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Surgelati, boom del porta a porta Ma ora preoccupa la ristorazione

Nei primi 4 mesi le vendite a domicilio sono cresciute del 40%, confermando il trend positivo dei consumi domestici registrato nel 2019. La chiusura dei locali ha fatto però crollare le vendite nel settore ristorazione.

 
18 giugno 2020 | 15:22

Surgelati, boom del porta a porta Ma ora preoccupa la ristorazione

Nei primi 4 mesi le vendite a domicilio sono cresciute del 40%, confermando il trend positivo dei consumi domestici registrato nel 2019. La chiusura dei locali ha fatto però crollare le vendite nel settore ristorazione.

18 giugno 2020 | 15:22
 

I surgelati piacciono sempre di più agli italiani: per la prima volta nel 2019 il consumo pro capite dei prodotti congelati ha superato i 14 chili, ritoccando verso l’alto i numeri già positivi dell’anno precedente. E nei primi mesi del 2020 il consumo domestico ha continuato a correre, con le vendite porta a porta cresciute del 40%, a discapito però del settore della ristorazione, che nei primi 4 mesi dell’anno ha quasi dimezzato le richieste. Questi, in sintesi, i numeri del Rapporto sui consumi dei prodotti surgelati dell’Istituto italiano alimenti surgelati (Iias), che come ogni anno analizza l’andamento del comparto in Italia.

Cresce la domanda di surgelati nei supermercati - Surgelati, boom del porta a porta Ma ora preoccupa il fuoricasa

Cresce la domanda di surgelati nei supermercati

La crescita generale del comparto nel 2019 si attesta all’1,3%, rispetto all’incremento dello 0,4% della spesa alimentare. E con i consumi, cresce anche il valore del segmento, passato in 12 mesi dai 4,3/4,6 miliardi di euro del 2018 ai 4,4/4,7 miliardi di euro del 2019. Ora gli occhi sono puntati sull’andamento del mercato del 2020. Il rapporto dell’Istituto fornisce alcuni numeri relativi ai primi 4 mesi di quest’anno. Lo stravolgimento delle abitudini degli italiani con l’emergenza coronavirus ha investito tutti i settori, compreso quello dei surgelati, che ha fatto segnare progressi a due cifre nel settore retail, quello dei consumi domestici (+13,5%), con picchi fino al 40% di vendite in più, a marzo, nel segmento del Porta a porta. Al contrario, c’è stata una inevitabile flessione della ristorazione, complice la chiusura dei locali.

Rispetto all’anno scorso, gli italiani hanno comprato più snack salati (+21,5%), ma anche più pesce (+16,5%) e pizze (+12,5%). Numeri incoraggianti, cui hanno fatto da contraltare quelli del Fuoricasa: nel primo quadrimestre, l’intero comparto della Ristorazione commerciale e della Ristorazione collettiva, a seguito della chiusura di esercizi pubblici, bar, ristoranti, mense, scuole, si è quasi dimezzato. Ciò ha impattato sul settore - che ha nel fuori casa più del 37% del totale di consumi dei surgelati nel nostro Paese - lasciando presagire per l’intero anno una perdita di almeno un quarto del fatturato dei surgelati per il Fuoricasa, pari a circa 600 milioni di euro.

«L’esperienza di questi mesi ci consente di affermare che le nostre Aziende di surgelati hanno dimostrato ancora una volta di essere vicine agli Italiani», spiega Vittorio Gagliardi, presidente di Iias. «Chiamato a uno straordinario impegno produttivo, da compiere in situazioni di massima sicurezza per i propri dipendenti e collaboratori, il nostro settore, così come gli altri dell’agroalimentare nazionale, ha assolto pienamente la propria responsabilità sociale garantendo la costante presenza nella distribuzione di prodotti con i consueti, elevatissimi livelli di qualità e igienicità. Il nostro è un patrimonio produttivo, tecnologico, economico, sociale su cui fare affidamento per la “ripartenza” del Paese. Il sotto zero potrebbe avere un ruolo chiave alla riapertura degli esercizi pubblici: il canale Horeca dovrà inevitabilmente adattarsi alla faticosa ripresa della domanda e a nuove modalità di somministrazione dei pasti e, in questo senso, i surgelati potrebbero aiutare in termini di sicurezza alimentare, gestione degli stock, riduzione degli sprechi e ottimizzazione del food cost».

