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Sì al cioccolato in gravidanza: ecco i benefici per il feto e la placenta

Consumare una certa dose di cioccolato in gravidanza può stimolare la crescita del feto, rendere la placenta più efficiente e ridurre il rischio di sviluppare complicanze pericolose, come la preeclampsia

 
14 febbraio 2024 | 07:30

Sì al cioccolato in gravidanza: ecco i benefici per il feto e la placenta

Consumare una certa dose di cioccolato in gravidanza può stimolare la crescita del feto, rendere la placenta più efficiente e ridurre il rischio di sviluppare complicanze pericolose, come la preeclampsia

14 febbraio 2024 | 07:30
 

La gravidanza è un momento cruciale nella vita di una donna, durante il quale è fondamentale prestare particolare attenzione alla propria alimentazione per garantire la salute e lo sviluppo ottimale del feto. Mentre ci sono molti alimenti da evitare o limitare durante la gravidanza, il cioccolato, sorprendentemente, può offrire benefici significativi quando consumato con moderazione. Esaminiamo da vicino, attraverso uno studio dell'Université Laval Quebec City (Canada), perché il cioccolato può essere un'aggiunta positiva alla dieta delle donne in gravidanza, contribuendo al benessere del feto e della placenta.

Sì al cioccolato in gravidanza: ecco i benefici per il feto e la placenta

Tutto quello che c'è da sapere sul consumo di cioccolato in gravidanza

Gravidanza, dal cioccolato i nutrienti essenziali

Il cioccolato, specialmente quello fondente con una percentuale di cacao più elevata, è ricco di nutrienti importanti. Tra questi, si trovano minerali come il ferro, il magnesio e lo zinco, che sono essenziali per la formazione delle cellule del feto e per il corretto sviluppo della placenta. Il ferro è particolarmente importante durante la gravidanza per prevenire l'anemia, comune tra le donne in stato interessante.

Gravidanza, dal cioccolato degli antiossidanti protettivi

Il cacao contiene una vasta gamma di antiossidanti, come i polifenoli, che hanno dimostrato di avere effetti benefici sulla salute cardiovascolare e sulla riduzione dell'infiammazione. Durante la gravidanza, questi antiossidanti possono contribuire a proteggere la placenta e il feto dai danni ossidativi, promuovendo un ambiente più sano per la crescita e lo sviluppo.

Con il cioccolato migliora l'umore

La gravidanza può essere un momento di stress emotivo e fisico per molte donne. Il cioccolato contiene sostanze come la teobromina e la feniletilamina, che possono agire come stimolanti leggeri e migliorare l'umore. Consumare moderatamente cioccolato durante la gravidanza potrebbe aiutare a ridurre lo stress e promuovere una sensazione di benessere generale, contribuendo indirettamente al benessere del feto attraverso il controllo dello stress materno.

Il cioccolato in gravidanza: un contributo alla salute cardiovascolare

La ricerca suggerisce che il consumo moderato di cioccolato durante la gravidanza potrebbe essere associato a un minor rischio di ipertensione gestazionale e preeclampsia. Questi effetti positivi potrebbero essere attribuiti agli antiossidanti presenti nel cioccolato, che possono favorire la salute dei vasi sanguigni e migliorare il flusso sanguigno verso la placenta, garantendo così un adeguato apporto di nutrienti al feto.

Sì al cioccolato in gravidanza, ma con moderazione

Anche se il cioccolato può offrire diversi benefici durante la gravidanza, è importante consumarlo con moderazione. Troppi dolci possono portare a un aumento di peso eccessivo, che può essere dannoso per la madre e il bambino. Inoltre, il cioccolato contiene anche caffeina, che in eccesso può essere nociva per il feto. È consigliabile consultare il proprio medico o un nutrizionista per ottenere indicazioni personalizzate sull'apporto di cioccolato durante la gravidanza, tenendo conto delle proprie esigenze e condizioni di salute.

