A pochi giorni dall’apertura ufficiale di Expo 2015, l’Università Statale di Milano ha ospitato la presentazione della Carta di Milano, il documento, tradotto in 19 lingue e fruibile da circa 3 miliardi di persone al mondo, che rappresenta l’eredità culturale di Expo 2015, richiamando i cittadini, le associazioni, le imprese o le istituzioni ad assumersi le proprie responsabilità per garantire alle generazioni future di poter godere del diritto al cibo e un futuro più equo e sostenibile.
L’obiettivo della Carta è chiaro già dal suo incipit: «Noi donne e uomini, cittadini di questo pianeta, sottoscriviamo questo documento, denominato Carta di Milano, per assumerci impegni precisi in relazione al diritto al cibo che riteniamo debba essere considerato un diritto umano fondamentale. Consideriamo infatti una violazione della dignità umana il mancato accesso a cibo sano, sufficiente e nutriente, acqua pulita ed energia».
La Carta di Milano si propone dunque come possibile risposta alla domanda implicita di Expo 2015, ovvero come nutrire il pianeta. Può essere firmata online dal 1° maggio (www.cartadimilano.it), o in alternativa all’interno dell'Esposizione universale ci sarà un banchetto dedicato. A ottobre le firme raccolte verranno consegnate al segretario dell'Onu, Ban Ki-Moon, che farà tappa a Milano.
«La Carta di Milano - ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina (nella foto accanto) - è un punto di partenza, non un arrivo. È un formidabile strumento di diplomazia, lo stesso Expo è una piattaforma diplomatica unica. Basta vedere cosa succede nel Mediterraneo in queste ore per capire la connessione tra questo tema e quello che succede nel mondo. Il diritto al cibo è la chiave per capire gli scenari e relazioni intenzionali che si stanno creando».
La Carta parte da alcuni concetti chiave - come la necessaria equità nella gestione delle risorse del pianeta, l’ingiustificabilità delle disuguaglianze e la portata della sfida principale, nutrire una popolazione in crescita e fortemente urbanizzata senza danneggiare irreversibilmente il pianeta - per poi elencare una serie di impegni alla sottoscrizione dei quali sono chiamati tutti, dai cittadini ai membri della società civile, dalle imprese alle istituzioni pubbliche.
In particolare, il documento impegna ad avere consapevolezza di ciò di cui ci si nutre, comprese le implicazioni di carattere sociale e ambientale, a consumare solo le quantità di cibo di cui si ha bisogno, a promuovere l'educazione alimentare, a denunciare le eventuali criticità legislative nella gestione delle eccedenze, a difendere il reddito di agricoltori, allevatori e pescatori, promuovere la diversificazione delle produzioni agricole e contribuire allo sviluppo sostenibile.
Il documento contiene anche una serie di richieste alle istituzioni di ogni livello; richiesta normative che garantiscano il diritto al cibo, l'eliminazione del lavoro minorile e irregolare nel settore, ma anche un impegno nella diffusione dell'educazione alimentare. «Un impegno comune - ha dichiarato il sindaco di Milano Giuliano Pisapia (nella foto accanto) - contro denutrizione e spreco alimentare: il lascito immateriale di Expo 2015».
Secondo quanto afferma la Coldiretti, in occasione della presentazione della Carta, un terzo del cibo prodotto nel mondo viene sprecato, per un totale di 1,3 miliardi di tonnellate che sarebbero ampiamente sufficienti a sfamare la popolazione che soffre di fame, ma 805 milioni di persone (una su dieci) nel mondo non ha ancora cibo sufficiente. Ogni anno, il cibo che viene prodotto, ma non consumato, utilizza 1,4 miliardi di ettari di terreno, quasi il 30% della superficie agricola mondiale, ed è responsabile della produzione di 3,3 miliardi di tonnellate di gas serra.
La lotta alla fame si combatte anche intervenendo con una più attenta gestione e distribuzione della produzione agricola e alimentare, e sebbene in Italia sei cittadini su dieci abbiano diminuito o annullato gli sprechi domestici nel 2014, resta ancora molto da fare per migliorare la situazione nazionale, per non parlare di quella mondiale. «La Carta rappresenta un lascito per il futuro - ha commentato Giuseppe Sala (nella foto accanto), commissario unico per Expo 2015 - un deposito di pensiero che racconta l'anima di Expo e che dovrà avere un seguito anche nel dopo Expo».
I dati sulla fame nel mondo sono spaventosi e la Carta di Milano nasce proprio per porre fine ad una situazione che è ormai fuori controllo, che merita di essere risolta attraverso l’unione delle forze di istituzioni e cittadini. Un obiettivo certamente ambizioso ma altrettanto urgente, che nessuna Esposizione universale prima d’ora si era imposta di raggiungere.