Vittorio Gagliardi - Surgelati, boom del porta a porta Ma ora preoccupa il fuoricasa
Vittorio Gagliardi

Tra le performance più importanti dello scorso anno il canale Retail ha raggiunto le 531.400 tonnellate (+1,5% sul 2018), il Catering (fuori casa) ha comunque segnato un +1,1%, attestandosi a 318.500 tonnellate e risultati lusinghieri registrati anche dal Door to door. Sono alcuni dei risultati emersi dal “Rapporto annuale sui consumi dei prodotti surgelati” di Iias (ora completamente integrato con Unione Italiana Food, la più grande Associazione di rappresentanza diretta di categorie merceologiche del settore alimentare in Italia e in Europa), che analizza l’andamento del settore in Italia nel 2019 fornendo anche importanti dati sui primi quattro mesi del 2020.

Ma quali sono i cibi surgelati che gli italiani acquistano di più in assoluto? Le verdure rappresentano quasi la metà dell’intero comparto: nel 2019, ne sono state consumate 228.000 tonnellate, con una crescita di 0,5% rispetto al 2018. In questa categoria sono tornati a crescere sia i vegetali semplici (piselli, spinaci, fagiolini, patate), sia le zuppe/minestroni e i piatti già cucinati.

Tornano a crescere anche gli acquisti di pesce, con 94.150 tonnellate consumate lo scorso anno e una crescita del +1,2% rispetto al 2018. Il consumatore apprezza soprattutto la provenienza delle materie prime da pratiche certificate di pesca sostenibile, la loro surgelazione veloce e le informazioni contenute in etichetta. Buoni risultati registrati nel 2019 per pizze e snack, con un consumo di circa 78.500 tonnellate (+2,4%). La pizza più richiesta rimane sempre la Margherita, cui seguono vegetariana, capricciosa, ai funghi, al prosciutto. In leggero aumento anche il consumo di patate surgelate, con 72.300 tonnellate e una piccola variazione dello +0,7% sul 2018.

La pizzza è il cibo surgelato più apprezzato all'estero - Surgelati, boom del porta a porta Ma ora preoccupa il fuoricasa
La pizza è il cibo surgelato più apprezzato all'estero

I piatti cucinati si confermano un prodotto molto gradito dal consumatore, con 32.900 tonnellate consumate dagli italiani +2,9% rispetto al 2018: primi, secondi e contorni crescono di volume segnando un risveglio di questo segmento. Infine, riprendono a crescere i consumi di carne, sia bianca (8.850 tonnellate con +3,3% rispetto al 2018) che rossa (4.500 tonnellate con +2,4% rispetto al 2018).

I numeri del comparto dei surgelati vanno di pari passo con quelli dell’export agroalimentare italiano. L’Italia esporta cibo surgelato soprattutto nei Paesi dell’Unione europea (con la Germania in testa), ma si stanno affermando anche altri mercati, come quello asiatico e nordamericano, dove spopolano in particolare le pizze e i prodotti cucinati.

Ma è la pizza la regina indiscussa delle esportazioni, con oltre 150mila tonnellate e un incremento di oltre il 10% in soli 12 mesi. E per promuovere ancora di più sui mercati questo prodotto, a marzo l’Unione Italiana Food ha firmato un accordo con gli Stati Uniti, insieme al Ministero della Salute, al Ministero dello Sviluppo Economico e all’Ambasciata italiana a Washington, per l’esportazione di prodotti surgelati con carne suina. Le ricadute economiche dell’accordo saranno significative per il settore: infatti, gli americani adorano la pizza surgelata ed il mercato Usa è costituito in larga parte da prodotti che contengono carne o salumi, come il salame piccante che caratterizza la Pepperoni Pizza, molto popolare proprio negli Stati Uniti.

Per informazioni: www.istitutosurgelati.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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