Notizia che ha già fatto in poche ore il giro del mondo, ed è bene che sia così. La notizia a cui ci riferiamo è la seguente: dagli scavi di Pompei, raffigurata su un dipinto di duemila anni fa (decennio più, decennio meno) emerge quella che sembra una “pizza”. Da una prima analisi dell'affresco, scoperto durante i nuovi scavi nell’insula dieci della Regio IX a Pompei, quella che è rappresentato sulla parete di un’antica casa pompeiana potrebbe essere una pizza ante litteram. Ci sono un calice di vino, posato su un vassoio di argento, e una focaccia di forma piatta che funge da supporto per frutti vari. Suvvia, è la pizza! Ci sorprende, ma non ci amareggia (così va il mondo) constatare che non ha fatto (ancora) notizia il contestuale ritrovamento nell'office del locale polivalente (non era solo pizzeria) di una copia, sgualcita ma ancora quasi del tutto leggibile, di un autorevole e diffuso magazine dell'epoca "Pompei a Tavola". Proviamo a riproporre qui, in versione anastatica con il solo intervento della traduzione dal latino all'italiano, il pezzo che era ben posto in evidenza sulla scrivania dell'Oste Eusino. Il pezzo ha firma illeggibile, purtroppo.
Sarebbe bello sapere chi ha inventato l'antenata della pizza dipinta sull'affresco di Pompei
A Pompei la pizza già 2mila anni fa
Non proprio al centro della città, quell'agorà dove la vita stracittadina pulsa vivacemente in tutte le ore del dì, festivi compresi, bensì in prima periferia, in un quartiere residenziale dalla toponomastica non proprio brillante, anzi, da burocratese affetta dacché il suo nome è Regio IX, ha di recente ampliato il suo offering il ben noto locale "all'Oste Eusino". Di questo locale abbiamo già scritto circa cinque mesi fa (marzo 14 d.C.). Qui riportiamo una frase emblematica che adoperammo per dare l'idea del locale: "Una sosta al bar dell’Oste Eusino, due chiacchiere con gli avventori e una degustazione guidata del suo dovizioso finger food è esperienza imperdibile"
Ecco, tornarci adesso è stata esperienza anch'essa imperdibile in virtù della sorprendente degustazione di una geniale invenzione del patron Eusino: la pizza.
L'Oste Eusino, sempre gioviale, un occhio al laboratorio interno e un occhio alla sala sempre piena di avventori adulti di alto ceto, si concede volentieri a noi dopo che l'ultimo tavolo, abituali clienti gourmet, ha lasciato il locale. È già passata l'ora del vespero. La nostra “intervista” comincia a ruoli ribaltati. È l'oste Eusino che fa la domanda.
L'affresco di Pompei di 2mila anni fa con l'antenata della pizza
OE: Dimmi il vero, caro il mio scriba, ti è piaciuta questa mia invenzione? Sì, insomma, ti è piaciuta la pizza?!
Ego: Eusino caro, qui le domande le faccio io, altrimenti il lettore si confonde e non capisce chi è l'intervistato e chi è l'intervistatore. Ad ogni modo, sì, mi è piaciuta. Mi è piaciuta e sai che, non fosse altro per il rispetto dovuto ai lettori, io devo dire il vero. Ribadisco che mi è piaciuta. Tuttavia, non volermene, ci vedo miglioramenti possibili. Non trovi?
OE: E certo che sì, certo che questa pizza è migliorabile. Diciamo che siamo al beta test. Dovrò migliorare l'impasto, la lievitazione, il topping e la cottura.
Ego: Ecco, a proposito di topping, ho notato che adoperi frutta, spezie e moretum [nel pezzo originale c'è scritto "pesto" in italiano; allora abbiamo effettuato traduzione inversa!], pensi ad altro, in sostituzione o in aggiunta, onde rendere ancora più gustosa la pizza?!
OE: Certamente, sto già pensando alla pizza 2.0 che penso di mettere in carta tra circa diciassette secoli. Adopererò come topping due ingredienti favolosi: la mozzarella, che poi nel XX secolo assumerà il nome preciso di "Mozzarella di Bufala Campana Dop" e che faremo non proprio qui a Pompei, ma comunque nelle vicinanze, e il pomodoro che coltiveremo qui sulle falde della montagna [Eusino si riferisce al Vesuvio] e che nel XX secolo assumerà il nome preciso di "Pomodoro del Piennolo del Vesuvio Dop".
Ego: "Scusa la mia ignoranza, Eusino, ma a beneficio anche dei lettori, ci spieghi cosa significa Dop?
