Il turismo estivo alla prova della variante Delta e del green pass registra le prime scosse di assestamento. «Per ora non vediamo cancellazioni provocate da fenomeni di isterismo», ha affermato al Corriere della Sera il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca. Eppure, le cronache locali sono piene di alert a causa delle cancellazioni per i viaggi all’estero previsti per agosto e la sofferenza dei flussi last-minute con destinazioni italiane – che rischiano di diventare zona gialla.
Vacanze 2021, si iniziano a registrare le prime cancellazioni
Marina Lalli (Federturismo): «Se si dovessero restituire tutte le caparre andremo gambe all'aria»
«Siamo molto preoccupati: fino a dieci giorni fa ci preparavamo a un’estate in forte ripresa, ora si prospetta una chiusura ancora più rapida dell’anno scorso, quando i primi stop arrivarono a metà agosto», ha ammesso Marina Lalli, presidente di Federturismo Confindustria. Prima dell’avvio della stagione, nonostante la pandemia abbia dato tregua solo a partire da fine aprile in poi, l’idea era quella di recuperare almeno un 50% del 2019 a fronte di un 2020 chiuso con cali del -70% di fatturato. E questi sono i giorni decisivi per capire se il trend posso diventare realtà. «C’è ancora una certa fiducia da parte dei clienti, che attendono lo sviluppo della situazione prima di cancellare le prenotazioni. Ma se dovessimo restituire le caparre come a marzo-aprile 2020 non avremmo più le risorse per andare avanti», ha proseguito Lalli. Una prospettiva che il settore è pronto a evitare sostenendo con forza l’estensione dell’utilizzo del green pass.
Ivana Jelenic (Fiavet): «Richieste di viaggio in calo del -50% a livello nazionale»
Per Ivana Jelenic, presidente Fiavet, «la maggioranza delle imprese, agenzie di viaggio, tour operator e alcune realtà alberghiere sono allo stremo. La scorsa settimana abbiamo registrato un 50% in meno di richieste di viaggio, in Italia e all’estero, e chi ha già prenotato comincia a disdire, per la paura di restare bloccato in altri Paesi e per l’incertezza sulle regole da seguire una volta rientrati».
Il caso Sardegna: da isola covid-free a destinazione "indesiderata"
A “subire” maggiormente questa situazione è la Sardegna dove luglio e agosto dovevano segnare la prima vera riscossa del turismo. Ma così, forse, non sarà. «Le cancellazioni ci sono, sono dovute alla situazione legata alla pandemia. Non sono numerose, ma se dovessimo tornare in zona gialla potrebbero esplodere a causa di vincoli e restrizioni», ha avvertito sulle pagine della Nuova Sardegna Fabio Fiori, presidente degli albergatori di Olbia. Ad abbandonare i progetti di un’state in Sardegna sarebbero prima di tutto gli stranieri che, già nei mesi scorsi, erano rimasti cauti sulle prenotazioni: «I dati di metà luglio ci dicono che i mercati inglese e spagnolo sono inesistenti, e parliamo di due tra quelli di riferimento per Olbia», ha concluso Fiori. Meno catastrofista ma comunque guardinga è stata Ramona Cherchi, vicepresidente di Federalberghi Gallura: «Il tasso di occupazione è abbastanza buono fino a Ferragosto, ma tutto è sotto data, c’è instabilità e paura, nessuno fa grandi programmi. Stanno cominciando ad arrivare le prime cancellazioni, credo ci sia urgenza di applicare il modello francese con il green pass».
Il tutto a fronte di una situazione delicata sull'isola con il governatore Christian Solinas pronto a riavviare l'attività di screening a chi sbarca in Sardegna ma allo stesso tempo intento a tenere sotto controllo i vari, piccoli focolai scattati sull'isola (che, come la Sicilia, resta al fondo delle calssifiche di vaccinazioni effettuate).
Green pass utile anche per il traffico domestico
Uno strumento che farebbe bene anche al traffico domestico. Secondo Confapi e Fiavet Lazio, solo nel territorio regionale agenzie e tour operator hanno registrato un crollo del 50% di richieste di preventivi per viaggi vacanze e sono state cancellate la metà delle prenotazioni effettuate a luglio, circa 150mila viaggi persi, soprattutto fra gli under 30. «La stagione non era partita secondo canoni nomali ma a livelli inferiori anche rispetto all’estate scorsa, adesso la situazione è veramente drammatica anche per gli arrivi, stanno cominciando ad arrivare ma allo stesso tempo c’è chi sta cominciando a cancellare ottobre», ha affermato a Repubblica Roma Stefano Corbari, presidente di Fiavet Lazio. E i prodromi di quello che potrebbe essere un autunno a bocca asciutta si possono scorgere già ora: -30% di arrivi stranieri a Roma nel giro di una settimana. Dato che ritocca al ribasso la stima di recuperare almeno il 10% dei 30 milioni di turisti in visita alla Capitale nel 2019. «Varianti, possibili lockdown o restrizioni, viaggi cancellati, contagiati, green pass, vaccini, sostegni che non arrivano: è una tempesta senza fine. Forse sarebbe il momento di dedicarci a riorganizzare una volta per tutte il settore turistico. Tanto anche il 2021 è un altro anno fallimentare», ha aggiunto Stefano Donghi, vicepresidente della sezione turismo di Confapi.
Per Fiavet, le richieste di viaggio sono crollate del 50% nel giro di pochi giorni
Liguria in controtendenza: «Qui tutto sold out»
In controtendenza, invece, la Liguria: «Non abbiamo per ora sentori da parte della clientela: non c’è una frenata nelle prenotazioni e non abbiamo ricevuto disdette. Il trend per i mesi estivi è confermato, siamo in una situazione confortante. L’autunno, invece, è ancora in stand by», ha raccontato al Secolo XIX Christian Feliciotto, presidente provinciale di Federturismo Imperia. Qui, semmai, il problema sono le autostrade: «Negli ultimi weekend di luglio, per questo motivo, è stato perso qualcosa del nostro bacino piemontese e lombardo», ha sottolineato Feliciotto. «Nella mia Liguria, al momento, non ci sono disdette da parte dei turisti italiano o stranieri per colpa della variante Delta. Anzi, negli ultimi giorni abbiamo assistito addirittura a un’impennata», ha rilanciato Americo Pilati, presidente onorario di Federalberghi Liguria.
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