A Palazzo Chigi c'è aria di soddisfazione. Il disegno di legge che vieta la produzione e la vendita di alimenti creati in laboratorio - avanzato dal ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida - è stato approvato dal Consiglio dei ministri. Una vittoria, quella del deputato di Fratelli D'Italia, importante, dicesi, per la «salvaguardia dei cittadini e di tutti coloro che frequentano il territorio nazionale». E ci saranno multe salatissime per chi non seguirà la futura legge: le sanzioni, infatti, partiranno da un minimo di 10mila euro ad un massimo di 60mila. Una scelta condivisa appieno dall’84% degli italiani, che si è dichiarato contrario all’idea di cibi prodotti in laboratorio, dalla carne al latte, dai formaggi al pesce, da sostituire a quelli coltivati in agricoltura. Ma qual è il pensiero comune degli chef, ossia i primi esperti del settore alimentare, in merito a questa decisione? Scopriamolo insieme...
Cheloni: «Bisogna combattere la sovrapproduzione»
Francesco Cheloni, chef dell'Osteria Manzoni, inizia il suo speech con una frase iconica: «Sono toscano e per me la carne è solo una». Ma il cuoco avverte: «Per la carne artificiale ci possono essere dei vantaggi e degli svantaggi: si parla comunque di carne vera e propria perché è ottenuta da cellule staminali». Ed il tema della sostenibilità non manca mai: «È vantaggioso rispetto all'inquinamento relativo agli allevamenti intensivi ed ai gas serra. Un altro vantaggio è salutare, possiamo controllare meglio la carne e diminuirne i grassi saturi ed aumentarne le proteine». La soluzione finale? Quella «di lavorare con i produttori di carni sostenibili come facciamo nel mio ristorante, gestito con mia moglie Giovanna». E questo, quindi, è l'appello riassuntivo: «Bisogna combattere la sovrapproduzione».
Cedroni: «Il cell-based potrebbe danneggiare giovani e piccole realtà»
Ne è dello stesso avviso anche Moreno Cedroni, noto chef bistellato dallo spirito avanguardista, poiché, come riportato da alcuni studi, «produrre carne coltivata richiede persino più energia di quella usata nell’industria per qualsiasi tipo di carne naturale». Inoltre, bisognerebbe fare i conti anche con le piccole realtà di paese, che potrebbero essere letteralmente penalizzate dal mercato a causa della presenza e della continua produzione di questi cibi sintetici. Infatti, il cuoco racconta che come «il cell-based potrebbe danneggiare giovani e piccole realtà agricole, che sono moderne e sostenibili» ha raccontato al Corriere della Sera.
Lo chef Moreno Cedroni
Leeman: «I cibi sintetici sono una strada sterile»
Pietro Leemann, chef-stellato ed icona dell'alta cucina veg, si è espresso assolutamente a favore, in quanto i cibi sintetici, in quanto alla sostenibilità, sono «una strada sterile» perché «non mangiare carne, o mangiarne meno, è necessario e i consumatori ne sono consapevoli. Ma alternative possono essere realizzate con proteine vegetali o prodotti naturali». Un esempio? «Il latte - spiega lo chef al Corriere della Sera. Perché crearlo in laboratorio se basta unire quelli di mandorla e piselli a sciroppo d’agave e amido per ottenere un sapore identico a livello palatale a quello di mucca?»
Brasi: «Va limitato il consumo»
Non poteva mancare l'opnione di Luca Brasi, noto chef de La Braseria di Osio Sotto (Bg), che di recente è stato inserito al 42esimo posto delle steakhouse del pianeta dalla casa editrice londinese Upper Cut Media House. «Sono assolutamente d'accordo con la scelta del governo, si tratta di un prodotto surrogato. Per quanto riguarda il tema della sostenibilità, il punto è che bisogna mangiarne di meno ma di buona qualità, ed è chiaro che questo va ad incidere sul costo del prodotto». In poche parole «va limitato il consumo».
Lo chef Luca Brasi
Trentini: «Nell'agroalimentare italiano non abbiamo bisogno di questi cibi»
Anche il noto chef torinese Marcello Trentini, con una stella Michelin, illuminata fin nel 2010, si è dichiarato favorevole a questo disegno di legge avanzato da Lollobrigida ed approvato dal Consiglio dei ministri: «Nell'agroalimentare italiano non abbiamo bisogno di questi cibi. Abbiamo tutti gli ingredienti a disposizione. I cibi di sintesi potrebbero anche essere in futuro un rimedio alla fame del mondo, ma attualmente ha dei costi di produzione esorbitanti». Attualmente sono più sostenibili? «Al momento non credo, non ci sono ancora state sperimentazioni sufficienti».
