Il progredire della campagna vaccinale, associata ai segnali di contenimento dell’epidemia, sta per aprire l’attesa fase di ritorno alla normale vita sociale e produttiva. Senza paura, ma con prudenza. Ancora oggi molte attività dei servizi operano a ritmi estremamente contenuti. Il terreno da recuperare è molto ampio e solo a partire da giugno, se confermate le tendenze in atto e le correlate riaperture, la ripresa potrà assumere intensità soddisfacente. Per adesso, nonostante molti indicatori, per effetto del confronto statistico con marzo ed aprile del 2020, evidenzino tassi di variazione straordinari, la crescita è ancora più un auspicio che una realtà.
Soprattutto della filiera turistica e ricreativa si concentrano i rischi di chiusure di attività
Sprint dei consumi ad aprile
L’Indicatore dei Consumi Confcommercio segnala ad aprile, per il secondo mese consecutivo, una forte crescita nel confronto annuo con una variazione del 45,1%.
La stima, frutto di variazioni per alcune funzioni di consumo a tre o a quattro cifre, va letta con estrema cautela, considerando che nel confronto con aprile 2019 il livello della spesa reale è ancora inferiore del 23%. La dinamica registrata nell’ultimo mese sottintende, peraltro, una flessione in termini congiunturali, conseguenza del fatto che fino al 26 aprile l’intero Paese è stato suddiviso in zone rosse e arancioni.
Recupero soprattutto per il settore dei servizi
Il recupero statistico ha interessato in misura principale il settore dei servizi per i quali la variazione su base annua si attesta al 69,4%. Al di là del riscontro numerico senza precedenti, si tratta, nella realtà, di incrementi in volume minimi rispetto a un livello di attività che da marzo del 2020 è stato praticamente nullo. Se si guarda al confronto con aprile 2019 emergono, infatti, in molti casi, crolli prossimi o superiori al 70%.
Turismo e ristorazione a più rischio chiusure
Ed è proprio in questi settori, soprattutto della
filiera turistica e ricreativa, che si concentrano i rischi di chiusure di attività se non verrà data al più presto la possibilità di operare in modo meno restrittivo, oltre che a intervenire con adeguati sostegni.
Anche nell’abbigliamento con aprile solo attenuate le perdite
Anche in alcuni ambiti della domanda di beni, in particolare abbigliamento e calzature,
gli importanti incrementi tendenziali di aprile hanno solo attenuato le perdite: nel confronto con i valori del 2019, le riduzioni di spesa in termini reali segnalano infatti un dimezzamento della domanda. Sulle possibilità di recupero di questo settore, come di altri comparti, pesano ancora le limitazioni poste all’operatività nei weekend dei centri commerciali.
A maggio le riaperture potrebbero aver spinto il Pil
Dopo un primo trimestre di contrazione dell’attività produttiva, seppure meno elevata rispetto alle stime, e un
aprile ancora in negativo, nel mese di maggio l’economia italiana dovrebbe avere sperimentato una variazione congiunturale ampiamente positiva. Le riaperture, seppure parziali, e il progressivo allentamento delle misure di limitazione al movimento delle persone, potrebbero avere spinto il Pil del 3,7%, nella metrica destagionalizzata rispetto ad aprile. Su base annua, la variazione stimata è del +10,7%. Queste indicazioni sono coerenti con il raggiungimento di una crescita prossima al 4% nel complesso del 2021.