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Mense in crisi per lo smart working, ottomila lavoratori a rischio

È quanto emerge da uno studio dell’Osservatorio Oricon sulla ristorazione collettiva, pubblicato a dicembre. La situazione potrebbe peggiorare drasticamente se l'emergenza pandemica dovesse perdurare. Intanto Fipe-Confcommercio segnala che in due anni 45mila fra bar e ristoranti sono scomparsi e 300mila persone hanno perso il posto. E in una lettera ai ministeri chiede aiuti al Governo

13 gennaio 2022 | 14:32
Covid: mense in ginocchio, ottomila lavoratori a rischio
Covid: mense in ginocchio, ottomila lavoratori a rischio

Mense in crisi per lo smart working, ottomila lavoratori a rischio

È quanto emerge da uno studio dell’Osservatorio Oricon sulla ristorazione collettiva, pubblicato a dicembre. La situazione potrebbe peggiorare drasticamente se l'emergenza pandemica dovesse perdurare. Intanto Fipe-Confcommercio segnala che in due anni 45mila fra bar e ristoranti sono scomparsi e 300mila persone hanno perso il posto. E in una lettera ai ministeri chiede aiuti al Governo

13 gennaio 2022 | 14:32
 

Limprovvisa ripresa dei contagi, causata dalla variante Omicron del Covid 19, che ha compromesso il mese più importante dell’anno, dicembre, ha fatto ripiombare il settore dei pubblici esercizi nella piena emergenza. In un suo studio l’osservatorio Oricon (creato dalle principali aziende del settore per promuovere il confronto su ristorazione collettiva e nutrizione) analizzando il mese di dicembre ha evidenziato che ci sono 8mila lavoratori a rischio nella ristorazione collettiva, perché si trovano ancora in cassa integrazione. Lo studio ipotizza quindi un riassorbimento non facile della forza lavoro, anche a causa del nuovo picco pandemico. Nel frattempo anche Fipe-Confcommercio ha inviato una lettera ai ministeri del Lavoro e del Turismo per fare in modo che le imprese del settore siano comprese nel prossimo decreto di sostegno alle realtà in crisi, che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni all’attenzione del Consiglio dei ministri. D'altronde i numeri sono preoccupanti: in tutto il settore della ristorazione 45mila imprese sono scomparse in meno di due anni e 300mila lavoratori hanno perduto il proprio impiego. A subire maggiormente il ritorno dello smart working è Milano, dove tanti bar e ristoranti sono semi deserti. 

Covid: mense in ginocchio, ottomila lavoratori a rischio

Gli scenari previsti da Oricon

Oricon, alla luce della ripresa dei contagi da Omicron, ha disegnato due scenari al fine di valutare gli impatti della nuova ondata sul settore della ristorazione collettiva che ancora lotta per riprendersi dallo stop generale del 2020. Nel peggiore, e più verosimile, sulla ripresa del comparto pesano l’incertezza legata alla situazione attuale dei contagi, con le assenze da lavoro destinate a crescere esponenzialmente e conseguenti minori presenze nelle mense, e un nuovo ricorso di massa allo smart working. In questa situazione i volumi di pasti prodotti tornerebbero ai livelli del primo quadrimestre 2021, quando il paese si trovava nella quasi totalità in zona rossa e arancione, ovvero in un lockdown di fatto.

 

Un'ipotesi drammatica

Tutto questo comprometterebbe la ripresa avviata nella seconda parte del 2021, quando la ristorazione collettiva aveva recuperato un 25% rispetto al -40% del 2020, e la crescita si fermerebbe al 3%, spostando di oltre due anni il ritorno ai livelli pre-pandemia. I ricavi del segmento aziendale si andrebbero così a consolidare sui 896 milioni di euro del 2021 e volumi di vendite sui 148 milioni di pasti, un quarto in meno rispetto ai livelli pre-pandemia, quando i valori si attestavano sui 200.589.000 di pasti e 1.198.000.000 di ricavi.

Lo scenario preoccupante

Il secondo scenario, ad oggi considerato meno probabile, vede un ricorso allo smart working in linea con l’ultimo quadrimestre del 2021, quando i lavoratori da remoto erano poco più di 4 milioni contro i 5,7 milioni del marzo precedente. In questo caso, il settore della ristorazione aziendale potrebbe proseguire il percorso di recupero iniziato lo scorso anno crescendo nel 2022 del 14%, pur mantenendosi ancora distante dai livelli pre-pandemia (oltre 15 punti percentuali al di sotto del 2019).

Mense in crisi per lo smart working, ottomila lavoratori a rischio

L’allarme di Fipe-Confcommercio sull'intero comparto

Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi nel frattempo ha inviato una lettera ai ministeri del Lavoro e del Turismo per fare in modo che le imprese del settore siano comprese nel prossimo decreto di sostegno alle realtà in crisi, che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni all’attenzione del Consiglio dei ministri. Inizialmente si ipotizzava una manovra da 20 miliardi, ma poi il numero è sceso a poco meno di 2, e a quanto trapela sembrerebbe riguardare il turismo e le discoteche (che potranno godere anche di un'estensione della Cassa integrazione Covid), ma non il settore della ristorazione.  I numeri a supporto di questa richiesta sono impietosi: nel 2020 i consumi nella ristorazione sono calati del 37,4%, pari a 32 miliardi di euro rispetto al 20219. A questi si aggiunge il 28% dei consumi perduti nel 2021 rispetto all’anno pre pandemia: altri 24 miliardi, per un totale di 56 miliardi di euro in meno spesi da famiglie e turisti, italiani e stranieri, all’interno dei pubblici esercizi.

Quarantacinquemila imprese scomparse in meno di due anni

Il risultato, per l'intero comparto della ristorazione, è che 45mila imprese sono scomparse in meno di due anni, 300mila lavoratori hanno perduto il proprio impiego, determinando una perdita di competenze essenziali e professionali difficilmente recuperabile, e altre centinaia di migliaia di realtà oberate dai debiti per far fronte alla crisi.

 

Si consideri la ristorazione e i pubblici esercizi alla stregua di altri settori

«Tutto questo impone di considerare la ristorazione e i pubblici esercizi alla stregua di altri settori dell’offerta turistica italiana. Discoteche, locali presenti in particolare nei centri storici delle città d’arte, aziende di catering e banqueting, mense, ristorazione commerciale negli aeroporti e negli snodi turistici e centri deputati al gioco sono in profondo rosso -  ha sottolineato Roberto Calugi, direttore generale di Fipe - Dicembre ha vanificato gli sforzi e l’ottimismo dell’estate e ci ritroviamo immersi in un’emergenza senza fine. Nessuno chiede aiuti a pioggia: se il problema sono le risorse si selezioni l’accesso alla Cassa Integrazione, alle moratorie e agli altri incentivi sulla base della reale perdita di fatturato, ma non possiamo lasciare le imprese al loro destino, con la contrazione delle attività che stiamo registrando negli ultimi mesi, il settore semplicemente non sopravvivrà. Bisogna agire e bisogna farlo subito».

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