Erano gli anni Cinquanta dello scorso secolo quando lo psicologo statunitense Abraham Harold Maslow sviluppò la teoria della piramide dei bisogni. Questa teoria descrive i bisogni umani in cinque livelli: da quelli fisiologici fino ai bisogni più raffinati e complessi. L’idea di Maslow, la cui teoria della piramide funge da supporto, era quella di aiutare le persone a comprendere i propri bisogni e a soddisfarli.
La piramide di Maslow
La piramide, intesa proprio come figura geometrica, aiuta molto a comprendere la teoria dei bisogni di Maslow con i suoi cinque livelli differenti.
Si parte dalla base della piramide, formata dai bisogni indispensabili e inderogabili per ogni essere umano, senza i quali non sarebbe possibile vivere, fino ad arrivare ai livelli più alti, all’apice della piramide, che sono rappresentati da bisogni progressivamente più raffinati e complessi.
Le cinque categorie di bisogni su cui si basa la teoria di Maslow, rappresentate dai vari piani della piramide sono, partendo dalla base fino ad arrivare all’apice:
- bisogni fisiologici
- sicurezza
- bisogni sociali
- stima di sé
- bisogni di autorealizzazione
I bisogni fisiologici basilari sono mangiare, bere e dormire; a dirla diversamente: nutrirsi, bere e riposare.
La sicurezza comprende sia la sicurezza personale sia quella finanziaria: la ragionevole certezza del reddito mensile. La legge e le forze dell’ordine gratificano, almeno in teoria, il bisogno di sicurezza dei cittadini
I bisogni sociali includono i desideri di relazioni e di appartenenza. Rapporti di affetto, di amore, relazioni amicali e sentimentali, l’appartenenza a determinati gruppi.
La stima di sé ad intendere la soddisfazione della curiosità e la necessità di crescere e di migliorare; il desiderio di essere rispettato, riconosciuto e approvato.
I bisogni di autorealizzazione sono collegati alla necessità di compiere qualcosa di significativo e quindi di avere un senso di scopo nella vita.
I bisogni di autorealizzazione sono quelli che spingono le persone a realizzarsi e a realizzare tutto ciò che hanno sempre desiderato sfruttando le proprie capacità e competenze, che siano fisiche o mentali.
Gli anni Ottanta e il ribaltamento
La Piramide di Maslow, dal suo nascere negli anni Cinquanta e fino agli Settanta, ha fatto il suo mestiere di Piramide poggiando, come è normale e naturale che sia, sulla sua base.
Poi, l’euforia degli anni Ottanta, la constatazione che i bisogni dei primi due livelli erano in qualche modo soddisfatti by default, portò una creativa corrente di pensiero, a parlare di Piramide Capovolta: la piramide che poggia sul vertice (!) ad intendere che oramai i bisogni da soddisfare erano quelli di vertice, ribadendo, per l’appunto, che quelli di base erano diventati soddisfatti by default.
Ci abbiamo creduto tutti! Le palestre, le scuole di danza, le settimane bianche e tanto ancora, ma proprio tanto tanto tanto e andava tutto bene bene bene e proprio bene così!
Questa sorta di vita fiabesca nel paese di Bengodi ebbe i suoi primi scricchiolii sul finire del primo decennio del secolo corrente. Avvisaglia, nulla più. Falso allarme fu la liberatoria e consolatoria diagnosi.
Covid, guerra e crisi economica
E poi, e poi… marzo 2020. Questo oggetto misterioso da far paura del Covid. Lockdown, zone colorate, tutto chiuso. Decessi a migliaia, vaccinazioni, green pass.
Finito! Finito di nuovo! Evviva!! Estate edonistica quella appena trascorsa, e va pure bene, che male c’è. Niente, per carità! Solo che la guerra in Ucraina era scoppiata già a febbraio. Sì, ma è lontano da qui e poi durerà poco.
La guerra, la pandemia sopita ma non sconfitta, l’inflazione al 9%, il carobollette. Sta arrivando, la tempesta perfetta.
E con la tempesta perfetta, i bisogni fisiologici tornano ad essere bisogni concreti e quotidiani e non spettri del passato. Parimenti dicasi dei bisogni di secondo livello.
Che si fa? Ci si attrezza, ci si adegua e vedremo.
Di certo è che la piramide che poggia sul vertice si è ricapovolta e adesso, come natura vuole, essa poggia nuovamente sulla base.
Nutrirsi, bere e riposarsi bene
Con umiltà, serenamente, senza che il panico ci sovrasti, si prende atto del nuovo scenario: la centralità ritrovata dei bisogni secondo l’originale Piramide di Maslow.
Sapremo nutrirci, sapremo bere e sapremo riposarci.
Come?
Ripensando i modelli comportamentali che abbiamo avuto durante i decenni euforici. Scopriremo così che è proprio bello continuare ad andare al ristorante, perché mai dovremmo rinunciare al piacere del mangiare bene in compagnia.
Quale ristorante? Mangiando cosa? Attingendo da quali menu? Privilegiando cosa? In quali fasce orarie? Essendo serviti come?
Sapremo sceglierci la bottiglia di vino, quello proprio buono buono, di cui sappiamo tutto. Piena disponibilità a pagarlo quanto è corretto che sia. Di meno no, non si può. E di più nemmeno. Nemmeno di più si può: è scorretto e non è etico.
Sapremo continuare a viaggiare, scegliendo la migliore soluzione per dormire. Più che il lusso ostentato, opteremo per la dimora a conduzione familiare, dove, per dirne una, la prima colazione è frutto di amorevole preparazione più che sfarzo visivo di prodotti industriali.
Non verremo costretti alla frugalità. Vorremo noi, consapevolmente vivere una nuova frugalità scoprendo che essa non significa minimamente sentirsi “poveri”, proprio per nulla. Significa solo riappropriarsi del “value for money”, ritornando a conferire al denaro il suo valore.
E magari proprio pragmaticamente ripartendo dal valore per il denaro, riconquistare in modalità differente dal passato il soddisfacimento di quei bisogni di terzo, quarto e quinto livello che comportano rifocalizzare attenzione sui valori correlabili al nostro prossimo.
Cosa devono fare i ristoratori?
Cosa hanno in tutto ciò, al cospetto di questa piramide ricapovolta, da aspettarsi i ristoratori ed anche gli albergatori?
Molto dipende da loro, dal loro mindset, dalla loro mentalità?
Se rimodellano tempestivamente i loro comportamenti, osando il nuovo senza piangere sul vecchio che non c’è più, gli si presentano dinanzi praterie di sano business.