Ormai è cosa nota, la Regina Elisabetta II, morta all’età di 96 anni, ha sempre amato mangiare e bere bene (anche se sempre in maniera misurata), tanto che in molti rivedono in questo il suo segreto di longevità. Si racconta, infatti, che Sua Maestà non rinunciava mai a gin e Dubonnet in un bicchiere con ghiaccio e una fettina di limone (il suo cocktail preferito come aperitivo prima di pranzo). A tavola poi Elisabetta sorseggiava sempre un bicchiere di vino (bianco o rosso a seconda della voglia) e un cocktail gin martini ben secco. Prima di andare a letto, o a cena, una flûte di champagne Bollinger, Keug, Veuve Clicquot o Lanson. Flûte che, talvolta, diventavano due… Non stupisce quindi che, tra Champagne e distillati, siano ben 875 i brand insigniti dell’Royal Warrant. Un’onorificenza che ora con la morte della monarca potrebbero decadere se il nuovo Re Carlo non dovesse riconfermarli.
Che cosa è un Royal Warrant
Detenere un Royal Warrant è un onore non da poco, una pratica che affonda le radici fino al XII secolo e che si può guadagnare solamente dopo che per alcuni anni si è stati ufficialmente fornitori dalla Royal Household.
L'onorificenza, che può essere rilasciata sia dal monarca che da altri membri della famiglia reale, indica una preferenza e suggerisce una particolare affezione a quello specifico prodotto entrato a far parte dei consumi domestici della casa reale britannica. Tuttavia con la morte di Elisabetta II i Royal Warrant concessi durante il suo regno sono destinati a decadere a meno che il nuovo Re Carlo III o qualcun altro della famiglia non decida di rinnovarli.
L’amore per Champagne e distillati
Tra di loro Dubonnet, il Vermouth Martini, alcuni porto, cognac e scotch, Schweppes, Angostura e Tabasco, e una nutrita platea di Champagne tra cui: Champagne Bolinger (che detiene il record di longevità del suo marchio reale), Champagne Pol Roger, Lanson, Mumm, Krug, Louis Roederer, Moët & Chandon, Veuve Clicquot.