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19/02/2024 12:08:40
1) Cioccolata fa bene alla gravidanza
Una bellissima storia per confermare che la cioccolata (calda) fa bene alla gravidanza ed anzi, se offerta per amore, evita d’interromperla. E’ tratta dal periodico diocesano di Vallo della Lucania (SA) “Orizzonti Pastorali” n. 2-3 del 1998, pag. 7, sezione Testimonianze. E allora conosciamo questa bella storia, raccontata con maggiori particolari da uno dei protagonisti, la quale comincia così: La cioccolata fa bene alla “Vita”, se offerta per amore. L’amore di cui parlò per televisione una ragazza ruandese con un bambino sulle ginocchia, dopo le orrende stragi in Ruanda: “L’amore – disse – è più forte dell’odio, perché l’amore è inventivo”. Sono queste le parole che muovono M.,un volontario del Centro Aiuto alla Vita di Vallo della Lucania, a ricercare sempre soluzioni nuove ed adeguate alle cause che inducono le donne all’aborto e che, unitamente a quelle pronunciate dal Papa Giovanni Paolo II a Denver negli Stati Uniti, durante la Giornata Mondiale della Gioventù: “Chiunque rispetta la vita deve accompagnare il suo insegnamento sul valore di ogni vita umana con gesti concreti ed efficaci di solidarietà nei confronti di chi si trova in una situazione difficile”, hanno salvato tra tanti bambini anche una bambina, a cui daremo il nome di fantasia, Maria, da un atroce destino. Solidarietà concreta ed efficace, appunto, la quale non deve essere considerata, come purtroppo è avvenuto in qualche CAV, come un metodo sbagliato nel combattere l’aborto, addirittura lesivo della dignità della donna e del bambino! Quante volte ci siamo sentiti ripetere con sdegno: “I bambini non si comprano”! La solidarietà nei confronti di Coccolina, il vezzeggiativo che usa M. per parlare della giovane mamma di Maria, storpiandole il cognome, che è indicativo del suo immenso amore e tenerezza per lei, si è dimostrata innanzitutto…andando a parlare con lei. Può sembrare strano, ma tante bravissime ragazze e donne non si impegnano nei Centri di Aiuto alla Vita, perché, come esse dicono, non vogliono violare la libertà e l’intimità della donna e così facendo trasgrediscono il precetto evangelico della correzione fraterna e dell’amore, il quale non ci vieta di entrare in intimità con l’altro ed anzi, proprio perché è amore, vuole realizzare intimità, relazione, unità fino a diventare una cosa sola con l’amato e nemmeno si va contro la libertà, perché i volontari non hanno nessuna arma o potere coercitivo per togliere alla donna la facoltà di scegliere, anche se a dire il vero quando si tratta di aborto volontario più che di libertà della donna si deve parlare di arbitrio, perché non può essere concessa a nessuno la facoltà di togliere la vita ad un essere umano, soprattutto se debole e innocente. E poi tantissime donne non scelgono liberamente l’aborto, ma vi sono costrette dai loro uomini o da altre cause, come la povertà, i pregiudizi sociali, la paura, quasi sempre ingiustificata, di mettere al mondo un figlio malformato, mancanza di alloggio, ecc. Per quanto riguarda l’intimità sono le donne stesse le prime a volerla, perché trovano finalmente qualcuno con cui confidare le loro pene, le loro angosce, i loro dubbi, anche quando sono determinate a fare l’aborto. Intimità, che si può realizzare ovviamente anche tra uomo e donna per la naturale predisposizione dell’uomo ad amare la donna, ad intuirla nella sua infinita bellezza e solo liberamente, e che è indispensabile creare se si vuole evitare un aborto. M. ha capito molto bene questo e la prima cosa che cerca di fare nei suoi colloqui con le donne intenzionate ad abortire è quello di creare intimità, empatia, attraverso l’amore, l’amore per una donna che sta per autodistruggersi, per perdere la sua infinita bellezza e dignità, ed è esso che genera confidenza e porta la donna a parlare di ciò che la spinge all’aborto. Tornando a Coccolina, nel dicembre del 1996, ella aveva 18 anni e dall’età di 13 anni era fidanzata con Z. di due anni più grande di lei. Quando M. seppe che era prenotata per l’aborto le andò a parlare e per prima cosa le fece vedere l’opuscolo “A te mamma nuova” di Lucia Barocchi. Coccolina rimase molto colpita, ma c’era il problema dei genitori – più di lui che dei suoi-, quello della casa, ecc. M. propone una soluzione per tutti i suoi problemi, promette anche un aiuto per il matrimonio, Coccolina accetta e vuole portare avanti la sua gravidanza, il ragazzo è più incerto, ma alla fine decide pure lui per la vita; ma M. non essendo sicuro che lui avrebbe perseverato nella sua decisione si fa consegnare le carte per l’aborto, dicendo che se cambiavano idea e volevano di nuovo farlo, potevano telefonargli. Si arriva così all’ultimo giorno prima dell’aborto, M. è contento: è sera tardi e non hanno telefonato,ma qualche minuto prima delle ore 23 arriva la telefonata del ragazzo, che vuole le carte perché l’indomani Coccolina avrebbe dovuto fare l’aborto. M. si presenta davanti all’ospedale con le carte alle otto di mattina e comincia a parlare con il ragazzo per convincerlo a non costringere Coccolina all’aborto, promette aiuti più consistenti, ma inutilmente, il ragazzo è irremovibile. Coccolina, invece, non vuole fare l’aborto, si discute al freddo per circa due ore davanti all’ospedale, ella arriva fino al punto di dire al ragazzo: “Vattene! me la vedo da sola con il bambino!” Quando vede,però, il ragazzo ammutolirsi e farsi triste, pensa di accontentarlo, ma M. di nuovo la dissuade. A un certo punto però M. si rende conto che Coccolina avrebbe finito per cedere e allora, non trovando più parole per convincere i ragazzi a non fare l’aborto, illuminato dalla fantasia dello Spirito Santo, che è Spirito di Amore e Vita, pensa di offrire un caffè a Coccolina in modo che lei non possa fare più l’anestesia. Ma il ragazzo non vuole e Coccolina non vuole prendere il caffè senza di lui, ma M. tanto insiste che la convince ad entrare nel bar. Coccolina ordina una cioccolata calda, M. pensa che è fatta, sta già per prendersi il suo caffè quando si accorge che Coccolina è sparita. E’ andata a prendere le carte per l’aborto nella macchina di M. e sta già varcando il cancello dell’ospedale, M. corre a bloccarla e la convince a ritornare indietro e a bere la cioccolata. Bevuta la cioccolata, Coccolina, pur contro la sua volontà, decide di andare ad abortire, M. la segue e arrivato al reparto di ostetricia dice al primario che Coccolina ha bevuto la cioccolata e che non può fare l’anestesia. Il primario manda Coccolina dall’anestesista, che la rimanda alla settimana successiva. Coccolina è sollevata per lo scampato pericolo ed anche il ragazzo è ormai rassegnato a non far fare più l’aborto a Coccolina. E così, grazie alla cioccolata, è nata Maria. La storia, però, non finisce qui, perché grazie a Coccolina è nato Michele, salvato pure lui dall’aborto.
romanelli mario



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