La crescita inarrestabile del costo dell’energia si sta abbattendo su bar, hotel, ristoranti, empori e minimarket nonché su tutte le imprese del terziario di mercato, dei servizi e della grande distribuzione. Sta provocando drastici aumenti delle bollette e dei costi di gestione ormai non più sostenibili. Uno scenario che, in assenza di nuove e ulteriori misure di contrasto e sostegno, mette seriamente a rischio la prosecuzione dell’attività di tantissime imprese nei prossimi mesi.
Per questo motivo ANCC-COOP, ANCD-Conad, Fipe-Confcommercio, e Federdistribuzione, in rappresentanza della quasi totalità delle imprese del commercio al dettaglio, hanno deciso di unire le loro voci, denunciando la drammatica situazione in cui sta vivendo il settore, chiedendo una serie di aiuti e presentando un decalogo di buone pratiche di risparmio energetico per contrastare la nuova emergenza e per far comprendere al Governo la gravità della situazione. Per i richiedenti non è infatti possibile aspettare la formazione di un nuovo Esecutivo per ottenere i necessari aiuti.
Confcommercio ha invitato tutti gli esercenti a spegnere le luci delle loro attività a partire dalle 12 per 15 minuti per sensibilizzare ulteriormente l'opinione pubblica rispetto al tema in questione.
Da sinistra Pedroni, Frausin, Stoppani, Prampolini e Pugliese
L' allarme: «Il caro energia uccide hotel, bar, ristoranti e supermercati»
All’incontro sono intervenuti Lino Stoppani (presidente nazionale di Fipe, la Federazione dei pubblici esercenti e vice presidente vicario di Confcommercio), Marco Pedroni (presidente di Ancc - Coop e Coop Italia), Francesco Pugliese (amministratore delegato di Conad), Alberto Frausin (presidente di Federdistribuzione) e Donatella Prampolini (presidente di Fida- Confcommercio).
L'incontro si è aperto con una riflessione sulla corsa inarrestabile dei prezzi delle materie prime energetiche e un’inflazione che viaggia intorno all’8% - in gran parte determinata proprio dalle tensioni sulle materie prime causate dalla guerra in Ucraina - che si sta abbattendo sui bilanci delle imprese del terziario e della distribuzione tradizionale e moderna con un aumento delle bollette che, di giorno in giorno, diventa sempre più insostenibile.
«Siamo di fronte a una situazione di vera e propria emergenza che sta comprimendo i già bassi margini operativi di molte aziende del settore e che rischia di portare al rallentamento, se non addirittura alla chiusura, di tante attività - ha dichiarato Lino Stoppani - Questa situazione avrà infatti effetti spaventosi sui conti economici delle nostre imprese che hanno già una bassa marginalità. Se dovremo aggiungere costi di queste dimensioni è evidente che la quadratura dei conti sarà impossibile. A livello generale ci sono 120mila imprese delle quali 17mila pubblici esercizi che sono già nelle condizioni di non sostenere la pesantezza di questi aumenti e c'è anche il rischio di perdere complessivamente 370mila lavoratori, con tutti i problemi che ne deriverebbero, incluso quella della dispersione delle competenze».
Tra i settori più esposti ai rincari energetici, il commercio al dettaglio, in particolare la distribuzione tradizionale e moderna del settore alimentare, la ristorazione, la filiera turistica, i trasporti che, a seconda dei casi, registrano rincari delle bollette fino a tre volte nell’ultimo anno e fino a cinque volte rispetto al 2019, prima della pandemia.
Complessivamente, la spesa in energia per i comparti del terziario nel 2022 ammonterà a 33 miliardi di euro, il triplo rispetto al 2021 (11 miliardi) e più del doppio rispetto al 2019 (14,9 miliardi).
Lino Stoppani
L'allarme della distribuzione moderna: molte imprese rischiano di chiudere
La Distribuzione moderna, pur non rientrando nella classificazione dei settori “energivori”, ha consumi per oltre 12,2 TWh, su cui impattano principalmente la gestione della catena del freddo e dei banchi refrigerati. Le aziende della distribuzione stanno registrando incrementi del costo delle bollette mai registrati prima: siamo su una media tra il +200%/+300% con punte anche più alte in certi casi.
Oggi l’incidenza del costo dell’energia sul conto economico delle imprese del settore sta subendo un incremento significativo, passando dall’1-1,5% del 2021 al 3-4%, con punte fino al 6%. Con utili medi che il settore registra tra 0,5/1,5% è evidente che molte imprese sono fortemente a rischio di tenuta dei conti economici. La Distribuzione Moderna è impegnata da molti anni in investimenti su impianti di nuova generazione per il raffreddamento e per la produzione di energia rinnovabile. Quasi la totalità delle aziende ha già investito sull’illuminazione a basso consumo (Led) e su impianti di riscaldamento e aria condizionata a pompe di calore. Il comparto distributivo sarà impegnato anche in futuro in azioni concrete per contenere i consumi di energia, ma saranno interventi che avranno necessariamente un effetto limitato sui consumi energetici. Alcuni consumi di energia sono incomprimibili: si pensi ai banchi refrigerati, il cui assortimento, fatto di prodotti deperibili, è vitale per molte filiere produttive di eccellenza del Made in Italy ed è un servizio fondamentale per i consumatori, che possono accedere a un assortimento di prodotti di qualità. I prodotti deperibili, rappresentano oltre il 45% delle vendite medie di un supermercato, e in gran parte rappresentano eccellenze produttive nazionali, prevalentemente del territorio.
