Covid permettendo, e coprifuoco del Governo che non diventino lockdown, sarebbe tempo di pensare anche alla stagione del turismo invernale. Il che porta in primo piano l’attività degli sport invernali che, incredibilmente, nel Dpcm dei giorni scorsi il futuro delle stazioni sciistiche non è stato nemmeno affrontato, al contrario invece degli stabilimenti balneari, normati quasi più che per l’estate pur essendo ormai praticamente tutti chiusi. Ma tant’è, questa è la burocrazia che ci meritiamo, mentre il tempo ha i suoi ritmi e, infatti, ha già cominciato ad imbarcare fondo valli e piste da sci nell’arco alpino orientale.
Gli sciatori attendono novità
IN ATTESA DI NORMATIVE, SCENDE LA NEVELe temperature sono rapidamente crollate e la
neve è caduta, a volte abbondante.
A Cortina sono imbiancate le parti superiori delle piste della Tofana e del Col Drusciè che ospiteranno i Campionati del Mondo di sci, in programma dall'8 al 21 febbraio. Al
Passo dello Stelvio, dove come di consueto gli impianti resteranno aperti fino al 1° novembre (per chiudere d'inverno) si erano aggiunti 30 centimetri, con
piste in ottimo stato. Si scia anche sul ghiacciaio della
Val Senales, in Alto Adige e dal 24 ottobre si apriranno gli impianti a
Cervinia, in Valle d'Aosta, sul ghiacciaio del Plateau Rosa.
TUTTI IN ATTESA DELLA DISPOSIZIONI DEL GOVERNOSu tutto resta però l’attesa che le autorità si esprimano sull'utilizzo degli impianti per la stagione 2020-21. Come dire, tutto è in bilico.
Dolomiti Superski (
Trentino Alto Adige e Veneto) ha già elaborato una serie di misure per garantire la sicurezza e la tranquillità degli sciatori,
evitando assembramenti e code ai tornelli. Ma nessuno sa con certezza se si potrà aprire e che regole ci potranno essere. Per portarsi avanti gli acquisti di
skipass potranno essere rimborsati se, come a marzo, gli impianti dovessero essere chiusi.
Resta però evidente che il poter sciare è una molla fondamentale per portare la gente d’inverno in montagna e quindi occupare alberghi e/o seconde case.DOVREMO SCIARE CON LA MASCHERINA?Sta di fatto che nel silenzio delle autorità i gestori di impianti, come detto, si stanno muovendo organizzando ad esempio abbonamenti online e aumentando la velocità degli impianti di risalita per evitare le code.
Per chi è in seggiovia sarà obbligatoria la mascherina? O anche impianti a 5 o 6 posti viaggeranno con i distanziamenti? In quanti si potrà salire in una funivia (ambiente chiuso)? E ancora, i passamontagna in seta o lycra, invece che gli scaldacollo, possono sostituire le mascherine? E nei rifugi si potrà entrare solo se ci sono posti a sedere? INVERNO, ULTIMA CHANCE PER IL TURISMOI
gestori di impianti e di
albergatori hanno bisogno di risposte, ma dal Governo e le istituzioni giunge solo il silenzio. Una questione centrale per il mondo del turismo e che, solo per restare al comparto impianti di risalita coinvolge 12 mila addetti, ma che a cascata riguarda alberghi, ristoranti e locali perché senza lo sci gran parte del mondo dell’ospitalità di montagna di ferma. Tutto l’arco alpino e molte località dell’Appennino potrebbe pagare un ulteriore prezzo insopportabile.