OE: Vedo che non ti manca ignoranza, caro scriba! Dop sta per DEo Optimo. Ti faccio un esempio talmente semplice che puoi capire anche tu. Tra circa venti secoli, nella Napoli del dopoguerra per dire che una pietanza è proprio buona, ma buona buona buona, si dirà "può andare davanti al re". Ecco, qui Dop significa può andare davanti a Giove".
Ego: Ho notato l'abbinamento della pizza con il vino rosso
OE: Sì, e con cosa altro sennò? Non vorrai cominciare sin da ora a fare come i tuoi colleghi del futuro? Accendere il dibattito su vino vs birra e addurre argomentazioni tanto dotte quanto inutili? Io ti dico come la penso. Io come avventore, con la pizza quando mi va il vino ci bevo il vino e quando mi va la birra ci bevo la birra. De hoc satis [abbiamo lasciato la frase in latino perché molto incisiva. In traduzione letterale sarebbe il nostro "e mo' basta, mo'!]
Ego: Ho molto apprezzato il filino d'olio.
OE: Ed io apprezzo che tu lo abbia apprezzato, caro il mio scriba! Lo sai che i tuoi colleghi del futuro imbastiranno altri dibattiti su quando mettere l'olio? "Ingresso forno, uscita forno". Ma probabilmente ci sta pure dibattere di ciò e la scelta sarà funzione del tipo di pizza. Quanto non potrò sopportare invece è l'utilizzo di Evo. Ti rendi conto? Diverrà abituale dire Evo per dire olio extravergine di oliva. O tempora o mores.
Ego: Noto e apprezzo, caro Eusino, che ti atteggi a chiaroveggente. Ti immagini scenari totalmente nuovi, quasi incredibili. Ciò lascia sottendere che tu vedi un radioso futuro per questa pizza?
OE: Certamente. La pizza diverrà street food universale e il suo headquarter sarà Neapolis. E sarà Neapolis dove la pizza perpetuerà la sua esistenza.
Ego: Sapranno i posteri salvaguardare, tutelare e valorizzare la pizza, caro Eusino?
OE: Mi auguro di sì. Io praticamente non ho fatto altro che mettere il sole, il nostro sole mediterraneo, nel piatto. Adesso sta ai posteri, non peggiorare e laddove possibile migliorare. E migliorare, lo hai detto tu a me in sincerità che ho apprezzato, è cosa auspicabile e tutto sommato facile.
Ego: Vedi pericoli?
OE: Ti dico, ma non sono mica un profeta, che qualche rischio lo intravedo. E sai quale?
Ego: No, quale?
OE: Eccedere due volte nel topping. La prima volta nel senso letterale. Cominceranno a metterci di tutto e di più su questo disco benedetto. E invece, andrebbe osservato il monito di Apollo a Delfi: "ne quid nimis" [niente di troppo, un po' come dire che il troppo storpia].
Ego: E la seconda volta?
OE: Sei impaziente, scriba! Stavo per dirlo. Dunque, la seconda volta non è letterale ed è, se possibile, ancora peggio! È l'eccesso di sovrastruttura ideologica che sarà creato intorno a questo sole nel piatto.
Ego: Sinceramente non capisco, ti spieghi meglio?
OE: Sì, accadrà agli inizi del terzo millennio, vedrai! Ci sarà la moda delle gare tra pizzaioli. Non ne finisce una che ne comincia un'altra! E ci saranno i campionati e le classifiche e poi si entrerà nelle classifiche di categoria e poi non sapranno più che altro inventarsi! Ah, un momento. E poi ci saranno le guide. Non ti dico, caro mio. Insomma, un circo mediatico da far paura. O da far tenerezza, dipende!
Ego: A chiudere, caro Eusino. Gli avventori sono tutti andati via. Tu adesso avrai pur fame. Cosa ti prepari per cena?
OE: Pensi che ti risponda che mi faccio una pizza?! Sì, mi andrebbe, perché no. Eppure, sai cosa mi mangio adesso, in solitudine, prima di chiudere la bottega e tornare a casa a dormire? Mi mangio un po' di panis [pane].
Ego: Ma come, un oste che cena con il pane asciutto?
OE: Ma no, mica solo pane. No, apro la pagnotta e dentro ci metto due ingredienti che salvano il mondo, caro scriba.
Ego: E quali sono?
OE: Te lo dico perché mi sei amico. Io stasera ceno con "panis, amor et imaginatio" [pane, amore e fantasia]
Fin qui il testo del pezzo così come lo abbiamo ritrovato sul magazine "Pompei a Tavola".