E se per avere bar e ristoranti aperti (oltre al rispetto di tutte le regole già note) bastasse fare accedere nei locali solo le persone che hanno sullo smartphone l'app Immuni installata e attiva? E lo stesso potrebbe valere per qualunque servizio al pubblico, così come fanno in Sud Corea, dove il covid-19 è sotto controllo e tutto è aperto... sia pure a condizione di mostrare il "lasciapassare" digitale sul proprio cellulare. Di fronte alla follia di Conte che chiude e spranga tutto per cercare di limitare i danni, dopo che Governo e Regioni non hanno fatto nulla per proteggerci per tempo dalla prevista, e temuta, fase due della pandemia, perchè non usare la tecnologia disponibile per ribaltare il coprifuoco che non piace a nessuno? Gli oltre 10mila imprenditori che ieri hanno manifestato in 24 piazze d'Italia con la Fipe hanno oggi il diritto di pretendere non solo pochi spiccioli, ma chiarezza e strumenti per poter lavorare in serenità.
Ma per quella che può apparire come una provocazione, guardiamo qual'è la situazione. A ieri, oltre 9milioni e 430mila italiani hanno scaricato l'app Immuni. È ancora poco per poter dire che stiamo raggiungendo la soglia minima perché possa considerarsi davvero efficace (come lo sono strumenti analoghi in estremo oriente), ma finalmente gli italiani stanno superando l’assurda opposizione (anche politica) di tanti negazionisti, o semplicemente di chi pensa di poter anteporre pretestuosamente la sua “libertà” personale al diritto di tutti di evitare di essere contagiati. Siamo arrivati all’invio a ieri di oltre 46mila notifiche, sulla base di poco più di 1600 segnalazioni di positivi. Come dire che al momento, in media, per ogni caso positivo sono stati avvisati 29 altri italiani che possono essere entrati in contatto con quello. Numeri che già sono un successo, ma che potrebbero essere decisamente molto più alti ed utili a tutti se Immuni fosse più utilizzata.
Pensiamo a quale utilità potrebbe essere per tutti se sulla base 25mila positivi di ieri, la maggior parte degli italiani (almeno 30 milioni) fosse già stata dotata di Immuni: moltissimi avrebbero ricevuto una notifica che li avverte per tempo che potrebbero avere incrociato per almeno 15 minuti (il tempo che si stima necessario per essere contagiati) una persona risultata poi positiva. Non significa certo che si è stati contagiati. Ma è un piccolo alert che ci può in qualche modo fare scattare delle precauzioni in caso si potessero avere dei sintomi. Così da evitare a sua volta danno per familiari, amici o colleghi. Se le cose funzionassero così, ci sarebbe anche vantaggio di rendere più tranquilli, al contrario, quanti hanno magari un mal di gola o un banale raffreddore e temono si tratti di primi segnali di Covid-19. In quel caso, con Immuni al massimo livello di funzionalità, non avere avuto notifiche dovrebbe rendere tutti più sereni.
E se Immuni diventasse indispensabile per accedere in luoghi pubblici? Senza mostrare di averla installata non si potrebbe entrare in un ufficio pubblico, in banca e, perché no, in un bar o in un ristorante, in Corea del Sud non si può fare nulla senza un’app simile. E hanno piegato il virus mantenendo tutto aperto.
Ricordando che Immuni è presentata come totalmente anonima e a salvaguardia di ogni privacy, se qualcuno non la vuole utilizzare e preferisce rischiare più di altri, lo potrebbe ovviamente fare. Ma dovrà rinunciare all’aperitivo o al taglio di capelli. Parliamo di servizi che non sono “obbligatori” e dove personale e clienti hanno il diritto di sentirsi in luoghi protetti. O almeno di poter sapere con tempestività gli eventuali rischi che si potrebbero correre. Utopia? In questo Paese forse, ma piuttosto che vedere le piazze dove i violenti spaccano tutto per tenere in piedi una movida che basterebbe controllare, meglio sfidare le piazze di chi si potrebbe opporre per pregiudizio ad uno strumento utile a tutti. E intanto potremmo riaprire bar, ristoranti e palestre in sicurezza…
Insomma, se Immuni fosse utilizzata da tutti potremmo avere realmente un monitoraggio dell’epidemia sicuro e una tracciabilità sicura. Certo occorrerebbe avere poi una rete per fare tamponi o test sierologi efficienti, e non una vergogna come è oggi la situazione dove si devono fare ore di drive in o aspettare fino a 7-10 giorni… Ma questa è purtroppo è la realtà di un Paese che preferisce chiudere bar, ristoranti, palestre e cinema, ma che non ha fatto nulla di ampliare la rete dei test. E anche oggi lo fa in ritardo stanziando 30milioni di euro per sostenere i medici di famiglia che, da volontari, decidessero di fare tamponi ai propri pazienti… Un Paese che non fa nulla nemmeno per potenziare i trasporti pubblici (la vera sede di assembramenti obbligati), ma si limita a costringere la gente a stare a casa…
Un dato finale, la crescita di Immuni è degli ultimi giorni ed è significativo che mentre il contagio si sta diffondendo più velocemente, anche il tracciamento digitale si sta facendo più efficiente. Alla faccia dei tanti contrari. Il risultato potrebbe essere una conseguenza del penultimo Dpcm che obbliga gli operatori sanitari a inserire i codici di attivazione del sistema di segnalazione nel momento in cui vengono comunicati nuovi positivi.