La crisi del turismo, ormai è arcinoto, sta trascinando con sé in fondo al baratro numerose realtà che stavano vivendo il loro periodo d’oro, ma che ora devono ridimensionarsi e chissà se saranno in grado di reggere il colpo e ripartire.
I due colossi sui quali si sono accesi maggiormente i riflettori sono TripAdvisor e Airbnb. Il Gufo aveva annunciato senza girarci troppo attorno un drastico taglio di personale e ora anche Airbnb ha comunicato che taglierà il 25% della propria forza lavoro, non certo briciole.
Airbnb taglia il 25% del personale
Del resto non solo il settore è fermo immobile, non solo si sa se e quando e come ripartirà, ma è lecito pensare che un sistema come quello di Airbnb possa avere serie difficoltà a garantire, sia realmente che ufficialmente, tutte le norme di sicurezza anti-coronaviruas.
Al di là della fine della sharing economy già ipotizzata da qualcuno, in ballo c’è la solidità di un sistema che sembrava tanto facile ed economico, ma che in realtà si sta rivelando fragile (ora concretamente dopo le tante critiche di questi ultimi anni). Il ceo Brian Chesky aveva già reso noto di aver chiesto un prestito da due miliardi di dollari, ma erano rimase numerose questioni in sospeso con gli host.
Ora invece l’annuncio del taglio del personale che non piacerà a nessuno e contribuirà a gettare, forse, altre ombre sul sistema. In particolare su 7.500 dipendenti ne verranno lasciati a casa 1.900. Non briciole.