Ci siamo lasciati alle spalle il 2021 con tutti i problemi che ha creato. Ora che siamo nel 2022 dobbiamo essere consapevoli che la battaglia non è ancora finita, c’è ancora molta incertezza sia lavorativa che politica, ma se i mesi a venire sono pieni di preoccupazioni non dobbiamo perdere la fiducia e scoraggiarci, anzi dobbiamo essere ottimisti e continuare a lottare per i nostri obiettivi. Quegli obiettivi che vogliono far tornare la nostra professione al ruolo che si merita e permetterci di ricevere nei nostri locali gli ospiti con quel sorriso che sino ad oggi è stato nascosto dalle mascherine.
Basta dare la colpa solo al reddito di cittadinanza, come sostengono molti: io credo che siano altri i problemi del perché non si trova personale e si dà la colpa ai giovani che non hanno voglia di lavorare. Dobbiamo considerare che è un lavoro usurante, dove non ci sono orari, festività, poca considerazione... Quante volte sentiamo alla televisione personaggi famosi o leggiamo sui giornali frasi come “ho fatto anche il cameriere”, come se fosse l’ultima opportunità per trovare un lavoro.
È ora di ridare dignità e considerazione a chi lavora in sala, non è uno schiavetto o un semplice portatore di piatti, bensì l’Ambasciatore dell’accoglienza che con il suo sapere e il suo saper fare riesce a far stare bene l’ospite, sa ascoltarlo, lo consiglia, in poche parole lo coccola. Sì, perché se l’ospite esce soddisfatto e se siamo riusciti ad emozionarlo possiamo dire che in fin dei conti abbiamo curato anche il suo stato di benessere.
Ecco, mi auguro che questo nuovo anno ci porti tutto ciò, ma per raggiungere questo risultato dobbiamo restare insieme, unire le nostre forze in sinergia. Come già detto molte volte, non dobbiamo più pensare al nostro orticello, perché se continueremo a farlo tra qualche anno troveremo in cucina e in sala dei robot che cucineranno e trasporteranno il piatto dalla cucina al tavolo, e non credo che i nostri ospiti lo gradirebbero molto.