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“Dal campo alla corsia” La filiera alimentare negli ospedali

di Gabriele Ancona
vicedirettore
 
22 novembre 2018 | 10:50

“Dal campo alla corsia” La filiera alimentare negli ospedali

di Gabriele Ancona
vicedirettore
22 novembre 2018 | 10:50
 

Un progetto di ampio respiro. Il Policlinico di Milano pone al centro delle sue strategie il ruolo funzionale dell’alimentazione di qualità come elemento coadiuvante nella cura e nella prevenzione di gravi patologie.

“Dal campo alla corsia” vuole promuovere una filiera agroalimentare integrata, focalizzata sulla salute e il benessere del cittadino (e del paziente) con benefici allargati anche per il territorio e la società, coniugando qualità nutrizionale e sicurezza dei processi, dalla scelta delle materie prime alle modalità di produzione. Queste tematiche sono state affrontate presso l’Abbazia di Mirasole a Opera (Milano) nell’ambito dell’incontro “La sicurezza della qualità” promosso da Fondazione Sviluppo Ca’ Granda e Policlinico di Milano. Presenti diversi rappresentanti del mondo della salute e della sanità, dell’industria, della distribuzione e dell’università.

(Dal campo alla corsia La filiera alimentare negli ospedali)

Per la prima volta nel nostro Paese una struttura ospedaliera di eccellenza ha realizzato una propria filiera di qualità, partendo dalla produzione nelle cascine di proprietà fino al prodotto finito, a beneficio della salute e del benessere di tutti i cittadini. “Dal campo alla corsia” è il progetto della Fondazione Sviluppo Ca' Granda, creata dal Policlinico di Milano, per gestire e valorizzare il proprio patrimonio rurale, il più grande d’Italia.

«Un unicum frutto di lasciti e donazioni, che nei secoli ha permesso all’ospedale di fornire cure e assistenza ai poveri e agli ammalati utilizzando i prodotti delle proprie terre - ha spiegato Marco Giachetti, presidente del Policlinico e della Fondazione Sviluppo Ca’ Granda - una realtà che conta 85 milioni di metri quadrati di terreni agricoli ubicati in 10 province e 96 comuni della Lombardia e circa 100 cascine ultracentenarie costituite da oltre 2mila fabbricati tipici rurali. Un progetto ambizioso che richiede l’unione delle energie di chi ha a cuore il benessere dell’uomo e dell’ambiente».

«Sicurezza e qualità - ha ricordato Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia - sono elementi distintivi della produzione agroalimentare regionale e nazionale. Punti di forza anche nella prevenzione di malattie croniche. Il progetto di Fondazione Sviluppo Ca' Granda deve diventare un esempio per altre aziende ospedaliere italiane».

«È necessario effettuare una riflessione sull’alimentazione che sia di sistema - ha ribadito il vicesindaco di Milano e assessore alla Sicurezza Anna Scavuzzo - e in quest’ambito il tema della salute deve incidere sulle abitudini dei cittadini. Nella scuola primaria, per fare un esempio, la frutta e la verdura oggi sono alimenti di base per 17mila bambini».

L’aspetto funzionale della nutrizione in quanto acceleratore di salute, benessere e prevenzione è ormai confermato da innumerevoli studi scientifici. Tuttavia, troppo spesso la ristorazione in ospedale continua a rimanere un elemento secondario e sul quale si investe poco. «I malati hanno il diritto e la necessità di essere nutriti meglio, in quanto un’alimentazione ottimale facilita la guarigione. Il 10% dei bambini ricoverati è obeso», ha ammonito Carlo Agostoni, direttore della Pediatria a media intensità di cura del Policlinico.

(Dal campo alla corsia La filiera alimentare negli ospedali)

«Gli alimenti vanno considerati non solo per il loro apporto calorico e composizione, ma anche per la sicurezza, sostenibilità e impatto sull’ambiente - ha dichiarato Silvia Fargion, direttore della Medicina interna a indirizzo metabolico del Policlinico - e sostenibilità implica una filiera alimentare “corta”, facilmente identificabile. Su queste basi si può ipotizzare un nuovo modello di produzione e distribuzione del cibo applicabile anche negli ospedali».

«Il paziente deve essere messo al centro, al di là degli aspetti clinici assistenziali - ha ribadito Simona Giroldi, direttore generale del Policlinico di Milano - anche il comfort e l’accoglienza devono essere parte integrante delle aziende ospedaliere. Insieme al cibo hanno un impatto benefico sulla cura e sulla prevenzione di altre patologie».
 
«La condivisione - ha puntualizzato Michele Fino, professore associato dell’Università Scienze Gastronomiche di Pollenzo - è un tema straordinario anche a livello ospedaliero. Mangiare insieme, a piccoli gruppi, rappresenta un fattore benefico per la vita di relazione. Star bene e mangiar bene, a livello emozionale, sono collegati e incidono sul benessere psicofisico della persona».

Con questo progetto il Policlinico, grazie alla Fondazione Sviluppo, ha deciso di promuovere un’agricoltura biologica e sostenibile, realizzando una propria filiera alimentare di qualità, dalle sue terre e cascine fino al consumatore e, in prospettiva, non solo alle corsie dell’ospedale, ma a tutta la ristorazione collettiva. L’obiettivo è proporre un modello di forniture alimentari capace di puntare su qualità e valore nutrizionale a beneficio del paziente-cittadino. Tutti i proventi della Fondazione Sviluppo contribuiscono inoltre al finanziamento della ricerca scientifica ospedaliera del Policlinico, dando vita così a un circolo virtuoso dell’alimentazione di qualità, capace di generare un ulteriore valore per la società.

Il primo frutto dell’iniziativa della Fondazione Sviluppo è il Latte Ca' Granda, microfiltrato e biologico. Viene munto e lavorato a pochi chilometri da Milano in una cascina di proprietà ed è in distribuzione presso i punti vendita lombardi di Esselunga grazie a un accordo in esclusiva. La qualità e le proprietà nutrizionali sono garantite da medici nutrizionisti del Policlinico. A oggi ne sono già stati venduti 500mila litri.

Per garantire un percorso improntato alla qualità e alla sicurezza alimentare, la Fondazione si è affidata all’esperienza di grandi aziende nel campo dell’alimentazione e della grande distribuzione. Ferrero da sempre pone la massima attenzione nella selezione delle materie prime e degli ingredienti e ha sviluppato procedure a suo tempo innovative, come quella del “sacco conosciuto” che identifica tutte le attività svolte dai propri tecnici specializzati, quali i controlli e le analisi organolettiche, le operazioni ispettive presso i fornitori, le pratiche per la sicurezza alimentare e per garantire quella che oggi viene definita tracciabilità delle materie prime.

Esselunga, fortemente ancorata al territorio e al tessuto milanese, è sempre più attenta al made in Italy e alle piccole e medie realtà locali, che già oggi costituiscono circa l’80% del parco fornitori, situate spesso in luoghi geografici marginali e con volumi produttivi a volte esigui e non sempre continui, ma garanti del governo del territorio e della salvaguardia di specie o varietà dal futuro incerto.

Per informazioni: www.fondazionesviluppocagranda.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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