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Il Green pass è in arrivo. La verifica sarà affidata ai gestori dei locali?

Un Dpcm potrebbe assegnare il controllo dei pass al personale di bar, ristoranti, discoteche e palestre. Mancano poche ore ma ancora non c'è certezza. Ecco come dovrebbe funzionare il QR code. Tutte le strutture sanitarie saranno coinvolte per garantire aggiornamenti del database di vaccinati e contagiati

di Alberto Lupini
direttore
 
14 giugno 2021 | 05:00

Il Green pass è in arrivo. La verifica sarà affidata ai gestori dei locali?

Un Dpcm potrebbe assegnare il controllo dei pass al personale di bar, ristoranti, discoteche e palestre. Mancano poche ore ma ancora non c'è certezza. Ecco come dovrebbe funzionare il QR code. Tutte le strutture sanitarie saranno coinvolte per garantire aggiornamenti del database di vaccinati e contagiati

di Alberto Lupini
direttore
14 giugno 2021 | 05:00
 

Dopo il vaccino, il green pass è stato da tempo indicato come lo strumento principale con cui garantire un’estate in sicurezza e un ritorno alla quasi normalità. Ma la quantità di annunci fatti è almeno pari ai dubbi che ci sono e alla totale incertezza che si è generata. Pensiamo al ruolo fondamentale che potrebbero dover svolgere per i controlli i gestori di bar, ristoranti o discoteche che al momento brancolano nel buio. Ora il pass è necessario solo per partecipare ai matrimoni e accedere in visita alle Rsa, tanto che il controllo è demandato ai responsabili delle strutture o ai loro dipendenti. Tuttavia, nella bozza del nuovo decreto che dovrebbe regolare questo strumento ci si sofferma ampiamente anche su altre attività dove il green pass potrebbe essere esteso per aumentare la capienza. E guarda caso si tratta di hotel, discoteche, cinema e ristoranti…

Comprensibile quindi che l’intero mondo dell’accoglienza voglia sapere in fretta come dovrà organizzarsi. Ma come sempre in Italia si aspetterà l’ultimo giorno utile. E del resto, dagli interventi a gamba tesa del garante della privacy all’anarchia delle Regioni, chiunque ha voluto dire la sua, senza che si arrivasse alla definizione di strumenti sicuri per tutti. Eppure, le questioni in sé erano chiare fin dall’inizio:
  • Chi gestisce questi pass?
  • Qual è lo strumento che deve usare il singolo cittadino?
  • Chi deve controllare questi pass?

Green pass in arrivo. La verifica sarà affidata ai gestori dei locali?


E tutto questo tenendo conto che lo strumento sarà regolato a livello europeo (e anche qui siamo in ritardo se si tiene conto che si dovrebbe partire in tutta Europa il 1° luglio), ma a livello dei singoli Stati ognuno avrà modalità diverse di gestione e in Italia, per annuncio dello stesso premier Draghi, si sarebbe dovuti partire dal 15 giugno. Si tratta in ogni caso di uno strumento fondamentale per riattivare i flussi turistici ed è quindi indispensabile che si arrivi al più presto ad una svolta.

Chi gestisce questi green pass?

Per logica, a gestire il rilascio dei green pass dovrebbe essere il ministero della Salute, per avere una certezza di tempi e funzionalità. Ma così non sarà perché vaccinazioni e tamponi fanno formalmente capo alle Regioni. E qui siamo davvero nella nebbia. C’è chi come il Lazio è da tempo pronto e chi, come la Calabria o la Sicilia, non sa nemmeno in un tempo ragionevole chi sta vaccinando.

In ogni caso questo pass sarà sia digitale che in formato cartaceo e attesterà, attraverso anche un QR code, la guarigione dal Covid-19 nei 6 mesi precedenti, l’esito negativo di un tampone effettuato nelle 48 ore precedenti o l’avvenuta vaccinazione per i 9 mesi successivi all’ultima dose.

Green pass in arrivo. La verifica sarà affidata ai gestori dei locali?


Ma chi attesta la validità di un QR code che potrebbe essere facilmente contraffatto?

Il testo provvisorio del Dpcm in arrivo chiarisce (si fa per dire) che ad emettere e validare il codice Qr formalmente sarà la piattaforma Dgc (Digital green certificate) che sta sviluppando Sogei per conto dei ministeri della Salute, della Transizione digitale e dell’Economia. Ma a gestirlo potranno anche essere direttamente i cittadini. Il green pass infatti può essere consultato e stampato dalla persona interessata dal sito dedicato (che ancora non si conosce ufficialmente), tramite fascicolo sanitario elettronico o anche dalla fallimentare App Immuni, dall’App IO (si sta lavorando per accogliere le rimostranze avanzate dal Garante della privacy nei giorni scorsi) e pure dal Sistema Ts che raccoglie i dati dei test sul covid.

