I più ottimisti ci dicono di attendere ancora due/tre settimane al massimo. Ed anche i più prudenti non vanno oltre i due mesi. In ogni caso
è certo che ormai dovrebbe essere solo questione di giorni e poi, finalmente, potremo allentare molte delle misure più restrittive che sono ormai francamente insopportabili. Grazie al
buon andamento delle vaccinazioni (col tandem Draghi-Figliuolo che è riuscito là dove Conte e Arcuri si erano impantanati) e al caldo estivo,
ci siederemo di nuovo all’interno di bar e ristoranti, non sarà obbligatorio portare la mascherina (salvo che nei luoghi affollati) e ci potremo magari persino abbracciare.
Le
aperture parziali, all’aperto, dei locali, hanno segnato il
tutto esaurito quasi ovunque. A conferma che gli italiani vogliono tornare a frequentare i pubblici esercizi, ad incontrare amici e divertirsi. E questo non può che essere positivo per le imprese che, più di tutti, hanno sofferto in questo anno e mezzo di pandemia. A cascata ne beneficeranno l’umore generale (sempre più all’insegna del nervosismo e dell’insoddisfazione, quando non è depressione) e le decine di migliaia di aziende che ruotano attorno al mondo dell’Horeca e che come questo hanno sofferto per una crisi che ha bloccato investimenti e ha costretto a riorganizzazioni spesso onerose e dolorose sul piano sociale.
Grazie al buon andamento delle vaccinazioni e al caldo estivo, ci siederemo di nuovo all’interno di bar e ristoranti
Garantire la sicurezza e non abbassare la guardia: i presupposti per avviare il Rinascimento dell'accoglienza
Con l’avvio della stagione del turismo estivo si potrà davvero cominciare a dare vita a quel Rinascimento della nostra accoglienza che non potrà essere semplicemente un ritorno a vecchie abitudini. La
movida incontrollata o le risse e gli scontri con la polizia a Milano come a Roma o Napoli sono il peggior anticipo per una ripresa che di tutto ha bisogno, meno che di un ritorno a questo passato. Evitare rischi è la parola d’ordine, lasciando perdere le polemiche su orari o coprifuoco.
La sicurezza, almeno fino al prossimo inverno, deve essere la nostra regola principale. E a maggior ragione deve esserlo per ristoratori o baristi che già hanno pagato abbastanza per il pregiudizio e l’incapacità di molti politici che hanno preferito scaricare sui pubblici esercizi la loro inadeguatezza nel contenere in modo serio i contagi. Il dato da non dimenticare è che
bar e ristoranti potranno finalmente riaprire, ma nel caso di una quarta ondata, sarebbero ancora i primi a dover richiudere. Le occasioni di rischio ci sono ancora tutte: le scuole sono nel disastro di sempre e per i trasporti nel concreto è stato fatto davvero pochissimo. E per realismo non possiamo fare finta di non sapere che non ci sarebbe Salvini che tenga, e in caso di nuovo boom del covid si tornerebbe alle zone rosse e alle chiusure.
I gestori dei locali devono far rispettare i protocolli di sicurezza ma anche infondere ottimismo nella clientela
Ecco perché
distanziamenti e protocolli di sicurezza (quelli che l’anno scorso avevano funzionato bene in verità)
vanno rispettati con rigore e i gestori devono essere la prima linea per non tornare nel caos. Da questo punto di vista il mondo dell’accoglienza non deve dimostrare nulla di nuovo, ma solo evitare di essere preso a pretesto in caso di nuovi problemi per i contagi. Non dimentichiamo che fra chi vorrebbe riaprire tutto e subito ci sono no-vax, negazionisti o contrari alla mascherina, a prescindere dall’andamento delle vaccinazioni o dell’indice di contagio.
Il mondo dei bar e dei ristoranti non deve cadere in questa trappola: niente assembramenti e rigore devono essere la parola d’ordine con cui rassicurare la clientela e garantirsi un futuro.
Con buon senso e rispetto delle regole potremo davvero guardare con fiducia al futuro
Sull'esempio di Londra, anche noi potremo tornare alla "normalità"
A
Londra, dove i vaccinati sono ormai 53 milioni, dal 17 maggio si potrà tornare al pub e al ristorante anche nelle sale interne e i sudditi della Regina potranno tornare ad abbracciarsi, mentre dal 17 giugno si tornerà alla normalità, o quasi. E ciò grazie a controlli rigorosi che da noi mancano. Rispetto agli inglesi abbiamo ancora un po’ di strada da fare, ma la rotta è giusta.
Con buon senso e rispetto delle regole potremo davvero guardare con fiducia al futuro.