È stato solo nominato, per ora, ma il decreto legge "Sostegni" - che dovrebbe prendere il posto del decreto legge "Ristori V" - fa già discutere. Ad alzare la voce è stata Confindustria Alberghi che esprime la propria preoccupazione per la soglia limite dei cinque milioni di fatturato per l'accesso agli aiuti a fondo perduto. Una cifra che rischia di tagliare fuori oltre il 50% delle imprese presenti sul territorio italiano.
Al centro delle critiche il limite dei 5 milioni di fatturato per accedere agli aiuti
Una soglia troppo bassaAvvertenza: si parla pur sempre di bozze e indiscrezioni. Ma tanto basta per
irritare uno dei settori più colpiti dalla pandemia e dalla modulazione dei vari ristori. Il tutto mentre si avvicina la partenza della
stagione estiva 2021. Occasione che le aziende dell'
alberghiero non vogliono farsi sfuggire ma per cui serve anche un aiuto dallo Stato. «La previsione che i sostegni siano erogati solo ad aziende fino ai 5 milioni di fatturato, taglierebbe fuori la metà delle aziende del settore», ha sottolineato
Maria Carmela Colaiacovo, vicepresidente dell'Associazione italiana Confindustria Alberghi. Oltre il 48% delle imprese italiane, infatti, supera abbondantemente quella soglia.
«Voglio ricordare - ha proseguito Colaiacovo - che le nostre aziende non hanno avuto i
ristori che il precedente Governo aveva disposto
in occasione delle chiusure del Natale né altri ristori legati alla chiusura di tutto il turismo della montagna. Sappiamo che
il ministro al Turismo Massimo Garavaglia è fortemente impegnato per la
salvaguardia del settore e che c’è piena consapevolezza nell’esecutivo, della rilevanza dell’industria alberghiera e del turismo per il rilancio del Paese. È essenziale quindi che le misure disposte tengano conto delle caratteristiche del nostro mondo e prevedano soluzioni urgenti, capaci di supportare efficacemente queste imprese che ricordiamo sono costrette ad un fermo pressoché totale dell’
attività ormai da oltre un anno ed ancora oggi sono soggette alle incertezze legate al riconoscimento della nuova disciplina del temporary framework che può condizionare l’efficacia degli aiuti».
Già disponibili 32 miliardi di euroAllo stato attuale, per quanto riguarda le
somme disponibili, sul tavolo ci sono i 32 miliardi di scostamento di bilancio già deciso a dicembre dal Governo Conte con l’allora ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. A valere su questi, ci sono circa 10-12 miliardi di contributi a fondo perduto che attendono una più precisa collocazione. Il problema è che queste somme sembrano
insufficienti per sostenere tutte le nuove spese: dalla proroga della cassa integrazione (8 settimane in più di Cig e 26 di cassa Covid così da disinnescare lo sblocco dei licenziamenti che va comunque verso un'estensione al 30 aprile) alle spese per la sanità (due miliardi per vaccini, antivirale, trasporto e somministrazione), passando per le varie esigenze dei ministeri e gli aiuti economici alle aziende colpite dalle nuove limitazioni.
Necessità che rischiano di richiedere un nuovo scostamento di bilancio.
Da qui l’idea che, anziché essere il capitolo finale di una lunga serie, il decreto sostegno possa segnare l’inizio di una nuova
epopea. D’altronde, nelle intenzioni dell’Esecutivo, all’interno del prossimo decreto dovrebbero finire anche interventi a favore delle famiglie (leggi: congedo parentale, per cui verranno stanziati circa 200 milioni di euro) e dei contribuenti (soprattutto per quanto riguarda le rate della rottamazione delle cartelle esattoriali).
Sul tema
indennizzi, la bozza del decreto legge "Sostegno" prevede la creazione di una nuova piattaforma gestita da
Sogei (Società generale d'informatica, controllata al 100% dal Mef) per l’erogazione dei ristori alle attività colpite dalle chiusure. L’obiettivo del governo è quello di erogare i primi indennizzi dopo 10 giorni e comunque entro il 30 aprile. Il nuovo schema per gli aiuti alle attività economiche colpite dalla crisi dovrebbe coinvolgere 2,7 milioni tra imprese e professionisti con fatturato fino a 5 milioni.
Per la montagna, intervento ad hocPer la
montagna,
costretta a rinunciare alla stagione invernale che per molte aziende costituiva una fetta importante del proprio fatturato, si pensa a un intervento
specifico; sebbene sia difficile tratteggiare i confini dell’indotto da ristorare per le mancate aperture degli impianti da sci (e che denuncia una perdita di settore di 10 miliardi di euro). La cifra da erogare dovrebbe attestarsi intorno ai 4,5 miliardi di euro e dovrebbe essere concessa solo ai
territori compresi nelle zone rosse. Ma i criteri finali sono ancora allo studio del Tesoro. Un primo plafond di 600 milioni verrà messo a disposizione nel decreto "Sostegno", il resto degli indennizzi finirà in un provvedimento apposito.
Federalberghi chiede di eliminare il tetto dei 5 milioni
«La scorsa settimana l’Istat ha certificato che nel 2020 il fatturato dei servizi ricettivi ha subito un crollo del 54,9%.
Ci saremmo aspettati che il decreto sostegni tenesse conto di questa tragedia, che mette a rischio la sopravvivenza di più di 30mila imprese e 350mila lavoratori, ma purtroppo non troviamo conferma nelle bozze che stanno circolando e che ci auguriamo vengano al più presto corrette». Con queste parole
Federalberghi commenta le prime bozze del decreto “sostegno”, che contengono rilevanti differenze rispetto alle anticipazioni che erano circolate nei giorni scorsi. «Per realizzare l’intento perequativo che più volte era stato annunciato nei mesi scorsi riteniamo necessario che il calcolo dei ristori venga effettuato
considerando il danno subito nell’intero periodo pandemico (marzo 2020 - febbraio 2021). Inoltre - aggiunge la Federazione degli albergatori - chiediamo che venga
eliminato il tetto di 5 milioni di euro, che taglia fuori molte imprese alberghiere di dimensioni medie e grandi, e che il limite di 150mila euro venga applicato per ogni singola struttura ricettiva (e non per impresa)».