L'Istituto Nazionale Ricerche Turistiche (Isnart), in collaborazione con la Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe), ha presentato una proposta innovativa per il settore della ristorazione: la creazione di una filiera corta che garantisca l'approvvigionamento di prodotti ittici di alta qualità, sostenibili, freschi e controllati fin dalla loro nascita. Questa iniziativa, parte di un progetto più ampio promosso dal ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) insieme a Unioncamere, si concentra sull'utilizzo dell'acquacoltura sostenibile per soddisfare le esigenze dei ristoratori e dei consumatori finali.
Durante un evento informativo, al quale ha partecipato anche l'Associazione Piscicoltori Italiani (Api), infatti, è emerso un interessante dibattito riguardo alle percezioni legate all'acquisto di pesce. Nell'immaginario collettivo, spesso si attribuisce una maggiore qualità al pesce pescato rispetto a quello di acquacoltura. Tuttavia, gli esperti hanno evidenziato che, contrariamente ad altri prodotti gastronomici, la qualità del pesce è effettivamente garantita quando viene coltivato o allevato con il supporto dell'uomo. Ad esempio, le carni più pregiate sono il risultato di animali allevati, con un nutrimento controllato, ma non di animali selvaggi. Inoltre, gli allevamenti di acquacoltura offrono una filiera di produzione altamente controllata, come dimostrato dall'esempio dell'allevamento degli storioni, che rappresenta una sfida tecnica, soprattutto per la produzione di caviale.
La qualità del pesce è effettivamente garantita quando viene coltivato o allevato con il supporto dell'uomo
L'acquacoltura garantisce una tracciabilità completa
Un aspetto fondamentale di questa evoluzione nel settore dell'acquacoltura è la sostenibilità di tutto il processo produttivo. Ciò include la selezione accurata degli avannotti, la gestione responsabile degli allevamenti e l'utilizzo di alimenti controllati per i pesci. Queste pratiche garantiscono una tracciabilità completa, supportata da enti certificatori, elementi che i ricercatori di mercato hanno evidenziato come determinanti per una posizione di premium price sia per i consumatori che per il settore professionale, compreso il settore del banqueting. L'Italia, con i suoi 8.000 km di costa, possiede un'innata propensione allo sviluppo dell'acquacoltura marina, ma anche di quella in acqua dolce, come dimostrano gli allevamenti di trote, salmerini, anguille e storioni. Questa ricchezza di risorse naturali offre al settore della ristorazione l'opportunità di offrire prodotti ittici freschi, di alta qualità e provenienti da una filiera corta, che garantisce la sicurezza alimentare e la coerenza degli standard gastronomici.
Acquacoltura, l'obiettivo è quello di fornrie un prodotto ittico di qualità
L'iniziativa promossa da Isnart e Fipe rappresenta un passo significativo verso la creazione di una filiera corta nel settore della ristorazione, in grado di soddisfare le esigenze dei clienti e di supportare la sostenibilità ambientale. Attraverso l'acquacoltura sostenibile e il controllo accurato di tutto il processo produttivo, l'obiettivo è quello di fornire un prodotto ittico di qualità superiore, promuovendo al contempo la tutela delle risorse marine e la sicurezza alimentare. In un contesto in cui la consapevolezza dei consumatori riguardo all'impatto ambientale delle loro scelte alimentari è in costante crescita, questa proposta rappresenta un'opportunità per il settore della ristorazione di abbracciare pratiche sostenibili e di fornire ai propri clienti prodotti di alta qualità, freschezza e sicurezza. Il cuoco, il ristoratore come spesso accade nel settore food, sono gli ambasciatori naturali di percorsi enogastronomici che influenzano il mercato domestico, il coinvolgimento di Fipe è quindi fondamentale nel sostenere con forza e qualità lo sviluppo della acquacoltura nel nostro paese.