Oscar Mazzoleni ha 43 anni, in gran parte passati vissuti tra le sale e le cucine dei ristoranti. Lo fa anche oggi con il suo Carroponte, imperdibile indirizzo del gusto a Bergamo, che a un'interessante proposta gastronomica affianca un'attentissima selezione di vini. Non potrebbe essere altrimenti, vista l'esperienza di Oscar, sommelier dal 2002. Insomma, un professionista a tutto tondo. E chi meglio di lui può raccontare il momento che sta vivendo la ristorazione? Una carenza di personale diventata ormai sistemica e che sembra non avere via d'uscita. Cosa fare allora? «Dare ai ragazzi contratti adeguati e tornare a farli innamorare della nostra professione», dice Mazzoleni.
Oscar Mazzoleni
Carenza di personale, la ricetta di Oscar Mazzoleni
«Il problema della carenza di personale c'è ed è evidente, nella ristorazione come in altri settori - sottolineato Oscar - Dopo il Covid ci siamo trovati a gestire giovani che non sanno più cosa fare. In due anni in tanti hanno perso la passione per questo mestiere, hanno avuto paura di ciò che poteva succedere e hanno cambiato lavoro».
Da dove ripartire, quindi?
L'obiettivo comune di chi lavora nella ristorazione deve essere uno: far tornare la gente ad appassionarsi al nostro lavoro. Faccio il cameriere da 28 anni, sono felice di farlo e non mi pesa andare a lavorare. Mi piace ospitare la gente. In tanti invece sembrano non avere più la voglia di fare progetti a lungo termine o di mettersi in gioco. Si è persa un po' la linea guida.
E dal punto di vista formale, per ritornare "in bolla", cosa si può fare?
Non serve fare polemica o piangersi addosso. Serve invece mettere i ragazzi nelle condizioni di lavorare bene. Servono contratti adeguati. Il nostro non è un mestiere che va ad ore, ma un mestiere che vive di passione. Torniamo ad appassionarci e divertirci, con i giusti contratti e si troveranno di nuovo le giuste motivazioni.
Qualcosa che voi al Carroponte state già mettendo in pratica, giusto?
Sì, da quest'anno, come novità per tutta la squadra, non c'è più soltanto la domenica libera, ma anche il lunedì. Lavorando cinque giorni su sette magari trovi le motivazioni giuste e hai spazio anche per il resto.
Oscar Mazzoleni durante un servizio al Carroponte
Tornando all'attualità, come ha influito la pandemia sulla questione del personale?
I ragazzi si sono un po' seduti. Sono stati a casa, non hanno fatto niente e adesso vogliono essere strapagati per fare il meno possibile. Torno alla passione: quando ho finito l'alberghiero sono andato in Svizzera a lavorare. Ho fatto sei mezze giornate di riposo, non vedevo l'ora di avere il certificato di servizio del Suvretta di St. Moritz. Ora è diverso...
Insomma, la gavetta...
Ai miei temi la gavetta era considerata l'abc per diventare qualcuno. Chi aveva ambizioni continuava ogni giorno a "rubare" i segreti del lavoro. Qualcosa oggi si è rotto: ci sono ragazzi che chiedono un contratto di 4 mesi e 22 giorni perché poi avranno la disoccupazione, altri che hanno il reddito di cittadinanza e chiedono di lavorare in nero. Probabilmente abbiamo sbagliato qualcosa. Di certo, dopo la pandemia abbiamo capito che c'è del tempo da spendere bene. Non posso però pensare di essere stanco di fare il cameriere a 25 anni. Serve tornare a lavorare con passione e voglia. Il sacrificio e la gavetta, se si è ambiziosi, non possono mancare.
In chiusura, qual è il tuo consiglio per chi si avvicina alla professione?
Appassionatevi, è un lavoro straordinariamente bello. Io non ho un sabato sera da 28 anni, non ricordo l'ultima volta che ho avuto un giorno festivo, ma ho tanta voglia di imparare, ancora tanta voglia di mettermi in gioco. Andate avanti senza paura, amate il vostro lavoro, non abbiate timore di sbagliare. Innamoratevi e divertitevi.