Un approfondimento sull’artrosi e sulle nuove tecniche per curarla lo ha fatto Lorenzo Virelli, fisiatra dell’Unità operativa di riabilitazione ortopedica di Humanitas in un articolo pubblicato su Humanitasalute che qui riportiamo integralmente.

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L’età rappresenta il fattore di rischio più legato allo sviluppo dell’artrosi che, configurandosi come una patologia da usura, ha un’incidenza più alta nelle persone più anziane, in particolare dopo i 50 anni. Anche l’obesità, che incrementa lo stress meccanico ed il carico sull’articolazione, rappresenta un fattore di rischio molto importante; infine la genetica e la familiarità: è stato dimostrato che chi ha parenti di primo grado affetti da artrosi ha una maggiore probabilità di sviluppare a sua volta la stessa patologia. Inoltre fattori “esterni” come il lavoro, l’attività sportiva, soprattutto ad alto livello, possono influire nello sviluppo dell’artrosi.
Il sintomo principale dell’artrosi al ginocchio è ovviamente il dolore all’articolazione: un fastidio progressivo e acutizzato dal movimento. Può durare pochi giorni fino a diverse settimane e spesso si associa a rigidità articolare, presente soprattutto al mattino, e in alcuni casi a episodi di cedimento e instabilità del ginocchio.
Per una buona riuscita della terapia e per non avere più dolori, innanzitutto è bene ridurre il più possibile i fattori di rischio di cui si è parlato; è quindi consigliato perdere peso, se necessario, svolgere attività fisica in modo regolare purché basso carico e impatto sul ginocchio per migliorare la flessibilità e mantenere il tono muscolare ed, in generale, sospendere fumo e alcolici.
Dopo un’accurata indagine e dopo aver inquadrato la diagnosi, viene iniettato l’ozono medicale, una miscela di ossigeno e ozono preparata e dosata con un’apparecchiatura apposita. Il trattamento dell’artrosi di ginocchio avviene tramite infiltrazioni intrarticolari, generalmente una volta a settimana. La frequenza e la durata del trattamento può variare a seconda dello stato di salute del paziente e della risposta alla terapia. Ci sono diversi protocolli personalizzabili. È un trattamento che permette di ridurre l’infiammazione ed il dolore e con pochissime controindicazioni, a differenza di altre terapie farmacologiche che possono essere sconsigliate o del tutto controindicate in alcuni pazienti (come gli antinfiammatori o i cortisonici). Come in tutte le procedure infiltrative viene consigliato in periodi di riposo di 12-24 ore subito dopo la somministrazione ma non è necessario rimanere a riposo per periodi prolungati.
L’Oot è un’ottima terapia per il sintomo, in particolare per il dolore, ma gli studi presenti in letteratura ci dico che non è sufficiente ad arrestare la progressione della patologia e quindi i sintomi tenderanno a ricomparire. Risulta quindi una metodica efficace nel ritardare il ricorso ad altre terapie che possono presentare effetti collaterali o alla chirurgia, nei pazienti che non voglio o non posso no sottoporsi all’intervento.
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