Un mondiale di calcio, anche se discusso, anche senza Italia, resta sempre un mondiale di calcio. Un evento che, con le sue partite e le sue storie, è in grado di catalizzare l'attenzione di tutto il mondo. È stato così anche per Qatar 2022 che domani, domenica 18 dicembre, arriverà al suo atto conclusivo, la finale. Alle 16 al Lusail Stadium si sfideranno Argentina e Francia.
Una finale che, di certo, non è una sorpresa. Entrambe le nazionali partivano infatti con i "gradi" di favorite e sono tra le massime espressioni del calcio mondiale, rappresentate in campo da due campioni assoluti: Lionel Messi e Kylian Mbappé. Nonostante abbiano due tradizioni molto diverse, le attuali espressioni del calcio argentino e francese sono molto simili. Offrono, infatti, un gioco difensivo, verticale, forse poco spettacolare, ma fruttuoso.
Oltre alla tradizione calcistica, però, Argentina e Francia possono contare su un altrettanto importante tradizione enogastronomica. E, al contrario del campo, le loro cucine tradizionali sono per certi versi agli antipodi. Più immediata quella sudamericana, più ricercata quella d'Oltralpe. Noi di Italia a Tavola abbiamo quindi pensato di mettere in sfida i due Paesi, schierando "sul campo" piatti "bandiera" in una simbolica sfida a tavola.
Argentina e Francia si affronteranno nella finale dei mondiali di calcio in Qatar
Argentina e Francia, due cucine agli antipodi
Prima di partire con la nostra "formazione", capiamo però qualcosa in più delle due cucine in sfida, partendo da quella argentina. Come detto, la cucina tradizionale del Paese sudamericano è sicuramente immediata e figlia della sua storia. È infatti fortissima l'influenza della cucina spagnola e soprattutto di quella italiana. Gli argentini sono, infatti, grandissimi consumatori di pasta e qua e là sbucano ritagli di Belpaese. La milanesa, per esempio, vale a dire la cotoletta, che viene preparata anche "a la napolitana", con prosciutto, mozzarella e sala di pomodoro. O gli ñoquis e la lasaña, ma anche fainà, ossia la farinata di ceci, e la fugazzetta, una focaccia con formaggio e cipolle. Impossibile, infine, non tener conto della carne, di cui l'Argentina è tra i maggiori produttori mondiali e che rappresenta una religione laica, con il rito dell'asado, sui cui torneremo dopo, e con un consumo annuale che sfiora i 90 chilogrammi pro capite, terzo Paese al mondo.
Per presentare la cucina francese, invece, è sufficiente partire da un dettaglio: dal 2010 il pasto alla francese è stato inserito tra i patrimoni immateriali dell'Unesco. Detto questo, la cucina tradizionale francese è il risultato di una lunga tradizione storica e di un territorio in grado di offrire vere e proprie eccellenze. È comunque complesso riuscire a dare una cifra precisa alla cucina d'Oltralpe perché, proprio grazie alla sua lunga tradizione e ai suoi innumerevoli prodotti di qualità, ha una fortissima connotazione regionale. Le singole aree geografiche che compongono l'Esagono hanno infatti, in maniera molto similare all'Italia, caratteristiche di cucina ben specifiche, che valorizzano ciò che l'enogastronomia locale offre.
Passiamo però ora alla sfida vera e propria.
In porta, gli antipasti: Empanadas vs Ostriche
Argentina: le Empanadas
Per iniziare un pasto, sulla sponda argentina, abbiamo scelto di andare sul sicuro. Le empanadas sono, a tutti gli effetti, un comfort food, perfetto per ogni occasione, anche per aprire un pasto. Si tratta di fagottini di pasta a forma di mezzaluna, ripieni solitamente con carne di manzo tritata (ma sono numerosissime le varianti). Possono essere preparate sia al forno sia fritte. Nel primo caso, vengono solitamente spennellate con l'uovo.
Empanadas
Francia: le Ostriche
Per la Francia abbiamo invece scelto di premiare non un piatto, ma l'eccellenza dei prodotti d'Oltralpe, scegliendo uno dei prodotti "bandiera", noti in tutto il mondo. Stiamo parlando delle ostriche, di cui la Francia è maggior produttore e maggior consumatore a livello mondiale. Chi ha avuto la fortuna di viaggiare in Bretegna lo sa: sono dappertutto. E non a caso Cancale, deliziosa cittadina bretone affacciata sull'oceano, è conosciuta come la capitale delle ostriche.
Ostriche
In difesa, i primi piatti: Locro vs Soupe d'oignon
Argentina: il Locro
Il mondiale, per la prima volta nella storia, si è giocato d'inverno. Allora, perché non gustarsi una zuppa? Il locro in Argentina è un'istituzione, un piatto intenso e famigliare. Molto ricca e diffusa anche nel resto del Sud America, è composta da cotica di maiale, spezzatino di manzo, trippa, chorizo, mais bianco, fagioli, patate e zucca. Poi, come sempre in questi casi, ogni famiglia ha i suoi segreti.
