«Facciamo un ultimo sforzo e poi, se il diavolo e le varianti non ci mettono le corna, da maggio tutta l'Italia sarà in giallo e qualche Regione anche in bianco». Il medico
Pierpaolo Sileri, 5 stelle sottosegretario alla Salute, non smentisce la sua fama di uomo pragmatico e attento ad evitare posizioni da ultrà incompetente. Parole che riaccendono un po’ di speranza in quei ristoratori che ormai non sanno più cosa fare di fronte al continuo mutare di colori delle zone. Una posizione rafforzata anche da un intervento della Commissione europeoa che da per luglio l'obiettivo superato di immunità di gregge in Europa, nonchè la funzionalità del passaporto vaccinale.
Sileri sta dicendo queste cose in queste ore in molte interviste, ma l’appuntamento più atteso è quello di mercoledì mattina quando, al consiglio direttivo della Fipe, sarà invitato a dire con chiarezza cosa ci si deve aspettare per le prossime settimane e per l’estate. Compreso un tema centrale come quello del
passaporto vaccinale che, come
a Now york, è già realtà, o su quello delle località covid-free come le
isole greche. Secondo una strategia che da sempre Italia a tavola ha sostenuto come
strada principale per riattivare il turismo. Per luglio in Europa immunità di gregge e passaporto vaccinaleMa è proprio sul passaporto vaccinale e sull'immunità di gregge che ora si accendono nuove speranze. Secondo
Thierry Breton, commissario Ue al mercato interno e capo della task force sui vaccini, l
'immunità di gregge dal coronavirus dovrebbe essere ottenuta entro metà luglio. Parlando con la radio francese Rtl, Breton ha detto inoltre che la prossima estate dovrebbe «essere simile a quella dell'anno scorso» grazie alle campagne vaccinali in corso nell'Unione europea, giusto ciò che va dicendo
Sileri.
Breton ha fra l'altro mostrato fisicamente il primo 'passaporto sanitario' europeo aggiungendo che sarà disponibile in tutta l'Unione europea "tra due-tre mesi". Intervenendo ad una trasmissione sulla radio francese Rtl, il commissario europeo ha fatto vedere un prototipo del documento che sarà disponibile sia in versione cartacea che per smartphone. Sul documento, un codice QR e il tipo di vaccino effettuato. Per chi non ha ancora o non ha voluto effettuare il vaccino contro il coronavirus ci sarà il risultato dell'ultimo tampone effettuato.
il commissario europeo Thierry Breton (wikipedia)
Prima dell’arrivo delle varianti, Sileri era uno dei politici più convinti di allentare i lacci che stanno uccidendo la ristorazione puntando su protocolli e vaccinazioni. E oggi, sia pure con prudenza, lo conferma, spostando un po’ in là la data in là tenendo conto dell’andamento della campagna vaccinale. Vediamo perchè si può avere qualche speranza...
Riaperture all'ordine del giorno
Le riaperture «sicuramente sono all'ordine del giorno - ha assicurato - Quelle delle scuole in primis e poi anche le altre. Non è una situazione come lo scorso anno, come a novembre scorso, perché oggi abbiamo il vaccino». L’Italia sta «vivendo ancora la terza ondata», ma in prospettiva è anche il tempo di programmare le riaperture. «Ora non sono pensabili ma sono programmabili», spiega Sileri. «Mi immagino di andare in spiaggia senza mascherina, ma ovviamente sempre con le precauzioni previste», dice il sottosegretario parlando dell’estate. Poi aggiunge: «Mi aspetto che a giugno, avendo tutte le dosi promesse, potremmo avere magari i due terzi della popolazione, se non i tre quarti di coloro che desiderano la vaccinazione, che possano aver già ricevuto una dose».
Per maggio regioni anche in bianco
Rispetto alla colorazione delle regioni, Sileri precisa che «i dati mostreranno un miglioramento questa settimana, ma il giallo in questo momento non esiste. Però verso fine aprile vedo un notevole miglioramento della circolazione del virus, tale da poter davvero alleggerire le misure anti Covid». Una prospettiva che Sileri non definisce “ottimista” ma “realista“. «Adesso vi è un decreto che regola la vita fino a Pasquetta ma dopo torneremo con le colorazioni delle regioni e i famosi 21 parametri, con le regioni che vedono miglioramenti che torneranno alla zona gialla e perché no, spero, anche a quella bianca». Il sottosegretario però mette le mani avanti e sottolinea che «se arrivasse un’ulteriore variante le cose non potranno andare così. Il miglior vaccino poi arriverà tra un po’ e sarà l’estate, perché questo virus non ama tanto l’estate».
