Massimo Garavaglia
Al netto delle polemiche interne ai vari partiti da parte degli "esclusi" (e si distinguono maggiormente i grillini contrari alla formazione del Governo), il Governo presentato da Mario Draghi è davvero nel segno della svolta. Lo è per la scelta (rigorosamente tutelata col riserbo più assoluto) di non concedere nulla, o quasi, alle pretese dei partiti. Anche se alcuni dei politici scelti non hanno certo brillato in passato negli stessi incarichi (da Brunetta a Di Maio). Lo è per l'equilibrio con cui il nuovo premier ha saputo dosare tecnici dal profilo inattaccabile e politici che hanno per lo più mostrato moderazione e ricerca (si spera autentica) del bene comune, che è poi l'unica ragione che giustifica certe scelte. E all'opposizione restano la destra e le frange più populiste dei grillini che sperano di lucrare sull'inevitabile scontento causato da scelte che non potranno non essere severe per uscire dalla pandemia e puntare sullo sviluppo green e tecnologico, a cui sono destinati non a caso due ministri.
L'importanza del nuovo ministero del Turismo
E nel senso della svolta lo è, ci sia concesso insistere su questo punto, per l'istituzione - finalmente - di quel ministero del Turismo, stupidamente cancellato ai tempi della spinta verso un falso regionalismo che ha mostrato tutti i suoi limiti. Scelta che oggi servirà a tutelare il settore più colpito in questo anno di pandemia. Se poi davvero verranno dati poteri e competenze (tutti da creare dal nulla, o quasi) a questo Ministero, allora il 30% del pil (forse anche un terzo con l'indotto) troverà finalmente un interlocutore istituzionale.
E senza buttarla in politica è positivo che queste competenze siano state sottratte al ministero dei Beni Culturali (che torna ad essere della Cultura) perchè, va riconosciuto, il confermato Ministro alla Cultura, Dario Franceschini, non aveva certo brillato per tutela e sostegno delle aziende del turismo e dell'accoglienza... Al suo posto arriva Massimo Garavaglia, un economista coi piedi per terra e avversario dei sovranisti anche nel suo partito, che, novità nella Repubblica, riceverà un dicastero con "portafoglio", quasi a rimarcare l'impegno assunto da Draghi per questo settore. Un incarico che torna alla Lega dopo che nel primo Governo Conte aveva avuto un deciso riscatto organizzativo sotto la guida del Ministro Gian Marco Centinaio, che lo aveva in cogestione insieme alle Politiche agricole. Speriamo che Garavaglia si confermi all'altezza delle tante attese...
Il ruolo dei ministri economici
Per quanto riguarda le competenze messe in campo da Draghi nei dicasteri chiave va detto che con grande rigore ha fatto scelte molto drastiche che segnano discontinuità (è il caso dell'uscita di scena del ministro dell'Economia Roberto Gualtieri) e mettono in campo una squadra forse più coesa e che è al netto di troppi improvvisati. Stupisce in questa prospettiva che il Pd sia stato di fatto emarginato al solo ministero del Lavoro, mentre avrà un ruolo il leghista Giancarlo Giorgietti, anche se in un Ministero che sarà spogliato di molte competenze da trasferire a quelli dell'Innovazione digitale e della transizione ecologica... Ma su questo tema ci sarà molto da scrivere dopo che il premier Draghi avrà annunciato i suoi programmi.
