Le conseguenze delle terapie endocrine per combattere il tumore al seno non sono solo fisiche, ma possono essere anche psicologiche e capaci di causare ansia e depressione che complicano ulteriormente il quadro.
Ancora non esistono studi che accertino la correlazione, ma le storie cliniche dei pazienti lasciano pensare che qualcosa in questo senso esista. Della problematica ne ha parlato
Emanuela Mencaglia, psiconcologa in Humanitas in un articolo pubblicato su
Humanitasalute che qui riportiamo integralmente.
“Non ci sono dati in letteratura che confermino che le terapie endocrine influenzino l’umore questo perché la malattia oncologica in sé influenza in modo forte la sfera emotiva personale. È dunque molto difficile in un momento così importante come quello di una diagnosi o di un intervento distinguere se la presenza di ansia e depressione sia legata ai farmaci o alla complessità della situazione che la paziente vive. Tuttavia, dai dati disponibili in letteratura, secondo gli esperti emerge quanto rivestano un ruolo decisivo i fattori legati alla personalità della paziente, come per esempio l’età, il livello di istruzione e l’essere in coppia o single.
Le terapie endocrine portano gran parte delle giovani pazienti a una menopausa precoce una condizione che non può essere sottovalutata da un punto di vista emotivo, e l’età d’insorgenza anticipata, in questo senso, è un elemento fondamentale. Una paziente giovane che non aveva alcun sintomo premenopausale e che, da un giorno all’altro, entra in menopausa, farà molta fatica nei primi periodi, non solo da un punto di vista fisico, ma anche da un punto di vista mentale, perché la menopausa è comunemente intesa come sinonimo di invecchiamento, coincidente alla perdita di fertilità.
La difficile accettazione di questo passaggio con largo anticipo vede quindi la necessità di un supporto psicologico dedicato. Alcune donne hanno buone risorse personali e riescono ad affrontare questo cambiamento in autonomia, non senza dolore e non senza essere passate attraverso il cosiddetto “lutto personale” altre donne invece hanno bisogno di maggior conforto e di veder ‘illuminata’ la strada per capire come procedere. Infine, anche per le donne già in menopausa non è facile, è come reiterare un passaggio già avvenuto.
Sapere a cosa si va incontro quando sia affronta una terapia endocrina per sconfiggere il tumore al seno può essere molto doloroso. D’altro canto conoscenza e consapevolezza aiutano in un secondo tempo. Aver chiara la propria situazione sembra, in un primo tempo, aumentare i sintomi di ansia e depressione. Le pazienti informate sono quelle che apparentemente fanno più fatica a gestire le informazioni in loro possesso e la struttura di personalità individuale può aiutare o meno superare l’impasse dell’essere a conoscenza, sebbene questo resti fondamentale per la consapevolezza, che diventa necessaria per affrontare la malattia, le terapie e gli eventuali effetti collaterali. Anche non essere sole, avere un marito o un compagno, sembra essere favorevole perché questo rappresenta un forte sostegno psicologico, oltre che pratico. L’essere in coppia nelle condizioni di malattia rappresenta una solida rete sociale e relazionale in grado di migliorare e semplificare la qualità di vita dei pazienti.
Una menopausa precoce influisce in modo drammatico sulla libido e di conseguenza sulla sessualità, aspetto molto delicato per la vita di una donna. Durante la menopausa si può presentare del dolore articolare, rendendo il movimento più difficile e fastidioso: la presenza del dolore è un fattore noto che può peggiorare i sintomi depressivi, perché inficia le attività quotidiane incidendo così sulla qualità di vita. Sebbene questa terapia porti con sé diversi disagi importanti è bene continuare a seguire la terapia endocrina prescritta, ricordandosi di riferire al medico o all’oncologo di riferimento eventuali effetti collaterali: talvolta bastano piccoli accorgimenti per stare meglio.
”