A Salvini risponde: abbiamo fatto 30, facciamo 31
Una posizione di responsabilità che inevitabilmente porta ad un confronto con quello che chiede Salvini: fare il punto a metà aprile per decidere sulle riaperture. Il che, detto in soldoni, sembra solo un modo per dire… arriviamo fino a fine aprile e vediamo che succede, ma intanto alla Lega serve per tenere alta la bandiera di chi vuole aprire… E Sileri non usa mezzi termini: «si può anche fare un check – dice - ma secondo me è meglio mettere in sicurezza le fasce più a rischio. Abbiamo fatto 30, facciamo 31. Arrivati a maggio, sono sicuro che sarà finita la fase peggiore».
A livello generale, aggiunge Sileri, «il trend è in lieve miglioramento, segno che le misure restrittive stanno funzionando. Ma è un dato ancora iniziale che va consolidato. Dobbiamo scendere di molto con l'Rt, l'indice di contagiosità. Ci servono altre tre settimane per tornare a una situazione più tranquilla. Le vaccinazioni stanno aumentando e dobbiamo dare il tempo di raggiungere una quota sufficiente di persone. A metà aprile 14-15 milioni di persone avranno ricevuto almeno una dose». Circa l'andamento delle vaccinazioni, spiega il sottosegretario «se analizzi i dati, c'è stato un notevole incremento tra la prima dose e la seconda, segno che di vaccini ne sono arrivati molti. Il 50 per cento degli anziani ha ricevuto almeno una dose e il 23 per cento la seconda. È chiaro che ci sono squilibri tra Regioni, ma tra due settimane il 50 per cento avrà ricevuto le due dosi e l'80 una dose». «La campagna vaccinale - ha aggiunto - sta andando avanti. Ora arriverà anche il vaccino J&J che inizierà a essere utilizzato fra la seconda e la terza decade di aprile. È monodose e quindi il numero di dosi che arriveranno equivarrà a una dose un paziente» immunizzato.
Pier Paolo Sileri (fotogramma Adn Kronos)
La Lombardia è in ritardo ma sta vaccinando molti anziani
Riguardo alle difficoltà della Lombardia, dice Sileri, «tutti l'hanno criticata e certo ha avuto problemi, ma la Lombardia ha già vaccinato un milione di anziani tra 70 e 79 anni. La percentuale è bassa ma il numero è cospicuo». Circa le scuole, infine, riaprire «è un rischio calcolato, basso. È chiaro che la variante inglese circola tra i più giovani, ma nel frattempo stiamo mettendo in sicurezza gli anziani e i fragili». Servirà ancora Sputnik? «Draghi è stato chiaro - dice Sileri - Mi sembra una procedura anomala: come si fa a commercializzare un vaccino per il quale non c'è autorizzazione Aifa ed Ema?». In merito invece all'ipotesi di obblighi vaccinali per il personale sanitario, dice: «fui tra i primi a dirlo, già il 27 dicembre. Dissi: chi non si vaccina ha sbagliato mestiere. Fui molto criticato».
Sileri ha invocato infine anche il senso di responsabilità individuale nel rispettare il proprio turno. «Ognuno di noi dovrebbe avere senso civico, che ormai è un po' smarrito. Gli amministratori» che devono organizzare a livello locale le vaccinazioni «vengono aiutati se il governo centrale li supporta con azioni e consigli. Avere liste scritte a mano per prendere il fuorilista che deve fare il vaccino non è una cosa normale, non va bene». Anche se va tenuto conto del fatto che «seguire un protocollo anche semplice di gestione non è così facile e immediato».
Serve personale per vaccinare e serve una strategia per avere vaccini nei prossimi anni
Per le vaccinazioni servono «infermieri, medici e amministrativi». E poi «si tratta a livello locale di coordinare medici, odontoiatri, farmacisti affinché possano aiutare nella vaccinazione. C'è un piano anche per punti vaccinali straordinari locali, mobili o meno, di grandi o piccole dimensioni, che possono essere di ausilio ulteriore». Le adesioni non mancano, ha detto Sileri. Anche i medici di base «stanno aderendo».
Serve comunque «una strategia di lunga gittata perché i vaccini probabilmente dovranno ripetersi. Quindi bisogna pensare non solo al 2021 ma anche al 2022. Una parte di queste strutture dovrà essere resa permanente, come anche i Covid Hospital». E per Sileri bisogna investire anche nel recuperare «le prestazioni perse per altre malattie. Do un solo dato: 10% di diagnosi di cancro ai polmoni in meno è un dramma per una patologia come questa che va molto veloce. Lo ripeto da tanto: diamo un indirizzo chiaro e troviamo finanziamenti per recuperare queste liste».