Proviamo ad interpretare la situazione che sta vivendo in queste settimane Venezia, una città unica al mondo che di fatto appartiene a tutto il mondo, ancor prima che al nostro Paese ed ai suoi (pochi e declinanti) abitanti. Ci soccorrono innanzitutto alcuni numeri: si premette che parleremo sempre di Venezia intesa come la città antica; detta diversamente, al netto delle isolette e del litorale, parliamo della Venezia visitata dai turisti.
Gondole deserte tra i canali della Laguna
Residenti: 52mila. Vogliamo ipotizzare che il residente abbia il suo letto per dormire!? Ecco, e allora a Venezia ci sono 52mila posti letto per il fabbisogno dei suoi abitanti. Vediamo adesso i posti letto per i turisti: 53mila! Il “sorpasso” è avvenuto nel 2018.
Il sorpasso, invece, tra posti letto in alberghi e posti letto in strutture ricettive extra alberghiere si è verificato nel 2016. Da allora, dal 2016 al primo semestre 2020 i posti letto negli alberghi sono aumentati impercettibilmente e quelli nelle strutture extra alberghiere sono aumentati di ben 15mila unità!Gli alloggi privati coprono la maggior parte (il 56%) dei posti letto dell'offerta ricettiva complessiva. Si parla di dinamiche di squilibrio che sottraggono abitazioni residenziali in favore del settore turistico. Siamo d’accordo che si tratti di “squilibrio”; non siamo d’accordo, invece, sul fatto che queste dinamiche siano “in favore del settore turistico”. A nostro sommesso avviso, sono invece a sfavore del settore turistico e dello
sviluppo della comunità veneziana secondo stili consoni allo scenario che il post Covid prospetta e delinea.
Un angolo suggestivo di Venezia (foto di Caterina Canavero)
Fu ben prima del Covid e non molti anni dopo che
“Venezia e la sua Laguna” divennero Patrimonio Mondiale dell’Umanità (anno 1987), che giunsero a compimento, anche nei loro aspetti più vistosi, le conseguenze di una scelta improvvida e scellerata che qui proviamo a sintetizzare come segue: “siamo amministratori diligenti della città più bella del mondo e se non la più bella, di certo la più affascinante, unica per sua struttura (la città sull’acqua), per sua urbanistica, per i suoi monumenti, per sua storia che interconnessa alla posizione geografica la rende nei secoli partecipe dei ‘confronti’ con il Vicino Oriente, abbiamo governato i traffici marittimi ed i mercati, siamo stati la ‘Serenissima’, abbiamo tra i nostri figli uomini illustri, abbiamo la famosa Mostra del Cinema, teniamo viva la tradizione del Carnevale, abbiamo autorevoli Accademie e famosa Università, siamo Patrimonio Mondiale dell’Umanità, e quindi…” e qui ci si aspettava che si proseguisse all’incirca così: “… e quindi ci dotiamo di vision, che condivideremo con la cittadinanza, grazie alla quale la nostra città sarà sempre ben curata e sarà sempre più attrattiva, stante la nostra illuminata attività di amministratori diligenti, per i flussi consolidati ed ancor più i flussi emergenti di turismo mondiale.
Ci attrezziamo adeguatamente per potenziare la qualità dell’ospitalità e della ristorazione in modo da rendere confortevole e memorabile il soggiorno dei turisti. Costoro saranno i nostri Ambasciatori nel mondo, perché nel raccontare la loro esperienza nella nostra città di certo ne parleranno bene. A ciò uniamo i nostri sforzi di comunicazione e di promozione e certamente ne sortirà un presente / futuro radioso per la nostra città e, con essa, la qualità di vita dei nostri cittadini”.
Tavolini vuoti in piazza San Marco
Ahinoi, così non fu! Difatti, quello “e quindi”, scelleratamente si pose a premessa di questo prosieguo di ragionamento: “…e quindi avendo questa bella vacca da mungere le cui mammelle sono costituite dai milioni di turisti che vengono a visitare la nostra città, attrezziamo al meglio gli arnesi di mungitura, si abbia cura ad
alzare i prezzi, tutti i prezzi, quelli del trasporto pubblico, le tariffe dei gondolieri, i pernottamenti, i pasti nei ristoranti, l’acqua minerale al bar e contemporaneamente abbassiamo lo standing dei servizi dovuti. Abituiamo i turisti non tanto a visitare i musei e le chiese, non tanto a gioire di questo gioiello unico al mondo, bensì a fare shopping e portiamo qui qualche griffe e tanta, ma proprio tanta tanta chincaglieria venduta come souvenir di Venezia. Andrà bene, il mondo è grande… i flussi turistici sono in forte aumento, cominceranno a venire cinesi e indiani, ci saranno sempre i giapponesi e gli americani, per non parlare dei vicini di casa europei”.
In Laguan manca la folla degli anni passati
Insomma, si decise che Venezia era sala di mungitura che per funzionare con il massimo utilizzo degli impianti a beneficio dell’arricchimento dei pochi, doveva presto somigliare ad una Disneyland! Ci fu un’involuzione tale che chi avrebbe voluto fare imprenditoria illuminata pensando a profitti ragguardevoli da maturare nel periodo medio, fu soccombente al cospetto di quanti non vollero ragionare in termini di intrapresa e quindi di capitale da investire, bensì piuttosto in termini di rendita.
E venne il Covid, e venne il lockdown e si arrivò a questa bella
estate 2020! Com’è triste Venezia con così pochi turisti e tra costoro pochissimi, pressoché assenti, gli stranieri? Non è detto.
