco Ivan Milani, da pochi mesi alla guida della brigata del ristorante milanese. Una fusione di sapori impeccabile, senza sbavature e incertezze che ha visto sfilare piatti tutt’altro che semplici che hanno trovato nel vino e nei vini della cantina friulana - anche due bottiglie per portata - la loro ragione d’essere, la chiusura del cerchio.
In concreto, il Crudo e cotto di pesce, spuma di mozzarella di bufale e cialda di gamberi ha visto in sequenza sfilare Riesling 2015 e 2012, così come il Refosco dal peduncolo rosso 2015 e il Riserva 2012 ha sposato Cervo in tartare, filetto e carrè con tallì d’aglio e crauti fermentati. Alzando l’asticella, il vertice organolettico è stato raggiunto al momento dei Ravioli ripieni di ricotta e capra in abbinamento a Oasi Bianco 2016, vino secco da uve Picolit, per poi aggiungere salsa al blu di capra e passare a Picolit Docg 2013 passito. Due piatti in uno e due Picolit, secco e dolce.
Ivan Milani e Michele Ciani
«Ci deve essere il piacere di abbinare il vino con il cibo - ha commentato
Michele Ciani, che conduce con il padre Claudio l’azienda vinicola - abbiamo voluto dare un taglio identitario ai nostri vigneti, in modo da conferire ai vini una spiccata territorialità. Risale al 2013 la prima vendemmia aziendale certificata biologica: lo richiedeva il territorio con la sua incredibile biodiversità. Dal 2015, al sovescio e all’inerbimento spontaneo abbiamo affiancato le pratiche dell’agricoltura biodinamica con la distribuzione dei principali preparati durante il corso dell’anno per amplificare la fertilità del suolo».
Aquila del Torre, con i suoi 18 ettari vitati, i 66 mantenuti a bosco, un apiario biodinamico, 250 erbe spontanee in vigneto, è un’oasi di biodiversità con al centro la cantina. I vini provengono da uve raccolte a mano in vigneti anche con forte pendenze e terrazzamenti piccoli. Si trovano a Savorgnano del Torre (Udine) nella zona più settentrionale di produzione dei Colli Orientali del Friuli. Godono di un’esposizione costante ai raggi del sole e sono lambiti dalla freschezza marina che arriva dalla riviera lungo la pianura friulana. Le Alpi Giulie li riparano dai venti del nord. I vini provengono da sei vitigni: Picolit (3 ettari), Friulano, Sauvignon Blanc, Riesling renano, Refosco dal peduncolo rosso, Merlot. La produzione annua è di circa 65 mila bottiglie.
Per informazioni:
www.aquiladeltorre.it