«Le aziende che operano nella grande distribuzione non possono permettersi di pensare di chiudere per qualche mese come stanno ventilando di fare alcune attività - ha dichiarato Alberto Frausin - Siamo sempre rimasti aperti durante il lockdown e continueremo a farlo per garantire un servizio essenziale agli italiani. Però serve che dalle istituzioni arrivi una grande mano. Da parte nostra faremo il possibile per continuare a investire nel risparmio energetico e nel comunicare l'importanza ai nostri clienti».
Alberto Frausin
Le richieste e le proposte al Governo
Per contrastare questi effetti ed evitare il rischio chiusura delle imprese, Confcommercio, ANCC-Coop, ANCD-Conad e Federdistribuzione hanno condiviso una serie di proposte al Governo e al Parlamento da attuare con urgenza:
- incremento del credito d'imposta per il caro energia elettrica dal 15% al 50% nel caso di aumenti del costo dell’energia superiori al 100%, misura che andrà estesa anche all’ultimo trimestre dell’anno;
- ampliamento dell’orizzonte temporale per la rateizzazione delle bollette almeno fino a dicembre 2022;
- incremento fino al 90% della copertura offerta dal Fondo di garanzia per le PMI anche per i finanziamenti richiesti dalle imprese per far fronte alle esigenze di liquidità determinate dall’aumento del prezzo dell’energia elettrica.
Va, inoltre, perseguita una maggiore inclusività della misura del credito di imposta rendendola accessibile anche ai soggetti esercenti attività di impresa, arti o professioni con potenza installata inferiore a 16,5 KW.
Inoltre è necessario proseguire con gli strumenti già messi in campo dal Governo, esonerando gli utenti finali dal pagamento degli oneri generali di sistema, fintantoché la situazione internazionale non si sarà risolta e i prezzi dell’energia non saranno ritornati ai valori pre-crisi. Occorre, poi, favorire la realizzazione di audit energetici, semplificando le norme e garantendo, in ogni caso, la fase di controllo.
Per Donatella Trampolini «i fondi per finanziare questi interventi devono arrivare dall'utilizzo del gettito sugli extra profitti che le compagnie energetiche hanno avuto in questo periodo, ma anche dall'utilizzo del gettito Iva. Ricordiamo che sulle bollette c'è un gettito di iva al 22% e di conseguenza il suo valore sarà aumentato esponenzialmente. Questi contributi serviranno per finanziare la procedura di emergenza, dopodiché si vedrà per gli interventi sul lungo periodo.
Donatella Prampolini
Servono aiuti anche per fronteggiare il caro carbuanti
Un’attenzione particolare va prestata all’impatto deflagrante degli aumenti in corso sull’economia turistica colpita sia dal caro trasporti, che dall’incremento dei costi di esercizio che rischiano di azzerare gli effetti della ripresa in corso e in vista della stagione invernale sulla quale si sta puntando tutto.
Sul fronte dei carburanti, occorre agire prorogando ulteriormente la riduzione delle accise sui combustibili, nonché l'applicazione dell'IVA al 5% sul metano per autotrazione e potenziare ulteriormente le misure a sostegno di questo carburante. Vanno, inoltre, rafforzati gli specifici interventi varati in favore degli utilizzatori professionali del gasolio per autotrazione (trasporto pesante), che sostanzialmente non traggono alcun beneficio dal taglio dell’aliquota ordinaria dell’accisa.
Infine, in un contesto in cui si aggravano i rischi di crisi d’impresa, andrebbero riproposti gli interventi “emergenziali” in materia di sospensione temporanea dell’ammortamento annuo del costo delle immobilizzazioni materiali ed immateriali e delle disposizioni in materia di riduzione del capitale per perdite e di riduzione del capitale sociale al di sotto del limite legale.
Il decalogo delle azioni per il risparmio energetico dei punti vendita
Per contrastare più efficacemente i rincari delle bollette sono stati individuati alcuni principi generali per contenere i consumi e favorire il risparmio energetico dei punti vendita che ciascuna Organizzazione si impegna a promuovere tra i propri associati. Questi principi sono sintetizzati in un decalogo di azioni e comportamenti virtuosi:
- Spegnere le insegne luminose e le apparecchiature non necessarie in concomitanza con gli orari di chiusura dell’attività commerciale;
- Ridurre l’intensità luminosa del punto vendita e spegnere o ridurre in modo significativo l’illuminazione in ambienti poco frequentati;
- Regolare la temperatura ambientale dell’attività commerciale (riscaldamento/raffrescamento) nell’ottica di contenere i consumi;
- Interrompere la funzione di riciclo dell’aria nelle ore notturne;
- Tenere chiuse le porte di ingresso per evitare dispersioni termiche in assenza di lame d’aria;
- Ridurre la temperatura dell’acqua utilizzata all’interno dei locali;
- Utilizzare in maniera efficiente l’energia elettrica ed il gas naturale per la cottura dei cibi, monitorando i relativi consumi energetici;
- Utilizzare in modo efficiente le celle e i banchi frigoriferi, attraverso un corretto caricamento degli stessi, limitando le aperture allo stretto indispensabile e sensibilizzando anche la clientela a tal fine;
- Utilizzare in modo efficiente gli elettrodomestici in dotazione all’attività commerciale;
- Razionalizzare l’organizzazione del lavoro al di fuori degli orari di apertura al pubblico (pulizie, caricamento banchi, ecc.) al fine di ridurre i consumi energetici.