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Progetto RefettoRio, 45 chef dal mondo Martina: «Un modello di cucina etica»

Il “RefettoRio” sarà inaugurato il prossimo 9 agosto a Lapa, nel centro di Rio de Janeiro, durante i Giochi Olimpionici, e servirà pasti preparati con le eccedenze alimentari recuperate nel villaggio olimpico

 
08 luglio 2016 | 15:10

Progetto RefettoRio, 45 chef dal mondo Martina: «Un modello di cucina etica»

Il “RefettoRio” sarà inaugurato il prossimo 9 agosto a Lapa, nel centro di Rio de Janeiro, durante i Giochi Olimpionici, e servirà pasti preparati con le eccedenze alimentari recuperate nel villaggio olimpico

08 luglio 2016 | 15:10
 

È stato presentato alla Fao “Da Expo Milano 2015 ai Giochi Olimpici del 2016 a Rio de Janeiro - Il progetto RefettoRio” alla presenza del Ministro Maurizio Martina, del direttore generale della Fao Josè Graziano Da Silva, del fondatore di “Food for Soul” Massimo Bottura, del fondatore di “Gastromotiva” David Hertz e del presidente del Coni Giovanni Malagò. Sulla scia dell’esperienza dell’Esposizione universale, Food for Soul lancia un progetto analogo in vista delle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016, questa volta in collaborazione con David Hertz, chef e fondatore di Gastromotiva, organizzazione no-profit. Coinvolti 45 chef da tutto il mondo.

Massimo Bottura, Maurizio Martina, Josè Graziano Da Silva, Giovanni Malagò e David Hertz

Massimo Bottura, Maurizio Martina, Josè Graziano Da Silva, Giovanni Malagò e David Hertz

Il “RefettoRio” (realizzato da Metro Architettura, in collaborazione con l’artista Vik Muniz, i designer Humberto e Fernando Campana e il light designer Maneco Quinderé) sarà inaugurato il prossimo 9 agosto a Lapa, nel centro di Rio de Janeiro, e servirà pasti preparati con le eccedenze alimentari recuperate nel villaggio olimpico. Saranno inoltre organizzati seminari, corsi di nutrizione e di cucina per persone in difficoltà e giovani.
«Expo Milano 2015 è stato un grande laboratorio di idee sul tema del diritto al cibo - commenta il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina - e il Refettorio Ambrosiano ideato da Massimo Bottura, ambasciatore del Made in Italy nel mondo, dimostra il ruolo cruciale del nostro Paese nel dibattito internazionale.

Quella di Milano è stata una best practice, replicabile in altri Paesi, che ora ha come seconda tappa le Olimpiadi in Brasile. Utilizzare le eccedenze alimentari e donarle ai più bisognosi, come è stato fatto nel semestre espositivo e si continua a fare a Milano, non è solo un dovere morale. È un esempio che può diventare quotidianità».

«Questo progetto arriverà in altre grandi città, penso ad esempio a New York, e non possiamo che essere fieri del fatto che sia stato concepito nel nostro Paese. Con l'Esposizione universale e la Carta di Milano ci siamo assunti un impegno ben preciso: garantire cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti. 795 milioni di persone nel mondo soffrono ancora la fame, mentre un terzo del cibo che produciamo viene sprecato. Ecco, è arrivato il momento di passare dalle emergenze alle priorità, perché non possiamo più chiudere gli occhi davanti al paradosso dell’abbondanza. Una delle parole chiave di questo cambiamento possibile è “condivisione”. Su questo principio è nato il Refettorio Ambrosiano ed è qui che trova concretezza una delle più belle eredità di Expo. Un mondo a spreco zero è un mondo a fame zero. Tutti dobbiamo fare la nostra parte».

Il refettorio ambrosiano
In occasione di Expo Milano 2015 Massimo Bottura ha dato vita al Refettorio Ambrosiano, tuttora attivo, grazie al quale, per la prima volta, chef di fama internazionale hanno trasformato le eccedenze alimentari in piatti stellati da offrire agli indigenti. Oltre 15 tonnellate di cibo sono state raccolte e trasformate in 11mila pasti.

Dati sullo spreco alimentare
Attualmente, nel mondo, un terzo del cibo prodotto viene sprecato. La Fao stima 1,3 miliardi di tonnellate di cibo gettate ogni anno per un valore complessivo di 750 miliardi, 12 miliardi solo in Italia, mentre 795 milioni di persone soffrono la fame. Ridurre questo paradosso dell’abbondanza rientra anche tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile 2030 delle Nazioni unite.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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