Ad una settimana esatta dalla devastante calamità naturale che ha colpito l’Oltrepò Pavese si fanno le prime stime dei danni. A tracciare i conti sono le principali federazioni agricole che, avendo il contatto diretto con i produttori, hanno messo nero su bianco i danni (anche se si tratta ancora di stime lontane dalla veridicità della situazione).
Gli effetti del maltempo su un vigneto dell'Oltrepò
Conta dei danni per i vigneti dell'Oltrepò
La zona più colpita dal maltempo risulta essere quella dell’Oltrepò Orientale, in modo particolare la Valle Versa, Valle Scuropasso e i comuni di Cigognola, Canneto Pavese, Santa Maria della Versa, Broni e Stradella. Secondo Confagricoltura Pavia i danni sui vigneti potrebbero aggirarsi tra il 50 e l’80%, ma è presto per le stime definitive. Sono in corso le verifiche, nonostante siano passati sette giorni dal disastro, ma al momento risulta ancora difficile una valutazione precisa dei danni a causa delle avverse condizioni dei terreni e di alcune cantine che stanno sistemando gli impianti inondati da acqua piovana e fango a poche ore dall’inizio della vendemmia 2022.
«Il cambiamento climatico sotto i nostri occhi»
«Ormai da tempo vediamo sotto i nostri occhi gli effetti del cambiamento climatico in atto con eventi atmosferici sempre più violenti ed improvvisi, per questo dobbiamo farci trovare pronti per salvare le nostre colture. Fenomeni sempre più estesi ed intensi richiedono interventi urgenti. L’imprevedibilità di questi fenomeni, dalla siccità al maltempo, ci ricordano che non c’è più tempo da perdere», commenta il Direttore di Confagricoltura Pavia Alberto Lasagna.
Il personale tecnico e i segretari di zona si sono subito attivati per fornire il necessario supporto sia tecnico che amministrativo. Confagricoltura Pavia sta monitorando anche i passaggi istituzionali per il riconoscimento dei danni.
Stato di emergenza
Nel frattempo, in queste ore, Regione Lombardia ha chiesto ufficialmente al Governo lo stato di emergenza per i gravi fenomeni di maltempo che hanno colpito alcuni territori lombardi, tra questi anche la provincia di Pavia dove le colate di fango dei bacini dei torrenti Scuropasso e Versa, hanno coinvolto non solo la viabilità provinciale ma anche le attività vitivinicole della zona. Continuano, infatti, ad arrivare le segnalazioni di aziende agricole danneggiate e vigneti distrutti in Oltrepò. A sottolinearlo è Coldiretti Pavia.
E non si fermano i sopralluoghi dei tecnici e dei dirigenti nelle imprese duramente colpite dal maltempo dei giorni scorsi, mentre sale la conta dei danni a poche settimane dall’inizio della vendemmia. «Siamo ancora in campo, soltanto nei prossimi giorni sarà possibile avere un quadro preciso della situazione – sottolinea Stefano Greppi, Presidente di Coldiretti Pavia – Di certo ad oggi possiamo dire che la zona interessata dal maltempo è molto estesa e si allarga a gran parte della Valle Versa, dove le percentuali di raccolto danneggiato arrivano fino a punte di oltre l’80% e dove sono numerose le cantine e gli agriturismi danneggiati».
Pioggia sì, ma non temporali
La pioggia era attesa per combattere la siccità nelle campagne, ma per essere di sollievo deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa. Mentre i forti temporali della settimana scorsa provocano, secondo Coldiretti, danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento, provocando frane e smottamenti. «I danni sono ingenti, sia alla produzione di quest’anno che a quella dell’anno prossimo – dice ancora Stefano Greppi – E per di più le aziende stavano già facendo i conti con pesantissimi aumenti dei costi di produzione, dal gasolio al vetro, dai tappi di sughero alle gabbiette per gli spumanti, dalle etichette fino ai cartoni di imballaggio».
Greppi aggiunge: «Le precipitazioni che hanno sconvolto l’Oltrepò non cambiano lo stato di sofferenza idrica diffuso su tutto il territorio pavese. Siamo di fronte anche nella nostra provincia alle conseguenze dei cambiamenti climatici, con il moltiplicarsi di eventi estremi e una tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. Il risultato è un conto per l’agricoltura di 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture».