L’apprezzamento registrato dalla recente “Abruzzo Wine Experience”, organizzata dal Consorzio di Tutela Vini d’Abruzzo dal 5 al 9 giugno, alla scoperta di un territorio sincero e spontaneo, rivolto a oltre 100 giornalisti provenienti da tutto il mondo, dista pochi giorni da un’altra notizia importante per questa regione e per la sua produzione vitivinicola. È di queste ore, infatti, l’annuncio dell’approvazione del blocage delle uve per ristabilire l’equilibrio tra domanda e offerta, grazie al cosiddetto “Modello Abruzzo” (è una regolamentazione dello stoccaggio dei vini. Ciò vuol dire che si applicheranno delle restrizioni nella certificazione, in modo da valorizzare i volumi di prodotto disponibili, ndr). Una decisione presa di comune accordo tra Regione, Consorzio e associazioni di categoria. Ma andiamo con ordine.
L'Abruzzo vuole puntare sul Montepulciano come brand territoriale
Abruzzo Wine Experience, la nuova filosofia del vino abruzzese
“Abruzzo Wine Experience” si è rivelata un racconto affascinante di una terra genuina, story telling di un passato che non solo ama e sposa il presente, ma getta le basi per il futuro. Passato, presente e futuro come quelli raccontati nei calici che hanno composto il prezioso mosaico delle due degustazioni andate in scena a Tenuta Coppa Zuccari, elegante casale tra le campagne di Città Sant’Angelo. A condurle, il wine journalist Filippo Bartolotta, dinanzi a una platea di giornalisti di settore da tutti i continenti. “The air-roir of Cerasuolo d’Abruzzo” e “The Lighter side of Montepulciano d’Abruzzo”, i due sentieri che ci hanno condotto fino agli orizzonti di una nuova filosofia del vino abruzzese e di nuove sfide che questa terra ha deciso di affrontare.
Il vino dell’Abruzzo verso il salto di qualità e il brand territoriale
Le stesse sfide che sta affrontando il Consorzio di Tutela, che da settembre 2022 è guidato da Alessandro Nicodemi: «Vogliamo fare un salto di qualità - ha detto il presidente - Dalla sua fondazione, dunque da almeno 30 anni, il Consorzio è sempre stato guidato da un presidente proveniente da una cantina sociale, mentre io sono un coltivatore, il primo privato a ricoprire tale ruolo. Naturalmente, vogliamo segnare il passo soprattutto con la materia prima sia sul fronte della quantità che della qualità. Negli ultimi 10 anni l’Abruzzo è cresciuto molto, ma alcuni aspetti devono cambiare. Il Montepulciano d’Abruzzo è sempre stato identificato come un buon prodotto ad un buon prezzo. Lo scopo e lo sforzo che questo Consorzio vuole fare è dargli invece un brand territoriale, come avviene ad esempio per i grandi vini toscani o piemontesi. La grandezza di un territorio è la vera garanzia e il Montepulciano d’Abruzzo ancora non ce l’ha».
Approvato il blocage per il Montepulciano d’Abruzzo e l’Igt Pecorino
E qui è il caso di approfondire la notizia di queste ore del blocage, che riguarda non solo il Montepulciano d’Abruzzo, ma anche l’Igt Pecorino. Con il via libera all’Art. 39 (comma 3 e comma 4) della Legge 238/2016 per la vendemmia 2023, «si avvia finalmente in Abruzzo una gestione reale di quelle che sono le produzioni, che ha l’obiettivo di dare il giusto valore ai nostri vini che sono di una qualità eccezionale - ha spiegato Emanuele Imprudente, vicepresidente e assessore all’Agricoltura della Regione Abruzzo - Il nostro Modello Abruzzo sarà il punto di forza su cui fondare la grande crescita qualitativa e comunicativa di un prodotto che non è secondo a nessuno».
Alessandro Nicodemi, presidente del Consorzio Tutela Vini d'Abruzzo
Il Consorzio, si legge nel comunicato diffuso dallo stesso Ente, ha portato avanti un’attenta analisi, elaborata dal comitato tecnico, dell’attuale andamento delle Denominazioni tutelate e dei possibili scenari dei prossimi anni nel mondo del vino. La presenza nelle cantine abruzzesi di significative giacenze di vino a Doc Montepulciano d’Abruzzo, la tendenza alla flessione dei prezzi all’origine, il rallentamento complessivo delle vendite di vini rossi sia sul mercato nazionale che su quello internazionale, l’elevato livello dell’inflazione e dei prezzi dell’energia hanno indotto il consiglio di amministrazione del Consorzio a procedere in questa direzione, a partire dalla più importante denominazione regionale che, da sola, rappresenta circa l’80% della produzione di vini a Do rivendicata annualmente in Abruzzo. Ad oggi, prosegue la nota, con l’applicazione del blocage si potranno rivendicare fino a 120 quintali per ettaro di uva a Montepulciano d’Abruzzo, l’altro 20% rimane necessariamente in cantina. Il vino sottoposto a bloccaggio non potrà essere certificato né venduto fino alla data del 30 giugno 2025. Da questa operazione sono esclusi coloro che producono vino biologico certificato e le aziende verticali. Il quantitativo “bloccato” e il supero possono essere però riclassificati, in qualsiasi momento, a Abruzzo Doc Rosso/Igt/Vino senza Igt/Doc e utilizzato liberamente.
