Il mondo corre veloce ed è in continuo mutamento. Tutto cambia e figuriamoci se questo non vale per le abitudini alimentari. Eppure ci sono quelle tradizioni, quei sapori, che sembrano resistere senza particolari affanni allo scorrere del tempo.
Un esempio, su tutti, è quello di pane, burro e marmellata: uno degli abbinamenti simbolo della prima colazione all’italiana e non solo, nonostante lo scorrere degli anni, è ancora lì e rappresenta ancora oggi il modo di iniziare la giornata di migliaia di milioni di persone soltanto in Italia.
Pane, burro e marmellata
Pane, burro e marmellata (o confettura): l’inizio perfetto a colazione
Certo, non si può certo non dire che anche pane, burro e marmellata abbia affrontato una fase di appannamento, di crisi. Il motivo? Soprattutto legato alla tendenza salutistica, che ha portato quasi a una “demonizzazione” di questo tradizionale abbinamento. Lo dicono d’altronde i numeri: per gli italiani la colazione negli anni è diventata più leggera, oltre che più veloce, e nell’immaginario comune marmellate, confetture e burro non sono di certo alimenti “magri”. Eppure, dopo una fase di cambiamento e di sperimentazione (la curiosità resta sempre un vettore importante delle scelte del consumatore) il Belpaese ha deciso di tornare “sulla retta via”: ecco allora che il 31% degli italiani dice di spalmare ancora la marmellata sul pane. Discorso leggermente diverso per il burro, che ha subito una contrazione e viene utilizzato soltanto dal 10%.
Il motivo della longevità di pane, burro e marmellata è comunque presto detto. Oltre, è evidente, alla semplicità di preparazione, l’abbinamento tradizionale della prima colazione italiana è anche un matrimonio perfetto dal punto di vista nutrizionale. L’equilibrio tra le parti è fondamentale: lo zucchero della marmellata o della confettura, i grassi buoni del burro e le fibre del pane, meglio se integrale. Insieme, le tre componenti, riescono a fornire le giuste energie per l’inizio della giornata, a tenere a bada la glicemia e ad agire in maniera positiva sulla salute cardiovascolare.
Agli italiani piacciono le creme spalmabili per colazione
L’Italia, a tavola come in molti altri aspetti, è un Paese particolare. Profondamente conservatore e allo stesso tempo molto impermeabile alle abitudini e alle tendenze che provengono da fuori. Se allora pane, burro e marmellata continua a piacere, allo stesso tempo stanno anno dopo anno crescendo i consumi di creme spalmabili, con diverse aziende che hanno deciso di investire in maniera importante sul comparto e di ampliare così l’offerta. Una tendenza che, a dire il vero, risulta essere comune a quasi tutto il mondo. Si parla, a livello globale, di una crescita del 3,5% annuo e di un mercato che punta, entro il 2024, a sfiorare i 30 miliardi di dollari di giro d’affari. In Italia si viaggia a vele spiegate verso i 500 milioni, con una crescita annua, nel 2021, superiore al 12%.
Anno dopo anno crescendo i consumi di creme spalmabili
Anche in questo caso i motivi sono diversi, ma abbastanza evidenti. C’è sicuramente la curiosità. In Italia, infatti, quando dici crema spalmabile pensi soprattutto alla crema di nocciola, ma nella realtà siamo di fronte a un mercato enorme e in continua evoluzione, con abbinamenti sempre nuovi e adatti a ogni gusto. C’è poi l’immancabile aspetto salutistico, con alcune creme spalmabili che sono perfette per chi segue una dieta sana ed equilibrata o per chi fa attività fisica. C’è, infine, la versatilità. Le creme spalmabili sono perfette per la colazione, ma anche per uno spuntino a metà mattina o a metà pomeriggio. Possono essere declinate anche al salato, come molte aziende stanno facendo, e, considerata la vastità del mercato, possono essere abbinate nelle maniere più originali.
I giovani scelgono creme spalmabili e frutta fresca a colazione
Il consumo di creme spalmabili, stando ai dati, è molto più diffuso nella fascia giovane della popolazione, quella compresa tra i 18 e i 24 anni. Il 31% dice di consumarle, la stessa percentuale che dice di consumare anche frutta a colazione (anche in questo caso un’abitudine più diffusa nella fascia giovane rispetto a quella più anziana). Un dato che fa pensare: la generazione che sta cambiando il mercato, portando una nuova consapevolezza in fatto di alimentazione, è anche quella che non sembra riuscire a fare a meno di un cibo da zona di comfort, che richiama all’età infantile e che porta una maggiore spinta dolce.
Quale frutta a colazione? Quella che volete
Al di là delle tendenze, il consumo di frutta a colazione è tra le abitudini supportate dai nutrizionisti, pur con qualche accorgimento. Se, infatti, qualsiasi frutto rappresenta un ottimo alimento per iniziare la giornata, è altrettanto vero che la frutta è composta da zuccheri semplici, che vengono assimilati molto in fretta dall’organismo e questo potrebbe portare, a stretto giro, a un ritorno d’appetito. Cosa fare, quindi? Abbinare la frutta a una fonte di proteine e a dei carboidrati, in modo da avere una colazione il più completa possibile.
Un buffet di frutta
Sulla scelta, invece, massima libertà. A dominare deve essere il gusto personale e, possibilmente, la stagionalità. Senza dimenticarsi della frutta secca, fonte di proteine e acidi grassi essenziali, indispensabili per il nostro organismo e molto utili per tenere sotto controllo il colesterolo.
Marmellate, frutta, creme e burro nei buffet degli hotel
Da un lato le vecchie abitudini, dall’altro le nuove tendenze. In mezzo, gli hotel, che in questo contesto devono riuscire a stare al passo. Come? Riuscendo a intercettare tutti i gusti dei loro clienti.
Creme spalmabili e frutta, due alimenti che piacciono ai giovani
In un buffet che si rispetti, non deve mancare una selezione, il più possibile ampia, di marmellate e confetture, così come non è possibile fare a meno di un burro di qualità, ancora meglio se prodotto in casa o a Km0. Infine, la frutta fresca non deve essere soltanto marginale, ma protagonista ed equamente suddivisa tra frutta già tagliata e porzionata e frutta intera.