Si fa presto a dire delivery. E dopo mesi che questo termine ci viene martellato come l’unica alternativa (con l’asporto) all’impossibilità di poterci sedere con calma in un ristorante, si potrebbe anche pensare che ormai sappiamo tutto, e districarci fra menu online, ricettari più o meno fantasiosi e pagamenti (meglio se online o almeno col pos portatile), sia assolutamente facile. Ma siamo sicuri che sia così?
La realtà è un po’ più complicata di quello che sembra e, senza voler dare lezioni a nessuno, proponiamo un decalogo di cosa si dovrebbe fare per non trovarsi poi con sgradite sorprese.
Delivery sì, ma non per tutti
Delivery non significa pizza o hamburgerCoi ristoranti chiusi il
piacere della buona cucina non è così impossibile da soddisfare. E parliamo di piacere, perché chi ordina il
cibo con delivery perché non sa cucinare, forse ha altre esigenze. Ma non è detto che con qualche avvertenza non possa migliorare anche il suo rapporto col cibo e non mangiare per forza un
hamburger in poltrona o sul letto mentre guarda la partita o l’ennesima serie da
lockdown su Netflix.
Gourmet anche per delivery
L’obiettivo è di farci
portare a casa i piatti che volevamo, sapendo con certezza quanto tempo ci vorrà per “rifinirli” e, soprattutto, sapendo che
ingredienti contengono. Risolto questo tutto è più facile e l’eventuale serata in
famiglia o con una coppia di amici può davvero essere un successo…
1) Ristorante o Dark Kitchen?La prima regola è
capire esattamente se il menu è quello di un ristorante (più o meno famoso) o quello di una qualche cucina
industriale che sforna piatti pronti. Fra catene di delivery e dark Kitchen è facile cadere nell’errore. Poi per carità ci sono ottime soluzioni in entrambi i casi, ma ovviamente la cucina di un ristorante in genere è un’altra cosa...
Attenzione alla qualità
2) Meglio la consegna diretta dal ristoranteSenza nulla togliere al lavoro rispettabilissimo dei
rider, dove possibile scegliere una
consegna fatta direttamente dal ristorante (con suoi commessi o rider magari consorziati con altri locali. Evitare le grandi
piattaforme del delivery permette di non “ingrassare”
multinazionali che sfruttano lavoratori spesso in nero e dare al contrario un sostegno alle piccole imprese. Informatevi se consegnano loro… Un conto è comprare i detersivi su
Amazon, ed un altro pagare costi maggiorati per un
pesce al cartoccio. In più, fra conservazione e trasporto, meglio che ci sia una sola realtà che risponda del prodotto quando arriva in
casa.
Meglio il ritiro al ristorante
3) Attenzioni ad allergie o intolleranzeNel valutare i piatti accertarsi quali sono i diversi
componenti e richiedere che questi siano riportati sul menu che sarà allegato o sulle singole
confezioni. Basta poco per rovinare una bella cena. E non c’è un
cameriere che in sala vi avverte di eventuali rischi…
Attenzione alle allergie
4) Abbinamenti col vinoSe avete una buona
cantina e siete esperti, passate al punto successivo. In caso contrario, fidatevi del ristorante e fatevi consigliare una o due
bottiglie da abbinare ai piatti scelti. Potete anche chiedere della
birra. E lo stesso vale per o altre bevande se vi rivolgete a locali
etici. L’importante è accompagnare al meglio il menu.
Anche il vino merita una delivery di qualità
5) Programmare la serataSembra banale, ma al di là di casi di
emergenza, la buona riuscita di una cena dipende anche dalla possibilità di organizzarla. Anche se in delivery (quindi con piatti praticamente solo da finire nella cucina di casa), ci sono piccole
lavorazioni da fare. Riscaldare il
forno, mettere in
frigorifero, fare bollire dell’acqua. E tutto con tempi e pratiche assolutamente precise. Tanto più sono chiare le regole che accompagnano i piatti ordinati, tanto più facilmente ci potrà essere soddisfatti. E il
ristoranti con più successo sono quelli che in queste procedure sono i più precisi e chiari. Chi usa termini troppo tecnici rischia di non trovarsi una seconda
ordinazione…
Anche a casa serve preparazione
6) Ordinare le giuste quantitàPuò sembrare scontato, ma spesso si tende ad ordinare più o meno di quanto sarebbe necessario. Partendo dal presupposto che in
casa il tempo di una cena è sempre più breve che non al ristorante (anche perché tutto è praticamente pronto), è meglio tenerne conto per non avere
sprechi. E nel caso avanzi qualcosa è buona norma scegliere menu con portate che possano essere conservate. La
pizza, ad esempio, per alcuni è buona riscaldata il giorno dopo. E delr esto è così anche per quella che si compra dal panificio o in
gastronomia. Ma rinviare ad un altro pasto una tartare di tonno o del
sushi, come del fritto… è proprio da evitare.
Giuste dosi per evitare lo spreco
7) Niente frittiA proposito di fritti,
patatine, verdure in pastella o pesce che sia, meglio
bandirli dal delivery. Parliamo di piatti che sono buoni caldi e croccanti e, francamente è impossibile che giungano tali in
tavola a casa dopo il trasporto e l’inevitabile riscaldamento domestico. Rovinarsi la serata con un alimento freddo e molliccio, quasi
gommoso, è un’esperienza da evitare.
Meglio dire no ai fritti
8) Pesce crudo, sushi e tartare di carne: meglio farseli in casa se non si conosce il ristoranteIn questi casi più che mai vige la legge della
fiducia. Se si conosce il ristorante si può anche ordinare, del
crudo, ma tolte le ostriche, è meglio optare per altro. La giusta
temperatura e l’immediatezza del consumo dopo la preparazione, oltre alla qualità del prodotto, sono i segreti del successo di questi piatti. Occorre quindi badare bene che le confezioni siano chiuse
ermeticamente e sigillate per evitare contaminazioni pericolose.
Cibo crudo solo su fiducia
9) Pasta solo se è da cuocereUna cena senza un
primo è un po’ strano per gli italiani. Ma attenzione diffidate di chi vi propone della
pasta già cotta. Di qualunque genere. Meglio ricevere ottimi sughi e fare bollire la pasta che vi viene inviata. Diverso il discorso per le paste
ripiene. Qui la rifinitura in formo o sui fornelli non è certo un problema.
Attenzione alla pasta
10) Dolci con poca cremaPer il
dessert la golosità per torte ricche di crema deve cedere un po’ il passo, salvo si conosca anche in questo caso il piatto e come può giungere a casa. Il rischio è che si smonti e che non si badi bene alla conservazione in
frigorifero. Fra i peggiori e deludenti risultati il dolce che piace a molti giovani: in genere la cheesecake non regge mai bene il trasporto. Meglio optare per dessert un po’ più consistenti.
Dessert? Meglio light