Qualora non ce ne fossimo accorti, siamo di fronte a una sorta di invasione di prodotti ad alto (e aggiunto) contenuto proteico. Pubblicità e spot televisivi, interi scaffali della grande distribuzione dedicati ad alimenti di questo tipo. Complice il trend healty degli ultimi anni, con un numero sempre maggiore di consumatori che prestano attenzione alla propria linea, si allenano e passano tempo in palestra, non pochi brand stanno cercando di intercettare questo movimento proponendo una gamma sempre più vasta di alimenti con un maggior contenuto di proteine rispetto alle controparti “tradizionali”, per così dire.
Nel giro di poco tempo ecco quindi il latte con una più alta percentuale di proteine, yogurt e creme dedicate agli sportivi con tanto di dicitura “HIPRO” in bella vista, cereali, pani, barrette e ora anche bevande. Da poco è uscito un nuovo prodotto analogo, un drink firmato Sant’Anna presentato come ad alto contenuto di proteine. Ma, indipendente dall’essere o meno sportivi, abbiamo davvero bisogno di tutte queste proteine? L’organismo anche di chi fa sport riesce a reggere il “peso”, per così dire, di un’apporto proteico aggiunto rispetto a quello che garantisce una corretta e sana alimentazione? E quali sono i rischi dell’assunzione di una più alta dose di proteine? Per cercare di fare chiarezza abbiamo contattato la nutrizionista Chiara Manzi, che ci ha spiegato cosa comporta un regime alimentare così tanto indirizzato verso alimenti arricchiti di proteine.
Qual è il fabbisogno proteico giornaliero? Come fare il calcolo
«Anche l’acqua è proteica. Dopo yogurt, barrette, budini… Ma a cosa servono tutte queste proteine? Iniziamo col dire che le proteine sono fondamentali per vivere, come tutti i nutrienti. Nella dieta dei Paesi sviluppati non corriamo alcun rischio di non assumere il giusto quantitativo di proteine. Quante sono le proteine che dobbiamo inserire quotidianamente nella nostra alimentazione, parlando di adulti normopeso senza alcuna particolare patologia?
Calcolatrice alla mano, il conto è semplice: prendi il tuo peso ideale (per esempio 60 kg) e lo moltiplichi per 0,9. Il risultato, in questo caso 54 grammi, è il tuo fabbisogno totale. Ovviamente il calcolo è indicativo, anche se non lo rispetti alla perfezione ogni giorno il tuo corpo saprà come gestire al meglio l’introito. Considerando che le proteine sono naturalmente presenti nella gran parte degli alimenti che portiamo a tavola, dalla colazione alla cena, è lampante come non sussista il rischio di non introdurne abbastanza, bensì il rischio è opposto, cioè di esagerare.
I rischi di un eccesso di proteine: pericolo per fegato e reni
Le proteine in eccesso, dopo essere scomposte, vengono espulse dall’organismo, quindi inutilizzate. Non è vero dunque che se mangiamo più proteine diventiamo più forti e crescono di più i nostri muscoli. L’unico lavoro in più lo fanno fegato e reni per distruggere ed espellere le proteine in eccesso, aumentando quindi la possibilità che questi due organi, di estrema importanza, si ammalino. Tornando alle bevande proteiche, potrebbe essere un drink adatto per chi ha bisogno di alimentazione entrale o parenterale, non potendo masticare cibi solidi, risulta in questo caso utile integrare. Ma in ogni caso, la bevanda è carente degli altri macronutrienti: carboidrati e grassi.
Questo, come la maggior parte di prodotti con proteine addizionate, quali yogurt, budini, shake, barrette… per poter apporre il claim senza zucchero, affianco a quello “ricco in proteine” e far apparire il prodotto come sinonimo di salute, vengono utilizzati dolcificanti artificiali. Tra i più usati perché a basso costo c’è il sucralosio, uno dei dolcificanti artificiali messo sotto i riflettori da un recente documento pubblicato dall’Oms che afferma che “non portano alcun beneficio a lungo termine nella riduzione del grasso”, mentre potrebbero comportare “potenziali effetti indesiderati”, come “un aumento del rischio di diabete” e “malattie cardiovascolari”, oltre a peggiorare la microflora e aumentare il senso di fame.
Mi fa riflettere come siano sempre più diffusi questi cibi arricchiti in proteine, laddove non sono assolutamente necessarie, strategie di marketing che puntano a una moda che rovina la salute delle persone. Sarebbe bene che la legislazione alimentare permettesse claim salutistici come “ricco in proteine” solo se il prodotto è equilibrato sotto tutto il profilo nutrizionale».
Bevanda proteica, l’idrosommelier: «Prodotto non necessario»
Abbiamo voluto coinvolgere anche Andrea Pistoia, idrosommelier, che ci ha dato il suo punto di vista sulle acque e più in generale sulle bevande proteiche: «Si tratta di prodotti studiati per chi fa sport. Quindi possiamo considerarli, più che acque vere e proprie, una sorta di integratori per chi fa esercizio fisico.
Ma per me si tratta di qualcosa non necessario: le acque infatti, tutte, sono già di per loro integratori naturali per l’organismo e quindi in questo caso creando bevande proteiche e con altri minerali hanno fatto ben poco lavoro. Hanno solo aggiunto un po’ più di zinco, proteine, aromatizzando il tutto e così hanno creato un integratore alimentare per gli sportivi. Diciamo che si paga a un prezzo “pompato” un prodotto di cui si può fare a meno bevendo acqua e seguendo una corretta alimentazione, ricca di tutti i nutrienti necessari».
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Alberto Lupini
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