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Ais Umbria: «Il sommelier? Molto più che un comunicatore del vino»

Pietro Marchi, ingegnere e direttore tecnico di un’azienda di costruzioni, è ora alla guida dell’Ais Umbria. “Il mercato è sempre più esigente, didattica e organizzazione dei corsi sono i punti fermi sui quali investire”

 
14 luglio 2022 | 14:46

Ais Umbria: «Il sommelier? Molto più che un comunicatore del vino»

Pietro Marchi, ingegnere e direttore tecnico di un’azienda di costruzioni, è ora alla guida dell’Ais Umbria. “Il mercato è sempre più esigente, didattica e organizzazione dei corsi sono i punti fermi sui quali investire”

14 luglio 2022 | 14:46
 

Un ingegnere e direttore tecnico di un’azienda di costruzioni è stato chiamato a guidare la sezione umbra dell'Associazione italiana sommelier.  Il suo nome è Pietro Marchi, ed è da poco stato nominato presidente di Ais Umbria. Lo abbiamo intervistato per conoscere le prossime mosse del suo Direttivo.

Pietro Marchi Pietro Marchi: «Il sommelier? Un comunicatore del vino»

Pietro Marchi

Pietro Marchi è la nuova guida di Ais Umbria 

Presidente Marchi, vuole presentarsi da sé?
Millesimo 1968. Non sono un sommelier con pedigree e non ho un trascorso con particolari esperienze sul vino. Mi sono avvicinato a un corso Ais da astemio, da persona curiosa. Ma non posso dire di non esserne rimasto affascinato. Sommelier dal 2011, responsabile della delegazione di Perugia dal 2012 e vicepresidente regionale dal 2014 oltre che relatore per diverse lezioni sui tre livelli dei nostri corsi, ho trasformato quello che era inizialmente un interesse da esplorare nella mia professione. Da ingegnere e direttore tecnico di un’azienda di costruzioni, dopo essermi tolto numerose soddisfazioni professionali, tra le quali la progettazione di una cantina di una persona molto famosa nel mondo della moda, ho infatti deciso di cambiare vita. Mi sono licenziato e ho aperto insieme ad altri due amici conosciuti al corso Ais una champagneria dove abbiniamo le bollicine francesi a un'ottima pizza della quale mi occupo personalmente. Il corso sul vino non solo ha aperto un inaspettato mondo di nozioni, ma mi ha insegnato a ricercare la qualità in tutto quello che faccio. Non è un caso che sia andato a rivedere completamente il processo di produzione della mia pizza in chiave assolutamente qualitativa, raffrontandomi a passate e saltuarie esperienze lavorative fatte ai tempi dell'università per mantenermi agli studi. La ricerca della qualità che oggi impiego nella professione che svolgo è una chiave di lettura che devo sicuramente al corso sul vino svolto in Ais. Ed è così che oggi sono orgogliosamente sommelier professionista della nostra associazione.

Come spiega la sua elezione?
Sono da diversi anni impegnato nel lavoro in Associazione. Diciamo che è stato premiato il paziente lavoro svolto nella mia delegazione, Perugia, dove in questi anni abbiamo registrato un importante aumento dei soci.

Nell'imminente scenario autunnale, da qualcuno definito da "tempesta perfetta", come evolverà la figura del sommelier?
La figura del sommelier, in Umbria come nelle altre regioni, si è sensibilmente modificata rispetto a una visione iniziale, quando l'Associazione è nata. Il sommelier non è più solamente il professionista che si occupa di servire il vino a tavola. Ma è un vero e proprio comunicatore. Anche chi non se ne occupa da un punto di vista professionale porta il proprio entusiasmo e la propria esperienza ad altre persone contagiandole, coinvolgendole: comunica il vino. Per questo motivo le nostre aule sono sempre numerose. Perché come è successo a me in passato, chi si iscrive a un corso Ais lo fa soprattutto per un accrescimento culturale e a volte, senza rendersene conto, diventa un comunicatore di un prodotto e di un territorio. È per questa ragione che la didattica e l'organizzazione dei corsi rimangono un punto fermo sul quale investire in maniera decisa ed è quello che continueremo a fare nel prossimo quadriennio. Sempre più persone leggono con attenzione le carte dei vini, si informano sulle proposte delle aziende produttrici e stimolano positivamente un mercato sempre più ricco e che alza continuamente l'asticella della qualità. Gli stessi produttori ce lo riconoscono e ci ringraziano per il prezioso lavoro che svolgiamo. La preparazione di figure professionali per la sala diventa quindi un'ovvia conseguenza. Le attività di ristorazione non possono più prescindere da una figura unicamente dedicata al vino.

L'Umbria ha sua connotazione nella diversità dei vigneti e dei vini. Due campioni: Montefalco Sagrantino e Torgiano, e tante belle piccole realtà ancora poco note. Quali sono i vini umbri emergenti?

Il livello del vino umbro è decisamente alto e segna ogni anno dei progressi. Lo verifichiamo continuamente durante i panel di degustazione della nostra guida Vitae. Una regione che si esprime attraverso diversi poli di produzione importantissimi, quali quelli che ha citato ma non solo, riconoscibili e che esprimono eccellenze non solo per la loro qualità assoluta ma soprattutto per la capacità di rappresentare alla perfezione il nostro territorio. Se consideriamo anche l'areale di Orvieto sono davvero molteplici le tipologie e i vini che richiamano l'attenzione anche fuori dai nostri confini. In questo momento c'è un particolare fermento intorno ai vini a base di Trebbiano Spoletino che vanno a rinforzare una gamma già vasta di vini bianchi, soprattutto a base Grechetto. Ma sono molte altre le zone e i vitigni degni di nota. L'Umbria del vino è sicuramente molto ricca.

Quanti sono gli iscritti Ais Umbria?
Ais Umbria può contare, fotografia dell’istante, esattamente su 998 soci, il nostro patrimonio più importante. Un risultato non così scontato se riferito al numero di abitanti della regione. Il buon lavoro svolto negli anni è testimoniato dal fatto che anche nei due anni di pandemia siamo riusciti a evitare emorragie di iscritti, ai quali dedicheremo ampi spazi per eventi, degustazioni e occasioni di incontro e confronto.

A quali generazioni appartengono i wine lovers umbri?
Sono le nostre aule a darci la percezione esatta delle persone che si avvicinano al mondo del vino. Sorprendentemente anche persone di una certa età che si rimettono in gioco studiando e affrontando l'esame finale. Ma la platea è costituita in maggior parte da persone più giovani nella fascia di età compresa tra i 30 e i 40 anni tra i quali moti professionisti: ingegneri, medici, avvocati. Tutte persone che vogliono approfondire il mondo vino e si affidano a noi.

 

 

Concludiamo con un giochino incrociato. Io Le dico un vino umbro e lei mi individua il miglior abbinamento con un cibo non umbro. Mi dica, allora: Montefalco Sagrantino Docg?
Le dico uno spezzatino di cinghiale maremmano: abbinamento perfetto!

E adesso il reciproco. Le dico una Igp umbra e lei mi individua l'abbinamento con un vino non umbro. Stiamo parlando del Prosciutto di Norcia Igp.
Un salume dal sapore deciso, di buona sapidità. Direi un buon bianco morbido. Una Ribolla Gialla dei Colli Orientali del Friuli.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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