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Birra, 2020 quasi da dimenticare. Ma il 2021 regala soddisfazioni

Oggi, primo venerdì del mese, ricorre l'International Beer Day ed è l'occasione per fare il punto della situazione del settore. Nell'anno della pandemia i consumi sono crollati, ma quest'anno i valori tornano alti

 
06 agosto 2021 | 05:00

Birra, 2020 quasi da dimenticare. Ma il 2021 regala soddisfazioni

Oggi, primo venerdì del mese, ricorre l'International Beer Day ed è l'occasione per fare il punto della situazione del settore. Nell'anno della pandemia i consumi sono crollati, ma quest'anno i valori tornano alti

06 agosto 2021 | 05:00
 

Se dovessimo elencare tutte le feste e festicciole dedicate alle bevande, in questo mondo infinito di ricorrenze che si rincorrono, come i riflessi in una casa degli specchi, servirebbe un elenco telefonico. Ma di quelli vintage: il volumone, insomma. In pochi minuti di analisi internettiana abbiamo passato in rassegna lo Champagne Day, la Giornata dello spumante, il World Whisky Day, il World Cider (sidro) Day ... abbiamo scovato perfino un International Mead Day senza sapere cosa diavolo fosse il mead, o idromele, bevanda alcolica creata fermentando il miele con acqua e frutta, e poi spezie, cereali, luppolo.

Tornano i brindisi in compagnia Birra, 2020 quasi da dimenticare. Ma il 2021 regala soddisfazioni

Tornano i brindisi in compagnia

 

Il senso dell'International Beer Day

Ma siamo in estate, una birra fresca è quel che ci vuole, e così ci siamo fugacemente dedicati all’Usa National Beer Day il 7 Aprile, al National Ipa (India Pale Ale) Day il primo giovedì di Agosto, e all’International Beer Day il primo venerdì di agosto.
Jesse Avshalomov, il mitico fondatore dell’International Beer Day, che quest’anno ricorre il 6 agosto, pare avesse ben chiaro cosa celebrare, vale a dire:

  • la birra come bevanda da gustarsi in compagnia;
  • i produttori, i mastri birrai, i camerieri, i baristi, gli spillatori - tutto il popolo della birra, insomma, per la sua passione e dedizione;
  • la fantasia brassicola, in grado di generare centinaia di stili diversi, che oggi possono essere valorizzati e soprattutto tracannati tutti nello stesso giorno, a sottolineare l’unità nello spirito di tutti gli appassionati sparsi per ogni dove.

 

I consumi

I quali, oltre a folleggiare durante l’International Beer Day, magari saranno pure interessati a studiarsi i dati di un anno particolarissimo come il 2020. Secondo il rapporto Annuale di Assobirra la produzione nazionale si è attestata a 15.829.000 ettolitri, calando dell’8,4% rispetto al 2019; i consumi, invece, colpiti dalle restrizioni imposte nel fuori casa, hanno segnato un calo dell’11,4%: 18.784.000 ettolitri a fronte di un 2019 posizionato al di sopra dei 21 milioni. L’export, dal canto suo, dopo anni di crescita, subisce un calo del 4,8% con volumi esportati pari a 3,3 milioni di ettolitri, e comunque riconfermandosi verso i Paesi di grande tradizione birraria, a dimostrazione della qualità della birra italiana. Tra i principali Paesi importatori troviamo ancora in testa il Regno Unito (47,3%), poi gli Usa (7,3%) e l’Australia (7%).

E a conferma che i fenomeni economico-sociali necessitano sempre di più punti di osservazione, possiamo poi riflettere sui dati di Deliveroo, la piattaforma di online food delivery, che ha di recente ha monitorato gli ordini di birra evidenziando dati e curiosità sul consumo a domicilio. Scopriamo così che soprattutto in questa estate particolarmente calda (almeno in una parte della penisola) e ricca di appuntamenti sportivi da seguire in tv, la birra si conferma tra le bevande preferite: sia quando si ordina dai ristoranti, sia nel caso della spesa a domicilio. Basti pensare che è stabilmente tra i primi 10 articoli più ordinati dai 480 supermercati presenti in piattaforma, attivi in circa 80 città: nel complesso, l’incremento degli ordini di birra negli ultimi 6 mesi da supermercati partner di Deliveroo è stato del +285%. Situazione di crescita anche per i ristoranti, per i quali l’incremento ordini, nell’ultimo anno, è stato del +72%. Dove si ordina maggiormente la birra a domicilio? In cima alla classifica c’è la città di San Benedetto del Tronto (Ap), davanti a Terni, seconda, e Trieste terza. In quarta e quinta posizione si trovano, rispettivamente, Avellino e Pomezia (Rm). Seguono Reggio Emilia, Asti, Senigallia (An), Ravenna e Imola (Bo) a chiudere la Top10.

