È finito lo stato di emergenza, da oggi torna il rito del caffè espresso? Prima della pandemia, secondo i dati di Coldiretti erano 30 milioni gli italiani che lo consumavano quotidianamente al bar. Adesso che le restrizioni si sono allentate lo si può bere tranquillamente all'aperto seduti a un tavolino, oppure al bancone mostrando il Green pass base (quindi anche solo con un semplice tampone). Il problema è che a spaventare i clienti ora potrebbe essere il prezzo. Il caro materie prime ha infatti alzato il prezzo di un espresso al bar. Secondo il rapporto della ristorazione del Fipe già a dicembre c'erano già stati i primi aumenti. I prezzi nel 2021oscillano tra gli 0,82 centesimi di Messina e gli 1,20 centesimi di Bolzano. Per i baristi il rincaro è giusto, anzi, è pure poco, purché si faccia un caffè di qualità. E c'è anche chi va oltre, proponendo di mettere le caffetterie al posto dei bar dove servire un caffè di qualità a cinque euro, trasformando l'espresso in un vero e proprio bene di lusso.
Al bar torna il rito del caffè, ma sarà più caro
Nonostante la recente bocciatura delle candidatura a patrimonio immateriale dell’Unesco, il rito del caffè continua a vincere in Italia dove, spesso in abbinamento al tradizionale cornetto. È ormai un’abitudine radicata che è espressione di uno stile di vita conosciuto in tutto il mondo. Ma il ritorno ai tavolini all'aperto senza carta verde e al bancone con il Green pass base sarà inevitabilmente diverso da prima della pandemia. Il gusto per tutti gli appassionati di tornare a consumare il caffè al bar sarà più amaro. Il prezzo di una tazza di caffè espresso per effetto dei rincari delle materie prime e dei costi energetici è aumentato. Ha infatti superato la soglia di 1 euro in molte città d’Italia. Secondo l’analisi della Coldiretti su dati Istat i servizi di bar e ristoranti hanno fatto segnare un aumento dei prezzi del 3,8% a marzo rispetto alla base dei dati Istat.
In provincia di Bolzano c'è l'espresso più caro
Stando al Rapporto annuale sulla ristorazione del 2021 di Fipe, dove l'associazione dei pubblici esercizi, ha rilevato i prezzi medi della tazzina al bar in base ai valori medi rilevati nei capoluoghi di provincia emerge che già lo scorso anno, la soglia di un euro a tazzina era già stata ampiamente superata. Bolzano è la provincia dove il caffè espresso costa di più in Italia, il prezzo medio è di 1 euro e 20 centesimi, seguita Ferrara, che raggiunge 1,18 e da Padova con 1,16 euro. Poi vengono Modena e Ravenna con 1,15 euro. Tra le grandi città l'espresso a Roma è arrivato a una media di 1,10 euro, a Milano di 1,05, Genova 1,04 euro, Torino di 1 euro. "Resistono" al caro prezzi le città dove il caffè è ancora oggi un simbolo. A Napoli e a Trieste (ma anche a Reggio Emilia) la tazzina è ancora abbondantemente sotto l'euro. L'espresso meno caro si trova invece a Messina: una tazzina costa infatti 0,82 centesimi.
Il barman: «Se di qualità il caffè a un euro e venti è anche poco»
Per Fiorenzo Colombo, membro e fondatore della Abi Professional, l'Associazione italiana barmen, l'aumento del prezzo del caffè espresso non deve creare "scandalo". «Si può anche farlo pagare 1 euro e 20 centesimi, l'importante è che sia buono - ha spiegato - Troppo spesso infatti in Italia, a differenza dei paesi esteri, si scelgono torrefazioni di qualità scadente; un gioco al risparmio che finisce per danneggiare il cliente».
Fiorenzo Colombo
La tendenza: «Basta bar, d'ora in avanti solo caffetterie con prodotti di qualità»
Per Maurizio Valli pluripremiato barista del Bugan Coffee Lab e di un coffee shop di Bergamo e i rincari sono ancora insufficienti a coprire i reali costi di una tazzina di espresso. «Da noi costa due euro e a breve lo porteremo a 3, ma il nostro è un caffè di qualità - ha spiegato - Il problema dell'Italia è che non c'è una vera cultura del caffè. La maggior parte dei locali si affida a torrefazioni che danno un prodotto scadente. Ci sono pure torrefazioni che garantiscono anche il comodato d'uso delle attrezzature, ma in realtà bisogna fare come si fa all'estero, comprare le attrezzature a proprie spese. Anche questo aspetto influisce infatti sulla qualità. I cuochi nei ristoranti comprano forse le pentole in comodato d'uso? No, e quindi anche i baristi devono fare altrettanto; ovvero rendersi indipendenti dalle torrefazioni. Il caffè a un euro è un insulto. Se oggi uno apre un'attività e lascia questo prezzo alla tazzina è destinato a chiudere entro breve tempo. Personalmente resto dell'idea che il caffè deve diventare un bene di lusso. Eliminiamo per sempre la parola bar e al suo posto mettiamoci caffetteria e iniziamo a fare dei caffè di qualità. Solo così il nostro Paese potrà crescere culturalmente ed economicamente».
Maurizio Valli