Ma non è così semplice.

Non è che il green pass debba valere per sempre. Un cittadino che già lo possiede potrebbe anche ammalarsi e quindi il certificato andrebbe immediatamente revocato. E qui entrano in campo i medici di famiglia col loro gestionale, i pediatri di libera scelta, i farmacisti e tutti gli altri medici e autorità delle aziende sanitarie. E questo per garantire l’aggiornamento quotidiano del database con gli esiti dei tamponi o le nuove vaccinazioni. Sul fatto che questo poi avvenga realmente considerando i tempi della burocrazia regionale, ci sia consentito esprimere dei dubbi. La gestione dei dati dei contagi di Sicilia o Lombardia in alcune occasioni non è certo un esempio positivo…

In ogni caso ci dovrebbe essere un call center nazionale per aiutare i cittadini in difficoltà.

Il cittadino come userà il green pass?

Come detto questo pass dovrebbe essere sia in formato cartaceo (che ognuno potrà stamparsi liberamente), sia in formato digitale. Conterrà i dati personali e il ricordato Qr code (una sorta di codice a barre) con le informazioni relative al covid:
  • guarigione dal Covid-19 nei 6 mesi precedenti
  • esito negativo di un tampone effettuato nelle 48 ore precedenti
  • validità della vaccinazione per i 9 mesi successivi all’ultima dose
Questi dati dovranno essere mostrati in caso di controllo (a chi lo vedremo dopo) sia su carta che su cellulari dove devono essere installate, e aggiornate, le App Immuni o IO.
 

Ma chi controllerà questi pass?

Se fin qui le cose sembrano abbastanza chiare, sul tema dei controlli siamo ancora nell’incertezza. A controllare la validità dei green pass dovrebbe essere il personale dei servizi privati cui si intende accedere (locali, cinema, teatri). Il condizionale è d’obbligo, perché questa sembra la volontà del Governo (o almeno dell’ala più rigorista che fa capo al Ministro Speranza), ma non possiamo dimenticare che le Regioni, al contrario, chiedono che i controlli siano fatti solo dalle autorità con sistemi a campione, un po’ come avviene con assicurazione, patente e revisione periodica dell’auto.

Stando alla bozza del nuovo decreto, a controllare la certificazione non dovrebbero comunque essere solo i pubblici ufficiali. Dovrà farlo, si legge nel testo, anche «il personale addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi, i soggetti titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi per l’accesso ai quali è prescritto il possesso del certificato verde, nonché i loro delegati, il proprietario o il legittimo detentore di luoghi o locali presso i quali si svolgono eventi e attività per partecipare ai quali è prescritto il possesso del green pass, nonché i loro delegati e i gestori delle strutture che erogano prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali per l’accesso alle quali, in qualità di visitatori, sia prescritto il possesso della certificazione verde (nonché i loro delegati)».

Insomma per i gestori di bar, discoteche, ristoranti, hotel e centri sportivi potrebbe scattare l’obbligo dei controlli. Ma come si fa?

Un'altra App per controllare che il pass sia corretto

Siamo in Italia e falsificare dei documenti è spesso un gioco da bambini. E quindi occorrerà avere strumenti di verifica tecnologici che al momento non ci sono. Come si può fare quindi?

Si parla di un’altra app (ma quando sarà pronta?) in dotazione ad esercenti e gestori capace di leggere il codice Qr e dare o meno il via libera all’accesso. Ma attenzione, bisognerà anche accertare che il pass riguardi realmente chi lo presenta: da qui l’obbligo di dover chiedere di visionare un documento d’identità dei clienti, con tutte le inevitabili polemiche che ne seguiranno. A conti fatti, e a vaccinazioni avanzate, sarebbe meglio evitare di far fare controlli ai pubblici esercizi, se non in caso di eventi con grandi numeri di partecipanti.

Da fine luglio tamponi gratis?

Intanto consoliamoci pensando che con la fine di luglio potrebbero cadere tutte le restrizioni (cesserà lo stato di emergenza), non dovrebbe essere più obbligatorio portare la mascherina all’aperto e, giusto per non penalizzare chi non può o non vuole vaccinarsi, ci potrebbero essere tamponi gratuiti, grazie ai quale avere un green pass temporaneo per 48 ore.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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