La salute del nostro cuore dipende molto dalle abitudini di vita che abbiamo. Dall'alimentazione alle ore dedicate al sonno fino alla gestione dello stress. A parlarne è Giulio Stefanini, specialista in Cardiologia clinica e interventistica di Humanitas e docente di Humanitas University. Di seguito, tratta da Humanitasalute, riportiamo la sua intervista integralmente.
Tanti consigli per far sì che il proprio cuore resti in salute
“I fattori di rischio tradizionali per il nostro cuore si dividono in modificabili e non modificabili. I fattori non modificabili sono l’età, il genere e la familiarità per malattie cardiovascolari. Quelli modificabili invece sono i valori della pressione arteriosa, i grassi nel sangue (colesterolo), il controllo della glicemia e del diabete e il fumo di sigaretta; lavorare su questi è molto importante per ridurre in maniera significativa il rischio di eventi avversi.
Investire nella prevenzione primaria«Aver cura del proprio stile di vita - ha sottolineato Stefanini - è una strategia importante in un’ottica di prevenzione primaria nei soggetti che non hanno alcuna malattia cardiaca, ma che devono lavorare per ridurre il rischio di eventi avversi di tipo cardiovascolare. La prevenzione primaria è fondamentale, soprattutto in una popolazione giovane, negli uomini come nelle donne. Occorre sensibilizzare sempre di più i giovani a lavorare sulla prevenzione primaria: è il miglior investimento che possiamo fare anziché trovarci poi a curare la malattia una volta presente. Abitudini di vita corrette si associano spesso a uno stress minore e a una vita complessivamente più piacevole, benefica per il nostro cuore».
L’importanza della colazione«L’importanza della colazione (
clicca qui per un approfondimento sulle abitudini degli italiani) è stata sottolineata in passato da una serie di studi osservazionali interessanti. Nel 2018 è stato pubblicato uno studio scientificamente corposo condotto su una popolazione di 5mila pazienti da parte di un gruppo americano. Lo studio ha valutato l’importanza della colazione non solo in termini del farla o non farla, ma anche rispetto alla quantità di energia da essa derivante rispetto ai pasti successivi. Nello studio si parla di colazione ad alto valore energetico, nel caso in cui la colazione rappresenti più del 20% dell’energia consumata, a media energia (tra il 5% e il 20%) e a bassa energia (meno del 5%). C’era poi una popolazione di controllo con pazienti che non facevano colazione. Ne è emerso che fare colazione si associa a una riduzione del rischio di eventi cardiovascolari, ma anche a una diminuzione della possibilità di sviluppare placche arteriosclerotiche a livello delle carotidi e delle coronarie (i cosiddetti segni preclinici), la cui presenza potrebbe portare successivamente a eventi avversiì».
I benefici della Dieta mediterranea«La Dieta mediterranea è quella più adatta al nostro cuore (
clicca qui per scoprire la correlazione tra Dieta mediterranea e lunga vita) ed è quanto emerge anche dai risultati dello studio Predimed2 pubblicati sul
New England Journal of Medicine. Si tratta di uno studio randomizzato durato quasi dieci anni in cui 7.500 pazienti, tra i 50 e gli 80 anni, sono stati divisi in gruppi casuali (randomizzati appunto): c’era chi seguiva una Dieta mediterranea con olio extravergine di oliva (
clicca qui per scoprire i benefici dell'olio evo per i malati di diabete), chi una Dieta mediterranea con assunzione di noci (
clicca qui per approfondire la correlazione tra noci e benefici per il cuore) e infine chi una dieta non mediterranea a basso contenuto lipidico. Di fatto la Dieta mediterranea con olio extravergine di oliva o noci riduce in maniera altamente significativa il rischio di mortalità cardiovascolare.
Un altro studio3 pubblicato su Lancet ha poi sottolineato che il consumo di latticini due volte al giorno, latte e yogurt in particolare, abbiano effetti benefici sulla salute del nostro cuore».
Diminuzione del sonno e stressIl sonno è una componente fondamentale della nostra vita e una sua riduzione aumenta il livello di stress (
clicca qui per scoprire le risposte alle domande più frequenti attorno ai disturbi del sonno). I ricercatori di un recente studio4 americano si sono chiesti se la quantità di ore di sonno e la loro qualità potessero influire sulla salute del cuore.
«Hanno riscontrato che una durata del sonno inferiore alle sei ore è associata a un aumento del rischio cardiovascolare, così come una bassa qualità del sonno. Anche in questo caso sono stati valutati anche i segni preclinici di malattia delle arterie».
I segnali da non sottovalutareStefanini ha anche ricordato i segnali da non sottovalutare perché potrebbero essere indicativi di qualche problema al cuore: il più tipico e noto è il dolore al petto; vi sono poi le cosiddette palpitazioni ovvero battiti mancanti e piccole aritmie e le alterazioni del respiro, come il respiro corto sotto sforzo, in particolare a esordio improvviso. In loro presenza è bene consultare uno specialista.
Attività fisica regolare a tutte le etàL’attività fisica di tipo aerobico è essenziale, ma deve essere commisurata all’età. Un soggetto in età avanzata può per esempio dedicarsi a una camminata di 45 minuti a passo svelto tre volte alla settimana; un soggetto più giovane ha invece bisogno di un’attività più importante che includa per esempio la corsa, il nuoto, la ginnastica. Si tratta di una strategia fondamentale di prevenzione primaria.
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