Il locro
Francia: la Soupe d'oignon
Da un'istituzione "invernale" all'altra. Per sfidare il locro, in Francia c'è la soupe d'oignon, la zuppa di cipolle. Un piatto all'apparenza semplice, ma con una preparazione lunga e complessa. Protagoniste, chiaramente, le cipolle, che vanno prima fatte rosolare con il burro. Si aggiunge poi la farina e si procede nella cottura con l'utilizzo del brodo di pollo. Al termine della cottura, dopo aver aggiunto il pepe, la zuppa viene messa nelle terrine, viene aggiunto il formaggio e il pane tostato. Il tutto viene fatto infine gratinare nel forno.
La soupe d'oignon
A centrocampo, i secondi piatti: Asado vs Coq au vin
Argentina: l'Asado
Più che un piatto, un'istituzione. L'asado, la carne arrosto, è una delle tradizioni argentine più radicate e più note in tutto il mondo. Come tutte le tradizioni, ha migliaia di sfumature e forme che variano di famiglia in famiglia. Ogni argentino, infatti, ha il suo modo di cuocere la carne e i suoi tagli preferiti. L'asado tradizionale prevede sia manzo sia maiale. Del manzo ci sono il filetto, il controfiletto, la costata, le costine, l'asado de tira (la parte bassa del costato), il vacio (la parte addominale) e le interiora. Del maiale sono diffuse soprattutto le salsicce e la morcilla, vale a dire il sanguinaccio. Ad accompagnare la carne è solitamente il chimichurri, una sorta di "verde" composto da prezzemolo, aglio, olio, sale, peperoncino e altre erbe aromatiche.
L'asado
Francia: il Coq au vin
Cucina immediata contro cucina ragionata, dicevamo. E allora la Francia all'asado risponde con il suo coq au vin, galleto al vino. Una ricetta preparata in tutta la Francia e che ha origini molto antiche. La storia racconta, infatti, che venne cucinato a Giulio Cesare durante la conquista della Gallia. La complessità e lunghezza di preparazione lo rendono un piatto "della domenica". Va infatti preparato con un vino rosso corposo, nel quale viene fatto marinare. Durante la cottura si aggiungono, solitamente, funghi e pancetta, per dare una spinta ulteriore.
Il coq au vin
In attacco, i dolci: Alfajores vs Tarte Tatin
Argentina: gli Alfajores
Il simbolo dolce dell'Argentina è, senza dubbio, il dulce de leche. Una "marmellata" di latte, perché preparato come si fa con una marmellata, ma con il latte al posto della frutta. Il risultato è un crema simile alle caramelle "mou", che si sposa perfettamente con un altro simbolo della dolcezza argentina, gli alfajores. Si tratta di piccoli biscotti che vengono a due a due posti uno sopra l'altro, inframezzati con una farcitura a scelta. La preferita è, manco a dirlo, il dulce de leche.
Gli alfajores al dulce de leche
Francia: la Tarte Tatin
Come il dulce de leche, nato da un errore (il pentolino di latte e zucchero lasciato andare per troppo tempo), anche la Francia ha il suo delizioso errore. Stiamo parlando della tarte tatin, la torta "al contrario". Nata all'hotel-ristorante Tatin quando una delle due sorelle che lo gestivano si dimenticò di mettere la pasta brisè, lasciando le mele soltanto tra burro e zucchero. Accortasi dell'errore, rimediò mettendo la pasta brisè sopra. Da allora, la tarte tatin è diventata un must nelle cucine francesi e uno dei dolci più amati.
La tarte tatin
Gli allenatori, i vini: una sfida di altissimo livello
La tavola è imbandita e piatti sono ricchi. Avete scelto il vostro vincitore del mondiale? Ma non è un pasto senza un buon vino e, anche in questo caso, la competizione è ad altissimo livello. La Francia è, infatti, un Paese di riferimento a livello mondiale per la sua cultura enologica. Ci sono regioni i cui vini e vitigni sono diventati sinonimo di eccellenza. La Borgogna, con il Pinot Nero e lo Chardonnay, il Cabernet e il Merlot a Bordeaux, il Riesling in Alsazia, il Syrah nella Valle del Rodano, per non parlare della Champagne, provincia universalmente nota per le sue bollicine. Nomi che da soli sanno evocare etichette di qualità altissima, ricercate in tutto il mondo.
Vigne in Borgogna
L'Argentina parte quindi, almeno qui, sconfitta? Insomma... Anche nel Paese sudamericano la tradizione vitivinicola, se pur più recente, ha preso gradualmente piede. Il clima è più che mai favorevole e sono circa 210mila gli ettari vitati (contro gli 840mila francesi). Tutto è nato, tra l'altro, proprio grazie alla Francia. Il primo vitigno ad arrivare in Argentina fu infatti il Malbec, tra i vitigni autorizzati nel Bordeaux, impiantato nella zona di Mendonza. Oggi la qualità è in costante aumento, riconosciuta anche a livello internazionale, e sono diverse le zone vocate. Ci sono la zona di Salta, con il Torrontes, e quella di Rio Negro, perfetta per Merlot e Pinot Nero. Quella di Catamarca, con Syrah, Cabernet, Chardonnay e Malbec e la prima fra tutte, quella di Mendoza, che produce più di due terzi del vino argentino e i cui Malbec sono considerati i più buoni del Paese.
Vitigni di Malbec nei pressi di Mendoza
Allora, che vinca il migliore!