I dati diffusi da Istat relativi ai prezzi al consumo di agosto evidenziano un’ulteriore accelerazione dell’inflazione: l’indice generale registra un incremento tendenziale del +8,4%, mentre il carrello della spesa mostra una crescita del +9,7%. Una situazione critica che si sta abbattendo anche sulla Distribuzione moderna. Oggi a mezzogiorno i punti vendita hanno abbassato l'illuminazione come azione dimostrativa per chiedere un intervento immediato sui costi dell'energia.
Alberto Frausin
Situazione insostenibile, servono aiuti sull'energia
Alberto Frausin, presidente di Federdistribuzione, commenta: «Nell’ultimo anno c’è stato un enorme sforzo da parte delle aziende della distribuzione per contenere gli aumenti, sacrificando parte dei margini e cercando soluzioni che salvaguardassero il potere d’acquisto delle famiglie. Un impegno che ha contribuito a rallentare l’aumento dei prezzi al consumo che registriamo oggi, ma non più sostenibile con le sole forze del mondo della distribuzione. A questa situazione, già di per sé avversa sul piano dei consumi, si è aggiunto il vertiginoso aumento dei costi dell’energia di queste ultime settimane, più che triplicato, che grava pesantemente sul conto economico delle nostre imprese, mettendone a rischio la stabilità. Le aziende della distribuzione hanno già investito in azioni di contenimento dei consumi energetici, come l’illuminazione a basso consumo e gli impianti di riscaldamento e aria condizionata a pompe di calore. Pur continuando l’impegno in questa direzione, le imprese si trovano oggi con costi non comprimibili, si pensi ad esempio all’importanza della refrigerazione in ambito alimentare, dove quasi il 50% delle vendite riguarda prodotti deperibili. La Distribuzione Moderna inoltre non può chiudere, è un servizio essenziale e insostituibile per tutte le famiglie italiane, lo abbiamo toccato con mano durante la pandemia. Riteniamo che il Governo debba tenere conto di questo ruolo per il bene di tutto il Paese».
A rischio i punti vendita nei centri minori
«Occorre intervenire con urgenza e con misure che abbiano effetto immediato per calmierare i costi energetici e arginare una situazione drammatica - aggiunge Frausin - Non tutte le imprese, infatti, saranno in grado di reggere a lungo questa pressione. Senza un taglio dei costi energetici potremmo assistere, da una parte, a un ulteriore aumento dei prezzi, con l’effetto di contrazione dei consumi e impatti sulle filiere di eccellenza del made in Italy, dall’altra rischiamo di veder chiudere molti punti vendita, soprattutto nei centri minori, con effetti negativi sull’occupazione e disagi ai consumatori».