Il Beer Show Birra, 2020 quasi da dimenticare. Ma il 2021 regala soddisfazioni

Il Beer Show

 

Parola all'esperto

Crisi a macchia di leopardo, dunque, c’è chi piange e c’è chi ride, e perciò è il caso di verificare alla fonte: ma nel caso di Davide Cova, e del suo BeerShow in zona Isola, a Milano, sarà meglio verificare alla spina.

Partiamo da lontano, Davide: com’è cambiata la mentalità del consumatore di birra negli ultimi dieci anni?
Premetto che siamo aperti da sei anni, qui a Milano in via Borsieri, e ci caratterizziamo come pub specializzato in birra artigianale. Abbiamo però una quota di aficionados che il prodotto lo comprano e portano a casa, data l’ampia scelta di birre ‘di nicchia’ che proponiamo. In questi anni chi ci ha conosciuto ha anche imparato, si è abituato ad apprezzare la birra e a non fermarsi al primo assaggio, spaziando invece da uno stile all’altro: è così che si acquista consapevolezza, al di là del solito bere per levarsi la sete o accompagnare il panino.

Gioca e Parti

 

Un birrofilo informato e consapevole, insomma: possiamo parlare di tendenza a livello nazionale?
Sì, perchè no: possiamo dire, escludendo la frenata da Covid-19, che il movimento della birra artigianale è in costante crescita da parecchi anni. Se vogliamo proprio riferirci all’area di Milano, invece, rimango dell’idea che si possa fare di più e guadagnare posizioni, dato che siamo ancora lontani dai livelli di consumo registrati a Roma, ad esempio. Forse qui siamo più legati al cocktail e al vino, e il fenomeno brassicolo deve farsi largo tra questi concorrenti tradizionali. Molto potenti. Fa un po’ specie, tra l’altro, che la Lombardia sia la prima regione d’Italia per numero di birrifici artigianali, che a livello produttivo riescono a tirar fuori una qualità e un’originalità tali da averli resi famosi in mezza Europa.

Continuando ad analizzare il mercato, come procede il post-lockdown?
Voglio essere cauto, ma mi è chiaro che sta andando bene. Ci aspettavamo numeri addirittura superiori, ma può darsi abbia influito lo svuotamento di Milano: dopo tanti mesi di clausura la gente ha scelto di andare in vacanza, come e più degli altri anni. In generale, però, io resto ottimista: la tendenza è comunque in ascesa, per i locali come il mio Beer Show, e si tratta solo di capire in che percentuale e con quali ritmi dovremo far fronte a una domanda crescente. Io parto dal presupposto che è proprio il concetto centrale, quello di birra artigianale, a trainare dietro di sé tutto il comparto. Non penso, invece, che quello della birra a domicilio sia un trend stabile; è stato favorito ovviamente dal lockdown, ma birroteche e pub sono destinati a riguadagnare posizioni.

 



Fa piacere percepire un po’ di ottimismo da parte di persone come Davide Cova, che nel suo BeerShow  tutte le sere ha la possibilità di sentire il polso al quartiere Isola, e di riflesso a Milano, per capire se il cambio di ritmo arrivi o no. Di sicuro tutto fa brodo, in questo momento, che sia l’evento musicale all’interno della birreria o la promozione del microbirrificio lombardo, un servizio innovativo di beer delivery o la tavolata di amici che inneggiano all’International Beer Day in un pub, essendo stufi di rimanere tappati in casa. Le tendenze di medio-lungo periodo sono fondamentali, certo, ma forse in questo agosto 2021 è ancor più importante cogliere l’attimo, e godersi in allegria un  giro di chiare, scure, bianche o luppolate, finché si può.


 

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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