Quotidianamente leggiamo e sentiamo parlare ancora di pandemia, della guerra tra Russia e Ucraina, ma un fatto ancora più triste per il nostro settore della ristorazione con alle porte l’apertura della stagione estiva, è la carenza di personale e la difficoltà di reperirlo che sta frenando la riapertura di molti locali. Le colpe vengono rimbalzate tra lavoratori e imprenditori e la Federazione italiana pubblici esercizi dichiara che al momento nel settore mancano più di 150mila addetti. Ma quali sono i motivi?
Serve la passione
Alla radice del problema
Molti danno la colpa al reddito di cittadinanza, altri ai giovani che non hanno voglia di lavorare, agli orari infiniti e molto altro ancora. Io quando ho iniziato la mia carriera nel lontano 1969 al termine degli studi presso la scuola alberghiera “E.Maggia” di Stresa, i problemi erano gli stessi di oggi :orari infiniti, lontananza da casa, Pasqua, Natale, Capodanno e altre festività mai godute, eppure ancora dopo 53 anni amo ancora la mia professione come il primo giorno o forse ancora di più, grazie ha lei ho imparato le lingue, girato il mondo, conosciuto e servito presidenti della Repubblica, attori, cantanti, calciatori e molte altri personaggi e celebrità.
Tutto questo è vero non senza sacrifici e rinunce, ma l’ho ottenuto grazie all’amore che i miei insegnanti maitre mi hanno trasmesso.
La ricetta
E allora invece di continuare a criticare e a dire che i giovani non hanno voglia di lavorare, di sacrificarsi, che non hanno umiltà cerchiamo di trasmettergli l'amore per la professione, raccontando a loro i nostri vissuti e le nostre esperienze sia positive che negative. La bacchetta magica per realizzare ciò non è nelle mie mani, ma se tv, riviste, quotidiani incominceranno a parlare anche di servizio di sala (ma non come lavoro di ripego) e dare dignità e il giusto valore alla professione un piccolo passo avanti sarà fatto e sarà di stimolo ai giovani che frequentano gli istituti alberghieri.