Nonostante i problemi, ristrazione e turismo in Italia vinceranno sempre
Comunque vada sarà un successo. Eppure manca personale e quello che si trova spesso non è preparato. Alle aziende dell’Horeca arrivano, forse, solo le briciole dei finanziamenti previsti dal Pnrr. Eppure è il comparto che sta sostenendo la crescita del Pil… Ci sono proposte di finanziamenti da parte di alcune banche, prima di tutte Intesa-SanPaolo, ma il rialzo dei tassi non li rende sempre convenienti. Le proposte di decontribuzione o detassazione almeno delle ore di lavoro notturne o nei festivi sono rimaste nella mente della ministra Daniela Santanché, travolta dalle inchieste per bancarotta e falso in bilancio delle sue società. Così come sono al momento svaporati i progetti di riforma degli affitti brevi. La revisione dei codici Ateco per caratterizzare meglio le diverse attività messe in un unico calderone da privatizzazioni ideologicamente sbagliate è finita nel dimenticatoio. Un’intesa con l’Europa sulle concessioni balneari è ancora tutta da tentare, mentre sulle spiagge mancano almeno 4mila bagnini…
Il futuro del Turismo in Italia: rinnovi contrattuali e riforme indispensabili
Potremmo continuare nell’elencare le difficoltà in cui si muovono oggi bar, ristoranti e alberghi, ma a conti fatti la capacità degli imprenditori del comparto turismo e accoglienza riuscirà a superare anche le sfide di questa estate e alla fine, come detto, comunque vada sarà un successo. Fra mare, montagna, città d’arte o voli aerei siamo praticamente all’overbooking ovunque e il turismo sembra avere decisamente il vento in poppa. Secondo la più classica regola italiana, abbiamo assistito a mesi di dibattiti e proposte interessanti. Dal Governo sono venuti in particolare segnali importanti di attenzione e impegni verso il mondo dei pubblici esercizi e dell’hotellerie, ma alla fine dobbiamo dire che alle parole non sono finora seguiti i fatti.
È chiaro però che così non si può più andare avanti: occorre un netto giro di boa e superare l’emergenza. L’intero sistema ha bisogno di regole nuove capaci di garantire profitto alle imprese e giuste remunerazioni agli addetti. Bisogna ridare valore a alcune figure professionali (e non ci riferiamo solo all’ormai stantio dibattito fra sala e cucina), garantendo anche al personale una migliore qualità di vita. Ne va del futuro di un comparto e di una modalità di accoglienza e servizio che fa parte dello stile italiano di vita che sostiene il brand - legato anche a benessere, moda, design e alta tecnologia - del “Made in Italy”. E se la politica latita, tocca alle imprese fare i passi concreti. O meglio, tocca a chi ne rappresenta gli interessi.
Con l’autunno diventerà quindi centrale la questione dei rinnovi contrattuali che non potranno certo limitarsi solo a ritocchi degli stipendi (pure necessari). Si tratta di mettere in campo nuove idee per riorganizzare da subito orari di lavoro e servizi, puntando nel medio periodo a radicali riforme dei percorsi di formazione che vadano ben oltre il Liceo del Made in Italy.
L’adesione di tutte le sigle più importanti del mondo della cucina al manifesto della Ristorazione proposto nei mesi scorsi dalla Fipe-ConfCommercio è in questa prospettiva uno strumento fondamentale per fare finalmente squadra e sinergia. Si tratta ora di avviare quella che potrebbe essere davvero una svolta, se non una rivoluzione. E a fronte di contratti fra le parti che cambiano il sistema, alla politica non resterà che accodarsi…