Recanati: «Bisogna creare filiere più corte e più sane»
All'unanimità anche il noto chef stellato Errico Recanati, battezzato dall'opinione pubblica e dagli addetti ai lavori come "Il Re della Carne": «Ben venga questa decisione - commenta subito il maestro della brace del Ristorante Andreina. La carne rappresenta il territorio e bisogna salvaguardare tutto questo. Bisognerebbe riguardare e migliorare alcune leggi che possano aiutare il tema legato alla produzione. La sostenibilità, si sa, è un tutt'uno di cose». E conclude con un'ipotetica soluzione: «Bisognerebbe creare filiere più corte e più sane».
Il Consorzio Grana Padano soddisfatto di questa decisione
Il Consorzio per la Tutela del Formaggio Grana Padano «saluta con grande soddisfazione la decisione del Governo di bandire il cibo sintetico. La lungimirante e coraggiosa scelta della Presidente Meloni e del Ministro Lollobrigida rappresentano una convinta tutela per i consumatori e per i produttori italiani. La storica decisione arriva in un momento in cui i tentativi di attacco al cibo italiano e alla sua candidatura a Patrimonio Immateriale dell’Umanità si moltiplicano. Il Financial Time, attingendo a notizie parziali e a boutade provocatorie, tese solo ad alimentare uno stupore atto a generare notorietà a buon mercato, diventa uno strumento dei detrattori che, sperando di distruggere una certezza mondiale, quali sono il pregiato cibo italiano e la benefica cucina mediterranea, auspicano di trovare nuovi spazi nella new economy dei tempi attuali. Cioè quella del cibo che attrae interessi e investimenti dalla non più espansiva vecchia new economia della Silicon Valley e dintorni che continua a “liberare” mano d’opera e capitali attratti dagli oltre venti miliardi di pasti giornalieri che si realizzeranno via via progressivamente nel 2050».
Il Consorzio Grana Padano è soddisfatto della scelta del governo
«La storia dell’economia mondiale e, conseguentemente, la geopolitica, sono piene di provocazioni, strumentalizzazioni, artifici e fake news finalizzate ai new business che nascono per sostituirsi a tradizioni consolidate ed economie radicate nei territori, alimentate dalla realtà - si legge nel comunicato. Solo un esecutivo solido, lungimirante e coraggioso poteva legiferare contro le prime emersioni dell’inganno del secolo teso a produrre nuovi profitti a danno dei cittadini consumatori e dei produttori. Un applauso convinto a chi ha voluto e saputo operare questa scelta da parte della più grossa e diffusa DOP europea, quella del Grana Padano ormai consumato per quasi il 50% fuori dall’Italia e volgarmente copiato in ogni dove».
Il parere della Coldiretti
Festeggia, infine, la Coldiretti, che in queste settimane ha spalleggiato con decisione la proposta del Ministro: «La scelta dell’esecutivo va incontro alla forte opposizione manifestata dai cittadini ai cibi artificiali, con un no preponderante per classi di età, titolo di studio, genere, area territoriale di residenza, livello di reddito. Dopo l’autorizzazione per il consumo umano concessa dall’autorità alimentare americana Fda ai filetti di “pollo” creati in laboratorio dalla Upside Foods, azienda statunitense finanziata da big della finanza mondiale come Bill Gates, Richard Branson e il fratello di Elon Musk, il rischio, scrive in una nota la Coldiretti, è una diffusione anche nell’Unione Europea dove già quest’anno potrebbero essere introdotte le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue. Ma non c’è solo la bistecca in provetta. Infatti la società Remilk vuole poi aprire una fabbrica chimica in Danimarca per la produzione di latte sintetico realizzato in laboratorio senza mucche. Il “prodotto” della start up israeliana usa il gene responsabile della produzione delle proteine del latte nelle mucche, lo mette in coltura dentro un lievito che viene poi inserito nei fermentatori, dove si moltiplica rapidamente e produce proteine del latte che vengono poi combinate con vitamine, minerali, grassi e zuccheri non animali per formare i latticini sintetici».
Il presidio della Coldiretti davanti a Palazzo Chigi in occasione del Cdm
Il business dei cibi sintetici
Il primo hamburger creato in laboratorio risale al 2013 (esattamente dieci anni fa) e richiese quasi 290mila euro all’Università di Maastricht. Ma adesso un petto di pollo da 160 grammi può stare sul mercato a circa 4 quattro dollari, secondo i dati della Future Meat Technologies. E, entro il 2030, secondo un’analisi di McKinsey, la carne sintetica costerà quanto quella animale. Gli analisti di Barclays stimano che il giro d’affari «sintetico» potrebbe raggiungere i 450 miliardi di dollari nel 2040, ossia il 20% del mercato globale della carne. E, infatti, fra gli investitori che ci scommettono ci sono tycoon del mondo tech come Bill Gates e Richard Branson, fondatori rispettivamente della Microsoft e della Virgin. Ma, anche, celebrità come Leonardo DiCaprio. Oltre a colossi alimentari quali JBS, Tyson Foods, Kellogg’s e Cargill. Pure dei governi finanziano ricerche in ambito: fra questi Singapore, città-stato che importa il 90% del cibo, e Israele.