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Il Buttafuoco Storico avrà una nuova casa: posata la prima pietra

L'inaugurazione è prevista per marzo 2023: sorgerà a Canneto Pavese e sarà sia sede sia enoteca. Il Club raccoglie oggi 17 soci produttori per circa 90mila bottiglie l'anno

 
04 luglio 2022 | 15:51

Il Buttafuoco Storico avrà una nuova casa: posata la prima pietra

L'inaugurazione è prevista per marzo 2023: sorgerà a Canneto Pavese e sarà sia sede sia enoteca. Il Club raccoglie oggi 17 soci produttori per circa 90mila bottiglie l'anno

04 luglio 2022 | 15:51
 

Il Club del Buttafuoco Storico firma il futuro. Come? Con una nuova enoteca e sede che diventerà il luogo ideale dove appassionati e winelovers potranno approcciarsi al rosso simbolo dell’Oltrepò Pavese. Il Buttafuoco Storico si appresta quindi a viaggiare nel futuro. Con un contenitore, una capsula del tempo, appositamente studiato per lasciare un pensiero scritto a chi verrà dopo di noi che è stato posizionato, insieme alla prima pietra, nel cantiere della nuova enoteca a Canneto Pavese, per dare inizio ai lavori della nuova “Casa del Buttafuoco Storico”.

Si concretizza così il duplice progetto di un’enoteca moderna, la cui inaugurazione è prevista per marzo 2023, concepita con tecniche costruttive sostenibili, luogo di incontro e spazio di degustazione, formazione e vendita, all’altezza di uno dei vini più rappresentativi del territorio  - che si presenta ogni anno a esperti, buyer, giornalisti e appassionati – e la volontà del Club del Buttafuoco storico di dare ancora maggiore rappresentatività a questo vino-nicchia che con le sue 90mila bottiglie l’anno esprime il genius loci di ogni singola vigna, orgogliosamente evidenziata nell'etichetta di ognuno dei 17 produttori soci

Il Buttafuoco Storico avrà una nuova casa: posata la prima pietra

«Tappa importante, non targuardo»

Davide Calvi, Presidente del Club del Buttafuoco Storico, che ha aperto l’incontro, ha commentato: «La realizzazione della nostra nuova “casa”, dopo più di 25 anni di attività del Club, è per noi una tappa importante: non un traguardo, ma ancora un passo in avanti perché questo vino diventi sempre di più il simbolo della qualità indiscussa di un intero comparto – a ragione dell’ottimo lavoro svolto dai viticoltori, della cura che ogni giorno esprimono per la vigna e i prodotti che ne derivano». 

Il Buttafuoco Storico avrà una nuova casa: posata la prima pietra

Durante l’evento ha preso parte anche il Presidente della Commissione Agricoltura di Regione Lombardia, Ruggero Invernizzi che ha spiegato: «La nuova Casa del Buttafuoco Storico è un unicum, la prima struttura in Oltrepò Pavese, di una realtà consortile, pensata per la promozione e la divulgazione del vino ed è  motivo di orgoglio per la nostra Regione che arricchisce così le sue eccellenze nel comparto agricolo, dimostrando ancora una volta la validità e l’attualità di misure di finanziamento come il PSR, che ne hanno reso possibile la realizzazione». 

Un riferimento per il territorio 

Così Amedeo Quaroni in rappresentanza della Provincia di Pavia: «L’Oltrepò Pavese ha bisogno di una sterzata il primo possibile, sono davvero tante le pecche come pure le qualità. Questa enoteca che nascerà sarà l’esempio di come il territorio possa fare anche accoglienza con servizi e strutture di prima linea». 

Hanno portato il loro saluto anche i sindaci dei Comuni del Buttafuoco Storico e l’architetto a capo del progetto della nuova sede del Club, Filippo Chiesa Ricotti di Gruppo Tre, Laboratorio di Architettura. «Sono sicuro che questo progetto che tra qualche mese sarà realtà possa davvero essere un’importante opportunità per il territorio», ha detto l'architetto.

A seguire i presenti, davvero tanti, sono stati invitati a scrivere un messaggio, da lasciare ai posteri, che abbia come protagonista il Buttafuoco Storico di oggi, vino icona dell’Oltrepò Pavese. I messaggi sono stati incapsulati e saranno posizionati in un luogo rappresentativo dell’enoteca come testimonianza di una passato che guarda al futuro. Messaggi di sostenibilità e di identità del  territorio per ricordare a chi verrà dopo di noi che ci sono tanti viticoltori che credono nella bellezza dell’Oltrepò Pavese.

 

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