È stata approvata, inoltre, anche la richiesta portata avanti dal Consorzio di attuare il blocage delle uve rivendicate a Igt Pecorino. Per la vendemmia 2023 si stabilisce che la resa di uva per ettaro della Igp/Igt Pecorino è fissata in 170 quintali/ha (anziché 220 quintali/ha previsti da disciplinare), mentre la restante parte pari 50 quintali/ha (differenza tra 220 e 170 quintali/ha) non può essere classificata ad IG e deve essere rivendicata/declassata a vino da tavola. “Era assolutamente urgente intervenire con la gestione delle produzioni per superare gli squilibri congiunturali di mercato e per poter affrontare nel migliore dei modi la prossima vendemmia” ha concluso Alessandro Nicodemi.
Vini d’Abruzzo, verso una semplificazione delle Doc
Una sfida che si aggiunge al principio guida (espresso da tempo) di voler semplificare ancora di più il fronte delle Denominazioni d’origine controllata, affiancando alle cinque Doc - Montepulciano d'Abruzzo, Trebbiano d’Abruzzo, Cerasuolo d'Abruzzo, Abruzzo (che comprende anche i vini ottenuti dai vitigni autoctoni Pecorino, Passerina, Coccociola e Montonico) e Villamagna, una sola Igt, Terre d'Abruzzo, al posto delle attuali 8 Igt, per rafforzare l'identità regionale di tutti i vini, e introducendo invece la menzione Superiore per le 4 Denominazioni regionali. Dal 2023 Riserva e menzione Superiore sono abbinate alle appellazioni provinciali: Colline Teramane, Colline Pescaresi, Terre de L’Aquila e Terre di Chieti. Per il Montepulciano d’Abruzzo è introdotta la sottozona San Martino sulla Marruccina.
L'Abruzzo punta a un brand territoriale per i suoi vini
Vini d’Abruzzo sempre più presenti nei ristoranti
Tornando al racconto gradevole dell’Abruzzo Wine Experience, è emerso chiaramente come questa regione, ormai da anni, si stia affermando sempre più nel contesto nazionale e internazionale, anche in ambito ristorativo, come confermato dalla presidente di Ais-Associazione Italiana Sommelier Abruzzo, Angela Di Lello: «Stiamo vivendo un ottimo periodo con i nostri vini e con eccellenti produttori - ha detto Di Lello, che festeggia un anno di presidenza Ais - e la nostra Associazione è sempre stata accanto e di supporto al Consorzio, pronta a raccontare coi nostri sommelier la straordinaria realtà vitivinicola abruzzese. Sono numerose le regioni che scelgono i nostri vini da inserire nelle carte dei ristoranti e di questo siamo fieri, ricordando sempre il lavoro prezioso svolto dai sommelier professionisti, vero anello di congiunzione tra i produttori e il consumatore finale».
La presidente di Ais-Associazione Italiana Sommelier Abruzzo, Angela Di Lello
I vini degustati ad Abruzzo Wine Experience
Vere perle quelle degustate nelle due masterclass dedicate. Per il Cerasuolo d’Abruzzo, Filippo Bartolotta ha selezionato e spiegato Fontecupa 2022, Montori; Baldovino 2022, Tenuta i Fauri; Rosa-ae 2022, Torre dei Beati; Bardasce 2022, Tenuta De Melis; Tauma 2022, Pettinella; Emidio Pepe, 2022; Ciavolich, 2020. Racconto molto interessante anche per il Montepulciano d’Abruzzo, con Costa del Mulino 2020, Cantina Frentana; In Petra 2020, Chiusa Grande; S. Michele 2020, Centorame; Malandrino 2021, Cataldi Madonna; Gianni Masciarelli 2020, Masciarelli; Ed Infine 2016, Rabottini.
I numeri del vino d’Abruzzo
Sono solo alcune delle etichette rappresentanti di un territorio che esprime il meglio di sé, oltre le cifre di una vendemmia già significativa, che nel 2022, considerando le produzioni Doc, ha registrato circa 140 milioni di bottiglie, mentre sempre nello stesso anno l'export ha segnato un +10% rispetto al 2021 (fonte: Osservatorio Permanente Wine Monitor Nomisma). Primi 5 mercati esteri, con il 60% dell’export enologico della regione, sono Germania, Usa, Canada, Svizzera e Uk. I vini abruzzesi colpiscono nel segno anche in Francia (+ 57%) e in Austria (+53%). A seguire, Corea del Sud e Giappone. Il 30 gennaio scorso, poi, a San Francisco è andata in scena la cerimonia di premiazione dei Wine Star Awards, assegnati dalla rivista americana Wine Enthusiast, che ha identificato l’Abruzzo come «una regione ricca di tradizione e intrisa di innovazione, una gemma nascosta per gli enofili più appassionati”, assegnandole il riconoscimento di “Wine Region of the Year 2022».