Confcommercio continua a snocciolare numeri in rosso guardando ai bilanci che si sgretolano e se guarda avanti non può fare altro che stimare altre perdite ancora. Secondo il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli - rispondendo ad un’intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale - il nuovo lockdown posto a cavallo tra marzo e aprile «causerà una perdita di oltre 15miliardi di euro, un terzo dei quali è relativo al solo comparto di alberghi e ristoranti. Solo nella ristorazione, tra marzo e le giornate di Pasqua, andranno persi circa 2,8 miliardi. Confturismo calcola che, tra gennaio e febbraio, c’è stato un crollo di 20 milioni di presenze in Italia. Senza dimenticare il dramma vissuto da tutto il comparto della cultura e del tempo libero - cinema, teatri, spettacoli e concerti - che ha già perso un miliardo di euro nel 2020».
Alberghi e ristoranti, il fatturato crolla del 40%Dati impietosi, crollano i fatturatiDai dati trasmessi all’
Agenzia delle Entrate emerge intanto un crollo di circa 289 miliardi di euro di imponibile compresa l’Iva (-11,2%) tra gennaio e novembre del 2020 e lo stesso periodo del 2019, che fa parte di tutta un’altra epoca. Il dato assume ancor più valore (impressionante) se rapportato con l’intero valore delle
fatture elettroniche emesse due anni fa che avevano raggiunto 2.926 miliardi di euro; questo significa che il Covid ha bruciato quasi il 10% dell’imponibile.
Inutile dire che il settore più colpito dalla pandemia è quello del
turismo, seguito subito a ruota dalla
ristorazione. Alberghi, bar, ristoranti, gelaterie hanno visto frantumarsi i fatturati con un calo pari al 40,3% rispetto al 2019.
Più tempestività per gli indennizziScenari impietosi causati da un
andamento della pandemia sempre più complicato, intricato, contorto, con le varianti che non fanno altro che aggiungere ulteriori varianti ad economia e
società. «L’incognita delle varianti Covid è preoccupante ed è necessario accelerare la campagna vaccinale. Occorrono
vigilanza ed azioni rigorose e mirate contro la pandemia, perché le imprese del terziario non possono andare avanti col sistema generalizzato del “più chiusure”, ormai insostenibile. Aumentano i rischi di cessazione definitiva delle attività e conseguenti perdite di
occupazione. Senza contare che registriamo ancora forti ritardi per gli indennizzi legati ai precedenti
lockdown», ha aggiunto.
Al centro della questione, come spesso accade, la polemica sulle
restrizioni imposte all’accoglienza, ritenute dagli addetti ai lavori (e anche dagli esperti che non hanno mai additato i ristoranti come responsabili di focolai) eccessive e non eque rispetto a quelle imposte per altre attività.
«Dopo un 2020 drammatico - ha detto Sangalli - con crolli verticali di
fatturato e la chiusura definitiva di tantissime imprese, è evidente che oggi il contrasto al Covid e la difesa del tessuto produttivo sono le priorità da seguire, tenendo insieme
salute e ripresa dell’economia. Questo significa lavorare affinché, nel pieno rispetto delle norme e delle regole di salute e sicurezza, vengano riviste tante restrizioni settoriali allo svolgimento delle attività. Servono
indicazioni chiare e occorre rafforzare la dotazione finanziaria - preannunciata attorno ai 10-12 miliardi - per ristorare le ulteriori perdite di fatturato, superando il meccanismo dei codici Ateco. Abbiamo chiesto al governo un incontro urgentissimo: perché il
decreto “Sostegno” ridia realmente ossigeno alle imprese e non arrivi fuori tempo massimo», ha concluso.
Carlo SangalliTesto asciutto per accelerare gli accreditiPurtroppo però il ritardo del Dl Sostegni prosegue.
Una data certa ancora non c’è per la discussione in Consiglio dei ministri (forse venerdì?). I tempi dell’ex Ristori V si
allungano rispetto a quanto preventivato mentre imprese e partite Iva sono alle prese con l’ennesima serrata.
Diverse le questioni ancora aperte prima di arrivare a una quadra. Innanzitutto, c’è una questione meramente
formale ossia il tentativo di rendere quanto più chiaro (e asciutto) possibile il
testo del decreto che dovrebbe fermarsi sotto la soglia dei 50 articoli. Un passaggio propedeutico a
velocizzare anche il varo dei decreti attuativi chiamati a mettere in pratica quanto disposto dal Governo. Tradotto:
rimborsi che arrivano più velocemente nelle tasche degli interessati.
Una platea allargataImpresa che deve tener conto del
numero degli aventi diritto agli aiuti: circa tre milioni di persone. L’obiettivo, infatti, è quello di abbracciare tutte le attività economiche con un
fatturato 2019 fino a 10 milioni e con perdite di fatturato pari al 33% nel 2020. Soglie in cui dovrebbero rientrare anche diverse
partite Iva e
professionisti (dagli avvocati ai commercialisti) – compresi quelli legati alle gestioni separate.
Per quanto riguarda gli stagionali, invece, asse portante del turismo e dell’accoglienza in genere, gli aiuti dovrebbero arrivare direttamente dall’Inps secondo lo schema già utilizzato in passato.
32 miliardi a disposizionePer quanto riguarda i
fondi a disposizione, detto che la torta è composta dai 32 miliardi dell’ultimo scostamento di bilancio (approvato dal Governo Conte 2), le
ripartizioni prevederebbero 12 miliardi di aiuti a fondo perduto, 9 miliardi per il rifinanziamento degli
ammortizzatori sociali e due miliardi per coprire tutte le proroghe a livello fiscale.