Per cogliere i segnali precoci, i cosiddetti early warning, bisogna essere bravini alquanto: avere sensibilità nel leggere lo scenario che evolve, captare indizi, aggiornarsi meticolosamente, sapere e volere ascoltare, saper analizzare ma anche saper fare sintesi.
Ma a cogliere i segnali già forti e chiari, suvvia, occorre soltanto essere diligenti e possedere la dote somma dell’onestà intellettuale.
Nell’attesa che il “tavolo vino” oracoli, mestamente riprendiamo quanto annunciò due mesi fa, nobile l’intento, il presidente dell’Ice Carlo Maria Ferro, che così riassunse l’impegno dell’agenzia nel Patto per l’export: «È un cantiere aperto, dove Ice lavora su quattro filoni: la campagna sul "nation branding", il sostegno alle fiere, all’e-commerce e alla formazione di esperti digitali».
Come cambia il mercato del vino
Il sistema fieristico rivoluziona calendari e formatCi si domanda quale sarà pertanto il sostegno a
ProWein 2021, semplicemente e saggiamente annullata da Messe Düsseldorf che con sano realismo ha pianificato direttamente l’edizione 2022. Già decise le nuove date: Prowein 2022 si terrà dal 27 al 29 marzo 2022. Indizio ulteriore di come si riallinea il
sistema fieristico è la riproposizione su tre giorni invece di cinque.
A tale proposito cominciamo a dubitare della percorribilità dell’
edizione 2021 di Vinitaly, messa a calendario nel mese di giugno.
Ed a proposito di edizioni che saltano, annoveriamo tra i segnali forti e chiari, quello che giunge dall’
Amarone della
Valpolicella che cancella l’
Anteprima solitamente in calendario a febbraio, per schedularla direttamente all’anno 2022.
Anche le anteprime slittanoLe altre anteprime, quelle
toscane in particolare che normalmente si tengono nel mese di febbraio, sono già state posposte al mese di
maggio e ci si augura vivamente, per quanto ciò sottende in termini di scenario complessivo, che esse si tengano.
Cogliamo altro segnale forte proveniente da due
consorzi.
I Consorzi virano sull'onlineIl Consorzio Tutela Vini Montefalco, sul suo website, si è dotato di shop
online attivando, in coincidenza con il periodo dell’anno più propenso ai regali, la vendita di una dozzina di confezioni, oltre alla possibilità di acquisto di determinate bottiglie.
Consegna gratuita per importi superiori ai 59 €.
Il
Consorzio Tutela Lugana Doc sta agendo su sentiero analogo, proponendo sul suo website le “Lugana Cheers Box” per supportare e promuovere non solo i
vini dei produttori associati, ma anche i prodotti del pertinente
territorio gardesano. Le vendite sono gestite dalle singole aziende, le proposte sono ben diciannove.
Il nuovo scenario del mercato enologicoQueste due iniziative dicono tanto sullo
scenario prossimo venturo del
wine market. Si aprono nuove ribalte di vendita a beneficio di variegate ed emergenti occasioni di consumo. Tutto ciò è reso abilitato da tre fattori:
a) la tecnologia, mediante la quale
l’e-commerce è “facile” sia per chi vende che per chi acquista (sell side e buy side);
b) la nuova
logistica che consente di andare oltre il concetto di carrello elettronico sfociando verso una “pedana elettronica”, con essa a voler intendere il groupage di prodotti di più aziende, assemblati e spediti in unica soluzione;
c) le nuove modalità di
pagamento elettronico.
Un nuovo rapporto tra produttori e ristoratoriConcorrenza all’
Horeca? Assolutamente no! Piuttosto un motivo in più per ripensare e riprogettare la relazione stessa che andrà a stabilirsi tra produttori di
vino (ma anche di food) ed i nuovi
ristoratori. Nuovi ristoratori di ristoranti nuovi.
Ristoranti dove, per stare in tema, è normale che si vendano
box di vini (e di food, anche). Ma l’aspetto saliente del ridisegno dei flussi di fornitura è un altro ed è commutazione molto importante: dalla
compravendita al conto vendita.
Stop alle ideologie, è il momento di fare squadraSorprende che questo tema non lo si affronti compiutamente, eppure è la semplicità che diviene difficile da attuare quando le remore sono
ideologiche e quindi comportamentali e quando alberga tra gli attori la
neofobia piuttosto che la neofilia. Di “si è sempre fatto così” le aziende muoiono.
Sandro Boscaini, attuale presidente di
Federvini, invoca una sorta di Piano Marshall, che preveda investimenti strutturali massicci per la digitalizzazione e per la promozione. Poi, a buon peso, tanto non guasta mai, invita le aziende e la politica a fare squadra, per salvare un intero comparto».
Il prossimo anno coincide con i 70 anni dal termine del
Piano Marshall, così come pianificato. Dopo 70 anni, vogliamo chiederci se la riuscita del Piano Marshall, ovvero il conseguimento degli obiettivi posti, fu dovuta anche alla buona volontà, all’ottimismo, all’entusiasmo, alla “voglia di futuro” che ebbero i nostri nonni? Abbiamo oggi, colpiti dal flagello
pandemico, empiti analoghi? Cosa ci lasciano presagire gli early warning?