In Oltrepò Pavese una svolta nel mondo del Pinot Nero è stata data da Gabriele Moratti con Castello di Cigognola che entra in una nuova fase della sua storia per quanto riguarda la produzione di Metodo Classico. Un cambio di passo culturale in cantina che si traduce in uno scambio generazionale tra consulenti esterni esperti e giovani professionisti. Non ci sono consulenti “totali” ma ognuno segue un progetto e condivide la propria competenza specifica con gli altri membri della squadra. Il risultato è la costruzione di un bagaglio di saperi.
Vigneti di Castello di Cigognola - Foto Cigognola
Dar voce alle potenzialità dell'Oltrepò
Questo l’humus che vede tra i protagonisti Nicolas Secondé, figlio d’arte di una famiglia che da cinque generazioni ricopre il ruolo di chef de cave ad Ambonnay, capitale del Pinot Nero in Champagne. Per dare voce alla grande potenzialità dell’Oltrepò Pavese, la casa lombarda si impegna così ad affinare un personale metodo produttivo fondato sulla viticoltura di precisione, il regime biologico e un modus operandi che unisce tecnica e creatività. Secondé ha avviato la sua collaborazione nel 2020. Al suo arrivo ha curato le sboccature 2015, dall’annata 2020 è intervenuto già in vigneto.
NIcolas Secondé e Alberto Zucchi Frua
Il mosto fiore viene frazionato in diverse parti
L’innovativo progetto Metodo Classico operativo a Castello di Cigognola prevede che le pressature si svolgano in tempi lunghi e senza interruzioni di pressione. Il mosto fiore, coeur, viene frazionato in diverse parti così da coglierne le più importanti caratteristiche. Tutti i frazionamenti permettono quindi la massima variabilità ed espressività nel successivo assemblaggio delle cuvée.
Due interpretazioni del Pinot Nero Metodo Classico
«Ci si deve adattare al territorio per creare le cuvée – ha spiegato Nicolas Secondé a Milano nel corso di una degustazione per approfondire la nuova selezione Metodo Classico – Nel rispetto dell’uva, del territorio e di tutte le parcelle che prevedono una vinificazione separata. Dettagli che fanno la differenza. Il punto di partenza resta comunque il ph dell’uva».
Castello di Gigognola: la tradizione
Il punto di partenza è il ph dell’uva
«All’uva dobbiamo adattare il nostro lavoro – ha puntualizzato Alberto Zucchi Frua, sales manager di Castello di Cigognola – La parola chiave è monitoraggio, costante e continuo. Un’opera che richiede una dedizione letteralmente artigianale».
Castello di Cigognola: il nuovo corso
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Rosè: confronti cromatici
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Carpaccio di salmone con Pinot Nero Metodo Classico
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Due scuole di pensiero in degustazione
Nella sala dedicata del ristorante A’ Riccione Terrazza 12 si è svolta la degustazione che ha visto sfilare in parallelo quattro Metodo Classico “tradizionali” e altrettanti, ancora in divenire, figli del nuovo progetto. In passerella Cuvée More Pas Dosé Brut (sboccatura febbraio 2021) e l’omologo 2020, pulito e chiaro, con buona tensione organolettica e di colore già intenso. È stato poi il momento di un altro Blanc de Noir Pas Dosé, la Cuvée dell’Angelo 2015, contrapposta all’annata 2020 che prevede fermentazione esclusiva in legno. Un vino bambino che si farà pieno nella struttura e con grande purezza. Al Rosé 2015 Extra Brut (90% Pinot Nero, 10% Pinot Meunier) è stato affiancato il nuovo 2020, fruttato, di grande beva, già intenso e morbido. Pronto tra 36 mesi. In chiusura il 2014 R.D.M. Pas Dosé a confronto con Speciale 2020 con fermentazione spontanea in botte vecchia e malolattica controllata. Con questa linea, che si esprime in due concetti diversi, Castello di Cigognola punta deciso ai quartieri dell’alta gamma.
Castello di Cigognola
piazza Castello 1 – 27040 Cigognola (Pv)
Tel 0385 284263