Ci gioviamo delle autorevoli opinioni di due donne:
Irina Freguia, veneziana doc, amante della sua città di cui ha conoscenza profonda e di cui avverte umori e sensazioni, patronne per decenni del famoso ‘
Vecio Fritolin’ tra i migliori ristoranti di Venezia (chiuso da gennaio scorso), e
Caterina Canavero bravissima fotografa freelance, in lungo soggiorno agostano a Venezia per motivi inerenti al suo lavoro di fotografa.
Attimi veneziani, aspettando i turisti (foto di Caterina Canavero)
Buongiorno, cara Irina. Da veneziana doc quale sei, che impressione ti sta facendo la tua città in una stagione estiva susseguente al lockdown e con conseguente assenza quasi totale di turismo straniero?Egoisticamente parlando, è bello vedere questa bellissima città senza la ressa di turisti spesso poco rispettosi.
Una Venezia ridottasi a Disneyland può riscattarsi proprio grazie, paradossalmente, alla sventura del Covid?Scusa la mia tristezza, ma il Covid non basta per riscattare Venezia.
A causa del Covid chiudono molte brutte attività, ma anche quelle buone come artigiani e attività commerciali serie. Questa pandemia ha messo a nudo che Venezia senza residenti è destinata ad essere solo Disneyland. Allora, la domanda diviene un'altra: "Perché Venezia non ha residenti? Perché i veneziani lasciano Venezia, città unica al mondo?Non si trovano case in affitto normale, né lavoro che non sia solo nel turismo. Le affittanze turistiche hanno tolto le case. Tanti uffici, sia comunali che regionali ed anche privati, si sono trasferiti in terraferma.
Mio Dio, è uno scenario che non lascia presagire nulla che indichi un futuro radioso per la Serenissima. Cosa ti verrebbe da suggerire ad un tuo collega, ristoratore giovane, che al momento si trova in questa situazione a Venezia?Resistere con la qualità del cibo e dell’accoglienza per quei visitatori stranieri che continueranno viaggiare.
A proposito di affitti, continuano ad essere eccessivamente esosi e praticamente insopportabili i canoni di locazione per gli esercizi di ristorazione. Sì, la mia risposta è categoricamente sì!
Ciao, cara Irina, lasciamoci con un tuo pensiero sulla tua amatissima città.Venezia avrebbe bisogno di un’Authority sovranazionale la cui azione andasse ben oltre lo sguardo del breve periodo e pensasse al futuro delle giovani generazioni di veneziani che vorrebbero essere messi nelle condizioni di non abbandonare la loro città. Anche leggi severe, se del caso, che tutelino questa città meravigliosa fatta di pietre sull’acqua e di cultura millenaria.Molto interessante notare che sovente le osservazioni di Irina coincidono con le osservazioni di Caterina Canavero.
Buongiorno, cara Caterina. So che sei a Venezia per lavoro. Ed allora non posso non cogliere l'occasione per chiederti la tua opinione da giornalista fotografa sul momento che sta vivendo Venezia.Come tutte le altre realtà italiane che si basano sul turismo, Venezia ha subito grandi danni dal Covid-19. Ora la gente inizia a tornare, ma certamente non ai livelli precedenti.
La quasi totale assenza di turismo straniero, sta incidendo molto sul business della ristorazione e della ricettività alberghiera ed extra alberghiera?Penso di sì;
osservo un tipo di turismo cosiddetto mordi e fuggi. Di quello, per intenderci, che va al minimarket e si monta un panino che consuma seduto in un angolino appartato. D'altronde i ristoratori non possono pensare che i turisti siano polli da spennare cui far pagare una bottiglietta d'acqua 3 euro. Perché altrimenti si instaura un loop. Pagare tanto senza una qualità adeguata spinge la gente a cucinare nel B&B, specialmente se ha a cuore la qualità e la salute. Io sono stata di recente, sempre per lavoro, a Madrid. E a Madrid i locali sono pieni di giovani perché si cena a prezzi accessibili alle loro tasche. C'è una grande offerta, e c'è molta vita. È un po' come per i taxi, costano il giusto e tutti li usano. Venezia era un gioiello che doveva essere trattato come un qualcosa di prezioso e unico e non sfruttato all'inverosimile per un interesse privato. Un bottegaio di drogheria mi raccontava che l'affitto del piccolo locale era di tremila euro al mese. Tremila euro al mese. Ora ha convinto il proprietario a dimezzarlo visti i chiari di luna.
La Repubblica di Venezia ebbe millecento anni di storia, e divenne una delle maggiori potenze europee. Hanno parlato i numeri, abbiamo provato ad individuare il pernicioso inizio di un decadimento della qualità del turismo e della qualità della vita a Venezia, abbiamo ascoltato pareri di cittadina veneziana e di turista per lavoro e cosa possiamo dedurne? Di certo possiamo dedurne che… se i ceti “dirigenti” non divengono anche “diligenti” ponendo a priorità assoluta e non negoziabile il futuro radioso della città che fu Serenissima e che Disneyland non vuole esserlo, forse qualcosa di buono può sortirne, la rotta può invertirsi e Venezia può riprendersi nel mercato world wide quella reputazione di gioiello unico al mondo che ha colposamente smarrito.
Se invece l’andazzo continua ad essere simile all’attuale, pandemia o non pandemia, e molto ci cruccia il dirlo, riusciamo a vedere cose belle solo aggrappandoci all’ottimismo della volontà, dacché il pessimismo dell’intelligenza ci induce ad intravedere ben altro!