Ma ecco i ministri del Governo guidato dal presidente del Consiglio Mario Draghi:
Luciana Lamorgese ministro dell'Interno;
Luigi Di Maio ministro degli Esteri;
Giancarlo Giorgetti ministro dello Sviluppo Economico;
Marta Cartabia ministro della Giustizia;
Roberto Cingolani ministro della Transizione ecologica;
Stefano Patuanelli ministro per le Politiche agricole;
Roberto Speranza ministro della Salute;
Lorenzo Guerini ministro della Difesa;
Andrea Orlando ministro del Lavoro;
Vittorio Colao ministro della Transizione digitale;
Enrico Giovannini ministro dei Trasporti;
Patrizio Bianchi ministro dell'Istruzione;
Dario Franceschini ministro della Cultura;
Elena Bonetti ministro della Famiglia;
Federico D'Incà ministro per i Rapporti con il Parlamento;
Maria Cristina Messa ministro dell'Università;
Renato Brunetta ministro della Pubblica Amministrazione;
Maria Elena Gelmini ministro per le Autonomie;
Mara Carfagna per il Sud e la coesione territoriale;
Fabiana Dadone ministro per le politiche giovanili;
Erika Stefani, ministro per le Disabilità;
Massimo Garavaglia, ministro per il Turismo.
A questi si aggiunge un altro super tecnico come Roberto Garofoli come sottosegretario alla presidenza del consiglio.
E vediamo chi è il nuovo ministro del Turismo
Massimo Garavaglia è il neo ministro leghista al Coordinamento delle iniziative nel settore del turismo e sarà preposto al nuovo ministero del turismo. L'investitura di Mario Draghi, che rilancia il dicastero accorpato nello scorso esecutivo al Mibac, ora con portafoglio - quello del turismo - porta alla ribalta l'economista di Cuggiono (Milano), nato nel 1968, laureato in Economia e commercio presso l'Università Bocconi e in Scienze politiche presso l'Università Statale di Milano. Avversario del fronte sovranista degli economisti leghisti, già due volte sindaco del suo comune di residenza, Marcallo con Casone, è stato anche membro di diversi consigli di amministrazione, tra cui Cassa depositi e prestiti.
Deputato nel 2006, alle successive elezioni politiche del 2008 viene eletto al Senato in Lombardia, diventando il senatore più giovane della storia della repubblica. Nella XVIesima legislatura ricopre l'incarico di vicepresidente della Commissione Bilancio del Senato. Confermato al Senato nel 2013, è poi scelto dal presidente della Lombardia, Roberto Maroni alla nomina di assessore all'Economia. Nelle ultime politiche del 2018, viene eletto deputato nel collegio uninominale di Legnano, sostenuto dal centrodestra, per poi essere nominato il 12 giugno viceministro dell'Economia nel Governo Conte I, che vede l'alleanza M5S-Lega
Sulla composizione del Governo, per concludere, si può fare anche qualche considerazione socio-statistica.
Otto le donne e otto i tecnici
Sono ad esempio otto, su un totale di ventitrè, le donne ministro del governo Draghi, mentre gli uomini sono quindici. E sempre otto sono i Ministri tecnici. Si tratta in particolare di Marta Cartabia (Giustizia), Luciana Lamorgese (Interni), Vittorio Colao (Innovazione tecnologica), Daniele Franco (Economia), Roberto Cingolani (Ambiente e transizione ecologica), Enrico Giovannini (Infrastrutture e Trasporti), Patrizio Bianchi (Istruzione) e Cristina Messa (Università).
Sette i ministri confermati
Sono sette i ministri del governo Conte Bis confermati nel governo Draghi, che registra 16 new entry. Tra i 23 ministri del governo Draghi, 17 hanno già ricoperto ruoli di governo mentre sei sono esordienti. Questi ultimi, particolare sono Marta Cartabia, Daniele Franco, Roberto Cingolani, Patrizio Bianchi, Vittorio Colao e Cristina Messa.
4/3/3/3/1/1 la squadra dei politici
Sono infine 4 i ministri del M5S del governo Draghi, tre quelli del Pd, di Forza Italia e della Lega uno di Leu ed uno di Italia Viva. In particolare sono del M5S Luigi Di Maio, Stefano Patuanelli, Fabiana Dadone e Federico D'Incà. Del Pd sono Andrea Orlando, Lorenzo Guerini e Dario Franceschini. Di Forza Italia sono Renato Brunetta, Mariastella Gelmini e Mara Carfagna. Della Lega sono Erika Stefani, Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia. Di Italia Viva è espressione Elena Bonetti. Leu è rappresentato da Roberto Speranza.